Uno degli aspetti più entusiasmanti del collezionismo vintage, per come la vedo io, rimane il piacere della ricerca dell'oggetto, aspetto che non ha, sempre a parer mio, altrettanti riscontri, nella raccolta di oggetti di produzione contemporanea, che trova altri motivi di soddisfazione, ma sicuramenete, non "quello". Probabilmente si tratta di una moderna trasposizione dell'atavico e secondo me, mai del tutto placato, istinto del cacciatore, che alberga sornione in tutti noi, ma che viene diversamente percepito da ognuno di noi e soddisfatto in mille modi diversi. Nel momento della cattura della preda; quando il "colpo" è partito e la preda viene abbattuta, subentra la gioia del possesso, che però, non ha nulla a che vedere, col sottile piacere della ricerca. Non "esplosivo" come il suddetto, ma costante ed avvolgente, come soltanto i piaceri più raffinati ed esclusivi, sanno essere. Voglio rendervi partecipi della sensazione che provo quando prendo di mira un oggetto. Nella mia galleria di "teste impagliate", ci sono un'infinità di posti vuoti, non potrebbe essere altrimenti; la foresta pullula di prede. Uno di questi posti non occupati e chissà se lo sarà mai, è riservato all'oggetto che rappresento più sotto: uno Zenith Chronometre cal. 135, preda ambitissima da ogni cacciatore, prodotta in un numero ridotto di esemplari, (circa 11.000) dalla fine degli anni '40. La mia speranza, è che prima o poi la splendida preda, mostri timidamente il suo musetto, inconsapevole del suo valore, spinta nella "radura" dove mi trovo, da un custode malaccorto. Vi lascio il piacere, se vi va', di ricercare notizie sull'oggetto e di discuterne, sempre se vi aggrada, nel proseguo di questo post. Intanto beccatevi il "musetto" della succulenta preda e leccatevi i baffi!