La mia convinzione è che se fai quel mestiere ci devi essere tagliato, diversamente diventa una sorta di forzatura.
Sono d'accordo che in una giornata ti capitano i rompicoglioni che ti ribaltano il negozio per non comprare nulla, ma anche lì si vede la stoffa, il talento innato del commerciante a non perdere mai la pazienza, a mantenere il suo atteggiamento disponibile e gentile.
Se non ci siete tagliati cambiate mestiere, andate a fare un lavoro che non vi porti a contatto con la clientela.
Beh........ sono 26anni che faccio questo mestiere senza contare gli anni di scuola che aiutavo i miei............ se non c'ero tagliato ero già fallito da mo'!!!!!!!
Difatti non si parla della pazienza che ci tocca sopportare, ma delle "follie anche buffe" che siamo costretti a vedere!!!!
E questo fa parte del mestiere mio caro, e lamentarsi delle stranezze del pubblico è come per un sommozzatore lamentarsi che in acqua c'è umidità...
Io lo capisco subito se un negoziante ha azzeccato il suo mestiere, mi ci vuole un minuto o due al massimo, e (anche) da lì decido se devo comprare o meno.
Attenzione: non dico che il negoziante mi deve incensare o adulare, cosa che peraltro mi provoca disagio ed in alcuni casi anche fastidio, ma noto subito se lui ha le qualità per fare (bene) il suo mestiere.
Poi, tutti sono capaci a gestire un negozio, è il modo in cui lo fai che fa la differenza.
Vale anche per Airangel, che risponde stizzito al mio intervento.
Da lì si capisce che hai sbagliato mestiere, non sei tagliato al contatto col pubblico, si intuisce subito.
Ti manca la pazienza che un vero commerciante deve possedere nel Dna, un innata propensione per i rapporti umani e, anche, la capacità di ingoiare qualche rospo se ciò serve a mantenere un cliente.
Io nella vita ho avuto la fortuna di fare il mestiere che mi piaceva, ma se per disgrazia questo non mi fosse stato consentito, avrei fatto di tutto per arrivarci il più vicino possibile.
Mi rendo conto, però, che questo non sempre è possibile.