Non toccatevi le palle, ma se penso a quelli che ci siamo persi per strada, (ogni tanto ci penso) mi vien da dire: " vecchi, brutti, incarogniti dalla vita, forse, ma siamo ancora quì e la tireremo fino all'osso". Vi regalo un lampo di poesia, forse scaturito da un bicchiere di troppo, che incisi una sera sul tavolo di legno di un'enoteca che ai tempi frequentavo:
'Sì com’io fossi morituro
Implorante alla tua soglia
E tu, oste divino. io t’imploro
Oste, oste della malora!
Di quell’infame vino
Mescine un poco ancora.