Ti racconto brevemente tutta la mia avventura,alla frontiera di Pontalier tra Svizzera e Francia (l'avevo raccontata per esteso nel vecchio forum).
A questa frontiera i doganieri svizzeri,neanche mi guardano.Arrivato alla dogana francese il doganire mi chiede se ho qualcosa da dichiarare.Alla mia risposta negativa,mi nota l'orologio al polso,e allora mi chiede la ricevuta dello stesso.Naturalmente non ce l'avevo perchè era un orologio acquistato due anni prima in Italia,e dal cinturino in pelle si poteva anche capire.Mi fa accostare e nel frattempo vede l'orologio di mia moglie,svizzero pure lui,e regalo di laurea di 4 anni prima.Apriti cielo!!!!!Sembravamo ai suoi occhi due assassini,perchè non avevamo le ricevute degli orologi.Accompagnati da un gendarme,ci accompagnano in una stanza,e ci perquisiscono dalla testa ai piedi,senza trascurare nemmeno le scarpe.Da notare che mi moglie è stata perquisita da un uomo.Passano poi a perquisire la macchina:gli manca solo di smontare il motore.Volevano quindi sequestrare i due orologi.Per farla breve,dopo quasi due ore ci lasciano andare.E da notare che continuavo a dirgli,che se voleva le ricevute gliele facevo avere via fax,in un minuto,con una semplice telefonata a casa,ma non c'è stato verso.
Dimenticavo:alla fine ci lasciano andare sotto minaccia di mandarci a casa l'Interpol,se quando arrivavamo in Italia,non gli inviavamo le due ricevute.
Una parola per descrivere questa persona(se così si può chiamare)non l'hanno ancora inventata.Gli altri due colleghi più gentili,invece,sottovoce gli dicevano di lasciar perdere perchè vedevano che effettivamente eravamo in buoa fede.
Scusate se non sono riuscito a essere breve,ma quando ri-racconto questa storia,mi infiammo sempre.