Orologico Forum 3.0

Ultra piatti, ultra sottili o extra piatti...

Tegea

Re:Ultra piatti, ultra sottili o extra piatti...
« Risposta #135 il: Gennaio 03, 2018, 13:14:28 pm »
Certo, così prendiamo anche un bel caffè. ;)

Bertroo

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Re:Ultra piatti, ultra sottili o extra piatti...
« Risposta #136 il: Gennaio 03, 2018, 15:46:51 pm »
Ciao Claudio, te l'ho scritto anche altrove, ma ti faccio anche qui i complimenti per quel fantastico perpetuo che hai comprato, per me il migliore dell'era moderna. ;)
Scrivo dalla costiera amalfitana. :D


Costiera Amalfitana dove? Diciamo che la conosco un “pochino” bene Ehehe  :D
Potrebbe essere una scusa per un buon caffè, anche a breve!

Tegea

Re:Ultra piatti, ultra sottili o extra piatti...
« Risposta #137 il: Gennaio 03, 2018, 18:37:34 pm »
Per comodità in inverno abito principalmente a Salerno, che non è proprio costiera,  ma ho lì varie "sedi", Amalfi in particolare.
Quando vuoi per il caffè fammi sapere, è sempre un piacere parlare con un Appassionato.  ;)

Bertroo

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Re:Ultra piatti, ultra sottili o extra piatti...
« Risposta #138 il: Gennaio 03, 2018, 23:19:29 pm »
Per comodità in inverno abito principalmente a Salerno, che non è proprio costiera,  ma ho lì varie "sedi", Amalfi in particolare.
Quando vuoi per il caffè fammi sapere, è sempre un piacere parlare con un Appassionato.  ;)

Io “sto” a Sorrento. Mio suocero ha una casa lì e ci vado praticamente sempre. Ogni qual volta ho un we libero vado giù, per cui...

marco daytona

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Re:Ultra piatti, ultra sottili o extra piatti...
« Risposta #139 il: Gennaio 04, 2018, 01:38:01 am »
Attendo la disamina sul FP71, tornato in auge qualche topic sotto con il Corum Admiral Limited Edition  8)
I 747 stanno ai classici D.Roth come gli Offshore stanno ai 15202... "Erm"
Sarei curioso di provarlo un ultrapiatto da 43mm...praticamente un compact disc al polso "Ciaca"
I punti (sulla patente) sono come le cicatrici degli eroi di guerra "Il Falegname"

Bertroo

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Re:Ultra piatti, ultra sottili o extra piatti...
« Risposta #140 il: Gennaio 04, 2018, 10:21:53 am »
Posso solo che parlarne un gran bene.
Calibro preciso, che non mi ha mai dato problemi. Devo dire ne sono rimasto sorpreso, quando lo presi avevo paura per tutte le dicerie sugli ultrapiatti e la loro delicatezza...devo dire che invece marcianalla grande comenun qualsiasi calibro eta o Rolex.
Infatti devo ancora capire la storiella del “affidabile” affivbiata a certi orologi.
Vista la sua produzione e gli anni che è in commercio anche un 71, un 21 o un 920 sono affidabili!!!

Tegea

Re:Ultra piatti, ultra sottili o extra piatti...
« Risposta #141 il: Gennaio 04, 2018, 14:12:45 pm »
Roberto, ho una discreta esperienza con gli ultra-piatti e posso affermare con certezza che non sono meno affidabili di tanti altri che vengono incensati proprio nel nome della resistenza.
Ho un 920 che è più preciso del 3135 Rolex, quindi...
Quando si legge dei problemi del Royal Oak del 40th, a dire il vero non comunissimi, bisognerebbe dare la colpa ad AP, no al 920, che dopo una vita di onorata carriera, ha manifestato le prime incertezze proprio quando AP ha iniziato a produrlo in casa.
Comunque, mi manca un 71, ma rimedieremo presto  :P

Bertroo

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Re:Ultra piatti, ultra sottili o extra piatti...
« Risposta #142 il: Gennaio 04, 2018, 14:20:47 pm »
Come detto concordo.
A volte si esagera e si amplificano cose che invece non esistono.

S.M.

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Re:Ultra piatti, ultra sottili o extra piatti...
« Risposta #143 il: Gennaio 04, 2018, 17:30:57 pm »
Apriamo un altro importante capitolo sulla storia dell’orologeria automatica ultrapiatta.

