Comincio ad avere un'età in cui alcuni coscritti se ne sono già andati, magari da tempo. Ricordo in particolare un mio amico; Massimo allora aveva 40 anni, uno più di me, non gli mancava niente: denaro, (industrialotto dell'arredamento) una bella famigliola, un recente passato molto godereccio e molto altro. Lo incontrai qualche giorno giorno prima di partire per le ferie estive, tra l'altro mi disse: " Cosa aspetti a dimagrire un pò, guarda me, perfettamente in linea, faccio le mie belle partitelle a calcetto e mi mantengo in forma". Al mio ritorno dalle ferie, ci rimasi parecchio male quando lessi le affissioni mortuarie che lo riguardavano. La sera prima aveva fatto la sua bella partitella a calcetto, poi era tornato a casa si era fatto una doccia ed era andato a dormire; l'indomani mattina, avrebbe dovuto raggiungere moglie e figlio al mare; non lo potè fare, lo trovarono nel suo letto dopo che la moglie aveva cercato invano di comunicare con lui; infarto fulminante! Penso che per ognuno di noi, l'epilogo della nostra vita, sia già scritto e che nulla si possa fare per evitarlo; non so quanto potesse contare il fatto che suo padre morì più o meno alla stessa sua età, della stessa morte. Alle volte anche io mi domando che senso abbia vivere oltre una certa età, quando oramai si sono "messe le cose a posto" e la vita sembra soltanto un lento trascinarsi verso l'inevitabile fine. Non ho paura di morire, mi spaventa l'eventualità di sopravvivere alle persone che amo, specie quelle che la vita non l'hanno ancora interamente vissuta, i più giovani di me.