L'altro giorno viene un collega che non avevo ancora conosciuto sulla mia base, impossibile che lo sguardo non vada subito sul polso.. Submariner vintage 1680 anni 80, più o meno.
Parlando di orologi mi dice che all'inizio anche lui fu preso dalla "bulimia orologiera", al punto che subito dopo un acquisto, anche importante, già era predisposto per pensare al successivo.
Lui ha qualcosa come 120 orologi, uno più bello dell'altro e di gran marche, ma da una decina di anni a questa parte indossa solo ed esclusivamente il Sub, aggiungendo che potrebbe darli via tutti senza accorgersi della loro mancanza, tutta un'altra filosofia, insomma.
E sapete che alla fine mi ha convinto?
Da tempo mi chiedevo che senso ha acquistare orologi a vanvera solo per il fatto di possederli, pensateci: un orologio vive solo quando stà al polso del suo padrone, e lasciarlo nel cassetto dentro una scatola soddisfa solo un effimero senso della proprietà.
In altre parole, per me è stato uno spunto di riflessione non da poco, e non per il fatto che non ci sono mai arrivato spontaneamente, ma perchè mi sono sempre rifiutato di ragionarci sopra, una sorta di rifiuto psicologico ad affrontare il discorso.
Anch'io vorrei approdare all'orologio della vita, un segnatempo che divida con me tutte le vicende quotidiane, che possa narrare silenziosamente il trascorrere del tempo insieme a colui che lo ha scelto come fedele compagno di viaggio..
Ma quale?...
Credo sia davvero arduo, per chi, come noi, ama la "micromeccanica che scandisce il tempo in tutte le sue forme possibili", riuscire, nel lungo termine , ad accettare di avere e di polsare sempre e solo un orologio/cronografo: ritengo che il numero "minimo", per coprire più o meno tutte le esigenze/occasioni, sia tre. Nella fattispecie penso che si dovrebbero avere: un orologio classico/elegante, solo-tempo, piatto, magari in oro (a carica automatica o manuale) ; un diver's solo-tempo, in acciaio o titanio, robusto e leggibile, a carica automatica (20-30 atm e magari adatto ad essere usato in presenza di miscele all'elio) ; un cronografo classico/sportivo , magari con una meccanica dotata di ruota a colonne . Imho.
P.S. Per il resto quoto Roger, a proposito del fatto che la passione non è legata al numero ed alla tipologia di orologi/cronografi posseduti.
In linea di massima, potrei concordare sul tre, ma poi perchè?
Io mi sono imposto un numero, non debbono essere più di otto, perchè oltre non riuscirei a godermeli.
E' il mio numero, credo che ognuno abbia un numero in testa, chi ha il numero uno, ha trovato il suo orologio della vita.
Io non ci penso proprio!
E credo di essere assolutamente d'accordo con te
: infatti, parlando in astratto, ho scritto che "tre" è, per me, il numero "minimo" per riuscire ad avere un "parco orologi" che possa coprire la maggior parte delle situazioni, non potendo rappresentare nemmeno, come "l'unico orologio/cronografo della vita", con tre esemplari una sintesi esaustiva/significativa di tutti i modi possibili di rappresentare lo scorrere del tempo sul quadrante di un piccolo capolavoro di micromeccanica. Tra l'altro, il caso vuole che anch'io possegga otto, tra orologi e cronografi (non particolarmente pregiati, ma dal notevole valore "rappresentativo/affettivo", riguardo a ciò che un "segnatempo" significa per me) e non mi sognerei affatto di pretendere di imporre un "dogma" che stabilisca che il numero "tre" è la perfezione assoluta e chi ne ha di più o di meno (di orologi, naturalmente) è uno sciocco (anche perchè cadrei in una forte contaddizione). D'altro canto anch'io, come altri forumisti, con l'andar del tempo, sto cominciando a rivedere con spirito un po' più critico la mia smania di impossessarmi dell'ultimo "oggetto del desiderio"
, tralasciando il problema pratico di occupare sempre maggiore spazio in casa
(considerando anche quello occupato dalle scatole che li contengono) con orologi/cronografi che, per un motivo o per un altro, rischiano di passare, dopo un periodo iniziale di quotidiana polsatura, molto tempo chiusi in un cassetto.