Dopo il Piaget 12P e l’Universal UG66 entrambi a microrotore ed il JLC920 a rotore centrale sviluppati negli anni ’60, dobbiamo aspettare fino al 1985 per avere un altro automatico che scenda sotto i 3mm di spessore.
Davvero troppo tempo, ma in parte giustificato dalla crisi introdotta con il quarzo che ridusse drasticamente (in pratica la azzerò) la richiesta di movimenti meccanici negli anni ’70-’80 così che molti progetti furono “congelati” in attesa di tempi migliori.

Infatti il famoso Frederic Piguet 71 di cui ci accingiamo a parlare, è una rivisitazione in chiave sottile di un loro precedente calibro del 1970.
Probabilmente senza la crisi del quarzo, l’FP71 avrebbe visto la luce molti anni prima.



Ma chi è Frederic Piguet?

La F.Piguet è un azienda fondata nel 1858 da Louis Elysee Piguet (nome già citato in precedenza che si contende con EW&C –JLC il primato per il movimento manuale 9 linee più sottile della storia) ed ancora in mano, perlomeno come direzione, ai discendenti del fondatore.
E’ una manifattura che ha sempre costruito solo movimenti e mai orologi finiti rifornendo di pregiati calibri praticamente tutti i nomi più famosi del panorama orologiero. Da Audemars Piguet a Vacheron, da Corum a Blancpain (con cui vedremo è legata a doppio filo), da Breguet a Ulysse Nardin, poi Genta, IWC, Ebel, Roth, Urban Jurgensen, Omega, Breitling, Universal Geneve e chissà chi altri.

Dal 1993 è entrata nel gruppo SMH, ma già 10 anni prima per volere di Jacques Piguet, molto amico di J.C.Biver, la F.Piguet si era fusa con Blancpain (mantenendo però la sua autonomia operativa) per la quale progetta e realizza anche calibri esclusivi.
Famosi i suoi tourbillon, i cronografi e le ripetizioni minuti, sempre all’insegna dell’ultrapiatto. Le due aziende addirittura insistono sullo stesso sito produttivo dividendosi parte dei fabbricati a Le Brassus.

Tornando all’FP71, vediamo le sue caratteristiche salienti.



Diametro 27,9mm (12 linee)
Spessore 2,4mm
35 rubini
Bilancere liscio in Glucydur
18.000 alt/h
Rotore con ricarica unidirezionale
Autonomia 48h

Guardandolo, sono diverse le cose che saltano all’occhio.
Innanzi tutto il rotore, a piena grandezza ma decentrato che ricarica solo in senso antiorario (non ha invertitore), poi i sistemi antiurto, Kif sul bilancere e Duofix per la ruota di scappamento, il bariletto aperto su un lato ed il portapitone mobile.
Molto razionale, ben ingegnerizzato, di qualità e giustamente ammirato dagli appassionati, è stato la base per stupendi scheletrati e perpetui molto sottili.


Ad onor del vero, in giro si trovano montati FP71 anche per nulla rifiniti e piuttosto bruttini, ma comunque il suo pregio maggiore, quello di essere un automatico di 2,4mm nessuno può toglierglielo.



Personalmente non gradisco la vista sulla molla del bariletto, (gli stessi canoni del Punzone di Ginevra non lo prevedono), che però offre il vantaggio di poter ispezionare il componente senza aprirlo, ma soprattutto l’assenza di un bilanciere ad inerzia variabile che considero sempre un must su movimenti di alto pregio.
In compenso il portapitone mobile consente comunque (correggetemi se sbaglio) regolazioni fini della spirale senza agire direttamente sulle sue curve, sempre fonte di perturbazioni.

Altro da dire non ho, se non che la sua ampia diffusione se da un lato ne testimonia la riconosciuta affidabilità,  da un’altro ne diminuisce l’esclusività come invece è avvenuto per il suo diretto concorrente JLC920 utilizzato da soli tre marchi.

La mia conoscenza sull'FP71 termina qui, prego tutti di integrare la disamina con altre notizie interessanti e/o note tecniche qualora ne siate a conoscenza.

« Ultima modifica: Gennaio 04, 2018, 17:35:31 pm da S.M. »
Ciò che non si muove non si usura.......Quello che non c'è non si rompe.

Bonimba

Re:Ultra piatti, ultra sottili o extra piatti...
« Risposta #144 il: Gennaio 04, 2018, 17:49:56 pm »
Ne approfitto per una domanda sul FP 71
Ho letto altrove che i derivati FP 71 incassati da Breguet battono a 21.600 vph anziché 18.000 vph
Non so se tutti o solo quelli su alcuni modelli
Vi risulta ?

S.M.

