La nostra Nazione importa (ma esporta pure) energia elettrica quando serve (perchè la richiesta supera la disponibilità di produzione in quel particolare momento) oppure quando è più conveniente comprarla da altri produttori stranieri: è solo un problema di costi, legati al rapporto domanda-offerta.
Anche gli altri Paesi europei, con i quali siamo collegati in rete, fanno così: ogni giorno, a tutte le ore, il distributore (Terna) verifica la richiesta istantanea di energia e "decide" se è più conveniente produrla nelle nostre centrali (che possono variare la potenza prodotta) oppure acquistarla da chi in quel momento la può vendere e al prezzo migliore (per Terna...).
L'energia prodotta, purtroppo, non si può immagazzinare e nemmeno trasportare per lunghe distanze pena grosse perdite di carico: ecco la necessità quindi di un costante e puntuale monitoraggio del rapporto produzione-domanda.
Tipicamente, noi importiamo di notte energia elettrica dalla Francia che, con le sue 56 centrali nucleari che producono costantemente "a tavoletta", avrebbe grosse difficoltà a smaltirla ed è quindi disponibile a venderla a basso costo proprio in quelle ore, quando crolla la richiesta interna: ragion per cui, le nostre centrali termiche del nord vengono portate al regime minimo di produzione (non si possono spegnere del tutto, pena un'attesa troppo lunga per il successivo riavvio).
Di giorno, invece, dobbiamo "arrangiarci" con i nostri impianti e, quando ci si accorge che si sta raggiungendo il massimo carico, ci si collega ad altri produttori.
Da notare che la "fonte" di produzione di energia è irrilevante: nucleare, solare, eolico, tutto fa brodo, purchè l'energia sia immediatamente disponibile e per la quantità richiesta.
Capite bene che, da questo punto di vista, il solare e l'eolico non possono avere la stessa "affidabilità" di una centrale a carbone o ad olio combustibile o nucleare, proprio perchè troppo legati alle condizioni meteorologiche o temporali del momento in cui viene richiesta la fornitura.