Questo è un articolo di swissinfo.ch con un' intervista al presidente del salone di Ginevra proprio in periodo di salone....molto interessante:
Rinascita dell'orologeria svizzera grazie alla Cina
Didascalia: Visitatori ammirano degli orologi durante il 21° Salone internazionale dell'alta orologeria che si è tenuto a Ginevra dal 18 al 22 gennaio. (Keystone) Altri sviluppi
Di Simon Bradley, swissinfo.ch L'industria orologiera svizzera ha ritrovato il suo stabile corso di crescita grazie alla grande richiesta di prodotti di lusso da parte dell'Asia. Le aziende del settore si sono ritrovate durante il 21esimo Salone internazionale dell'alta orologeria (SIHH) di Ginevra.
«Quest'anno mi sento molto più serena e fiduciosa», afferma Fabienne Lupo, la direttrice del salone.
Il 2010 è stato un anno 'spettacolare' per l'industria orologiera svizzera: in novembre le esportazioni sono aumentate quasi del 30% rispetto allo stesso mese del 2009, attestandosi a 14,6 miliardi di franchi. I risultati del mese di dicembre non sono ancora stati pubblicati, ci si aspetta comunque una cifra vicina al record del 2008: 17 miliardi di franchi.
«Sono particolarmente soddisfatto di questa evoluzione», spiega Jean-Daniel Pasche, presidente della Federazione dell'industria orologiera svizzera. «Quello che mi stupisce è la velocità e la dimensione dei cicli».
Nel 2009, la recessione ha colpito duramente il settore con una diminuzione del 24% nelle esportazioni e la perdita di circa 4'000 posti di lavoro in un'industria che impiega 53'000 persone.
«A livello strutturale, però, non siamo stati colpiti. Appena la situazione del mercato è migliorata, il settore è riuscito a trarre profitto dalle sue reti di distribuzione e dei prodotti disponibili», illustra Pasche.
Per il 2011, ci si aspetta una crescita ancora maggiore: «L'incremento delle esportazioni sembra molto favorevole. L'unico problema potrebbe essere il franco forte che potrebbe influenzare il nostro potere concorrenziale e i margini di guadagno», ribadisce il presidente della federazione.
Mercato asiatico in espansione «Le previsioni sono positive, soprattutto grazie ai nuovi mercati asiatici», chiarisce la direttrice del salone. «Il dragone cinese si è risvegliato, i cinesi non comperano orologi svizzeri solo a casa loro, ma anche nel resto del mondo».
Nel 2010, le esportazioni verso il mercato asiatico sono aumentate notevolmente: +55% in Cina, +46% ad Hong Kong e + 37% a Singapore.
A inizio settimana, il gruppo Richemont - il gigante del lusso con sede a Ginevra che organizza il SIHH - ha comunicato una crescita nelle vendite del 33% per tutto il 2010.
Le vendite nella regione Asia-Pacifica sono aumentate del 57%, attestandosi a 1,03 miliardi di dollari. I clienti cinesi hanno comperato soprattutto orologi di lusso delle marche Cartier, Piaget e Vacheron Constantin. L'anno prima, le vendite del gruppo sono cresciute del 25%, rendendo l'Asia la regione con la crescita più veloce.
Gli analisti ritengono che la regione supererà presto l'Europa in quanto cliente numero uno del gruppo.
Sete di lusso «La Cina è diventata l'Eldorado per i prodotti di lusso», afferma Christian Barbier, responsabile delle vendite della maison Parmigiani.
«I cinesi sono assetati di prodotti di lusso che rappresentano un certo tipo di valori. Lo stesso fenomeno si è potuto osservare in Russia dieci anni fa».
In base alle stime dell'istituto di consulenza finanziaria KPMG, la Cina è il secondo mercato del lusso a livello mondiale dopo il Giappone.
In un rapporto pubblicato nel mese di agosto 2010, KPMG afferma che il segmento cinese dei super-ricchi è costantemente cresciuto nonostante la crisi economica globale.
«Mentre nel 2010, i giovani professionisti e gli altri consumatori hanno avuto qualche difficoltà a conseguire stipendi più alti, le aziende del settore privato stanno sorpassando le ex-aziende statali in quanto generatori di benessere e creatori di una nuova elite di consumatori», si legge nel rapporto.
In Cina, la domanda interna è iniziata a crescere alla fine del 2008. Nel 2009 e nel 2010, molte marche di orologi hanno pertanto focalizzato le loro strategie di marketing spostandole dal Nord America, afferma Barbier.
«L'Asia e, in particolare la Cina, sono diventate un obiettivo a corto termine per conseguire una crescita veloce», spiega Barbier. Nella regione asiatica, però, la concorrenza è molto dura nel settore dei beni di lusso.
«Nei prossimi 5 anni, la maggior parte dei segmenti del mercato di lusso sarà satura e la barriera all'entrata sarà molto più alta», afferma il responsabile delle vendite.
Non puntare tutto sulla stessa carta Secondo gli esperti, le marche che hanno investito 10 anni fa nel mercato asiatico, sono ora in una posizione vantaggiosa e iniziano a raccogliere i benefici.
Parmigiani, che ha avviato la sua attività nel 1986 e impiega 500 persone e produce 5'000 orologi di lusso all'anno, è tuttavia consapevole del rischio di concentrarsi solamente sul mercato cinese.
Pertanto, la casa orologiera ha sviluppato tre piattaforme di vendita, una in Svizzera, una a Miami e una ad Hong Kong. Il mercato americano resta per Parmigiani un «mercato estremamente importante».
Anche la maison Cartier condivide la posizione cauta di Parmigiani. Bernard Fornas, CEO di Cartier, ha messo recentemente in guardia dalla dipendenza eccessiva dai mercati cinesi.
Fornas ha affermato all'agenzia di stampa Reuters: «Abbiamo implementato delle strategie complementari nelle altre regioni. In nessun caso intendiamo trascurare gli altri mercati».
Cartier, che ha già 34 punti vendita in Cina, pensa di aprire 6-7 nuovi negozi cinesi quest'anno e altri 15-20 negozi nel mondo, per esempio, in città come Abu Dhabi.
Simon Bradley, swissinfo.ch
Ginevra
(traduzione e adattamento, Michela Montalbetti)