3 - L'AUTOCOMBUSTIONE DELLE FERRARI
Fabrizio Goria per "Il Riformista"
Il rientro dalle vacanze deve essere stato agrodolce per Luca Cordero di Montezemolo. Dopo le brutte performance in Formula 1, ci mancavano solo le Ferrari incendiarie. Maranello ha deciso di richiamare 1.248 esemplari della nuovissima 458 Italia. In pratica, il fiore all'occhiello del Cavallino: un mostro da 570 cavalli, 325 km/h di velocità e quasi 200mila euro di prezzo di listino. Colpa di un passaruota, di una paratia e di un collante col brutto vizio di incendiarsi.
E dire che Ferrari puntava tantissimo sull'erede della fortunata F430. Infatti il lancio del nuovo modello 458 Italia aveva entusiasmato gli appassionati del Cavallino. Durante la presentazione Montezemolo disse: «È un tributo all'Italia e alla sue caratteristiche uniche, che rendono il lavoro, i prodotti italiani e l'intero Paese sinonimo di eccellenza, creatività e qualità nel mondo». Ma dopo poche settimane, le prime voci. «Una Ferrari 458 Italia è bruciata per autocombustione», scrivevano i blog specializzati, mostrando anche le foto della vettura avvolta dal rogo.
I giorni passano e si pensa solo a una casualità, ma il numero delle Ferrari incendiarie cresce sempre più. I casi si registrano in Canada, Cina, Francia e Svizzera. Il tam tam mediatico aumenta e costringe la casa a correre ai ripari. Del resto, una decina di modelli carbonizzati non passano inosservati, specie se sul cofano hai un cavallino rampante.
In realtà, il ritorno dalle ferie è stato infelice per tutto il Lingotto. Il mercato italiano dell'auto non ha mai registrato vendite così basse dal 1993. In agosto Fiat ha perso oltre il 26 per cento delle immatricolazioni rispetto al 2009.
Come se non bastasse, le tensioni sindacali con la Fiom hanno acceso nuovamente i riflettori sulle difficoltà che l'intero settore automobilistico sta vivendo. L'unica nota positiva per Sergio Marchionne è data dal risultato di Chrysler, in costante crescita nelle vendite. Peccato che non sempre si possa volare negli States.