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Re:Ultra piatti, ultra sottili o extra piatti...
« Risposta #145 il: Gennaio 04, 2018, 18:10:10 pm »
Ne approfitto per una domanda sul FP 71
Ho letto altrove che i derivati FP 71 incassati da Breguet battono a 21.600 vph anziché 18.000 vph
Non so se tutti o solo quelli su alcuni modelli
Vi risulta ?
Certo, eccone uno



 ;)

Breguet usa sostituire anche il bilanciere con un'altro ad inerzia variabile di sua realizzazione, sicuramente hanno visto qualche vantaggio anche nel variare la frequenza di oscillazione.
« Ultima modifica: Gennaio 04, 2018, 18:31:29 pm da S.M. »
Ciò che non si muove non si usura.......Quello che non c'è non si rompe.

Bonimba

Re:Ultra piatti, ultra sottili o extra piatti...
« Risposta #146 il: Gennaio 04, 2018, 18:20:13 pm »
Certo, eccone uno
.....
Breguet usa sostituire anche il bilanciere con un'altro ad inerzia variabile di sua realizzazione, sicuramente hanno vosto qualche vantaggio anche nel variare la frequenza di oscillazione.
L'estensore del 3D dedicato ai calibri Breguet ( se a qualcuno interessa mando il link in MP ) è di sicuro affidamento ma nell'introduzione del post affermava di avere avuto alcune difficoltà sul reperimento di alcuni dati per cui chiedevo conferma
Grazie
-:)

S.M.

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Re:Ultra piatti, ultra sottili o extra piatti...
« Risposta #147 il: Gennaio 04, 2018, 18:30:45 pm »
L’ultimo capitolo del lungo viaggio attraverso cinque secoli di rincorsa all’ultrasottile, è dedicato a Girard Perregaux che nel 1994 presentò il suo movimento automatico più sottile che per un soffio ha diritto ad entrare nella nostra disamina.

Si tratta del calibro 3100 con il quale pare abbia realizzato la quadratura del cerchio, ovvero un contenuto spessore (2,98 mm) robustezza ed affidabilità.
Ciò è stato possibile ricorrendo a vari “trucchi” (od intelligenti trovate, secondo interpretazioni), tra i quali l’aver previsto l’adozione di rubini per ogni rotismo in gioco che ne eleva affidabilità e raffinatezza.
La rimessa all’ora è piuttosto elaborata con un treno di ruote complesso ed inusuale, il cui scopo è eliminare qualsiasi gioco a vuoto durante la regolazione delle sfere. Ed in effetti chi ha avuto modo di provarlo (come il sottoscritto), può confermare questa caratteristica.



La sua costruzione rivela però anche qualche concessione al risparmio, o meglio alla razionalizzazione in chiave industriale.
Infatti alcuni di rotismi sono fissati in maniera permanente su di un lato del ponte, tramite ribattitura dei perni cosa che ne impedirebbe, in teoria, la corretta ispezione e pulizia ma ne abbassa i costi di realizzazione e montaggio.


Un'altra trovata è quella di inserire un distanziale (volgarmente uno "spessore") per regolare con precisione la distanza del ponte del bilanciere. Metodo scaltro che permette di contenere i costi ottenendo comunque una precisione assoluta.

Il bilanciere in  Glucydur, la spirale Nivarox di prima qualità, la racchetta con vite micrometrica e l’antiurto Kif, completano il quadro del sistema di regolazione.
La spirale è unita al bilancere con saldatura al laser, metodo piuttosto sofisticato e tecnologicamente avanzato, utilizzato anche da Rolex e Audemars Piguet.

Il rotore (che carica solo in senso antiorario) è montato su un cuscinetto a sfere che, con lo scopo di nasconderlo alla vista (chissà poi perché….), non è alloggiato superiormente, ma su un piccolo ponte inferiore secondo un disegno esclusivo.

In generale il movimento risulta assai accurato ed esente da critiche.
Per le parti strategiche, anche per quelle più nascoste, non si è lesinato in quanto a finitura funzionale. Persino la parte interna del bariletto è finemente spazzolata.



Questo calibro è stato adottato da Daniel Roth, Ebel, Vacheron, Cartier, ed altri e si presta molto bene ad integrare moduli aggiuntivi come cronografi (spesso D.D.) e calendari perpetui.

Da fruitore di un GP Chrono www.tc non posso parlarne che bene. Rapidissimo a prendere la carica ed anche molto preciso a dispetto del bilanciere invero un pò piccolino.

Questo il riassunto sintetico delle caratteristiche:
Diametro 24,5mm (10,5 linee)
Spessore 2,98mm
27 rubini,
28.800 a/h
50 ore di riserva di carica.
Data con scatto rapido
« Ultima modifica: Gennaio 04, 2018, 18:34:47 pm da S.M. »
Ciò che non si muove non si usura.......Quello che non c'è non si rompe.

Errol

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Re:Ultra piatti, ultra sottili o extra piatti...
« Risposta #148 il: Gennaio 04, 2018, 18:33:11 pm »
il cambio del bilanciere è una novità di "recente introduzione" secondo me più scenografica che di effettiva utilità comunque; in ogni caso male non fa.

sul discorso cambio frequenza se ne parlò qualche tempo fa parlando del 3130 dove la riserva indicata sul quadrante è passata da 50 a 45 ore.
io personalmente ho sempre reputato tale modifica un semplice vezzo estetico che limita un po' la grandezza del settore e lo rende più simmetrico a quello delle fasi luna, ma potrebbe anche darsi che la cosa sia stata effettivamente dovuta al cambio di frequenza che ha ridotto la durata della carica.
        

Errol

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Re:Ultra piatti, ultra sottili o extra piatti...
« Risposta #149 il: Gennaio 04, 2018, 18:35:52 pm »
L’ultimo capitolo del lungo viaggio attraverso cinque secoli di rincorsa all’ultrasottile, è dedicato a Girard Perregaux che nel 1994 presentò il suo movimento automatico più sottile che per un soffio ha diritto ad entrare nella nostra disamina.

Si tratta del calibro 3100 con il quale pare abbia realizzato la quadratura del cerchio, ovvero un contenuto spessore (2,98 mm) robustezza ed affidabilità.
Ciò è stato possibile ricorrendo a vari “trucchi” (od intelligenti trovate, secondo interpretazioni), tra i quali l’aver previsto l’adozione di rubini per ogni rotismo in gioco che ne eleva affidabilità e raffinatezza.
La rimessa all’ora è piuttosto elaborata con un treno di ruote complesso ed inusuale, il cui scopo è eliminare qualsiasi gioco a vuoto durante la regolazione delle sfere. Ed in effetti chi ha avuto modo di provarlo (come il sottoscritto), può confermare questa caratteristica.



La sua costruzione rivela però anche qualche concessione al risparmio, o meglio alla razionalizzazione in chiave industriale.
Infatti alcuni di rotismi sono fissati in maniera permanente su di un lato del ponte, tramite ribattitura dei perni cosa che ne impedirebbe, in teoria, la corretta ispezione e pulizia ma ne abbassa i costi di realizzazione e montaggio.


Un'altra trovata è quella di inserire un distanziale (volgarmente uno "spessore") per regolare con precisione la distanza del ponte del bilanciere. Metodo scaltro che permette di contenere i costi ottenendo comunque una precisione assoluta.

Il bilanciere in  Glucydur, la spirale Nivarox di prima qualità, la racchetta con vite micrometrica e l’antiurto Kif, completano il quadro del sistema di regolazione.
La spirale è unita al bilancere con saldatura al laser, metodo piuttosto sofisticato e tecnologicamente avanzato, utilizzato anche da Rolex e Audemars Piguet.

Il rotore (che carica solo in senso antiorario) è montato su un cuscinetto a sfere che, con lo scopo di nasconderlo alla vista (chissà poi perché….), non è alloggiato superiormente, ma su un piccolo ponte inferiore secondo un disegno esclusivo.

In generale il movimento risulta assai accurato ed esente da critiche.
Per le parti strategiche, anche per quelle più nascoste, non si è lesinato in quanto a finitura funzionale. Persino la parte interna del bariletto è finemente spazzolata.



Questo calibro è stato adottato da Daniel Roth, Ebel, Vacheron, Cartier, ed altri e si presta molto bene ad integrare moduli aggiuntivi come cronografi (spesso D.D.) e calendari perpetui.

Da fruitore di un GP Chrono www.tc non posso parlarne che bene. Rapidissimo a prendere la carica ed anche molto preciso a dispetto del bilanciere invero un pò piccolino.

Questo il riassunto sintetico delle caratteristiche:
Diametro 24,5mm (10,5 linee)
Spessore 2,98mm
27 rubini,
28.800 a/h
50 ore di riserva di carica.
Data con scatto rapido

se mettiamo anche il GP allora secondo me andrebbe analizzato anche il Longines 990 (alias Lemania 8810) spesso 2.95 mm con doppio bariletto