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Royal Oak Story

Bertroo

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Royal Oak Story
« il: Novembre 02, 2011, 20:33:37 pm »
Voglio postarvi la storia di un'icona dell'orologeria....per me il più bel sportivo d'alta gamma esistente e mai esistito.....oltre alle parole anche una bella foto che ne spiega la naturale evoluzione....cit Segnatempo:


 Il Royal Oak, viene presentato al salone di Basilea del 1972.
 Il periodo non era proprio florido sia per l'umanità che per l'orologeria.
 Infatti quest'ultima, si vedeva ad affrontare l'invasione del quarzo, che dal Giappone, arrivava feroce e spietato, mandando in crisi l'intera produzione elvetica.
 Molte delle Case produttrici, all'epoca, videro abbassarsi drasticamente la produzione e i fatturati, mentre il quarzo raccoglieva consensi e plausi di tutte le classi sociali.
 Anche le Case più blasonate si videro in seria difficoltà, quando prese alle strette, dovettero ingegnarsi con qualcosa di rivoluzionario.
 Anche Patek Philippe scelse una strada ancora inesplorata con il suo Nautilus, mentre Omega si chinò verso l'elettronica.
 Rolex invece continua per la sua strada, anticipando addirittura i tempi del dopo crisi.
 In Audemars Piguet invece fa capolino tale Alessandro De Marchi, importatore italiano del Marchio, che vista l'antiquata collezione proposta dalla Casa, decide di fare richiesta di un orologio che ancora non esisteva, un orologio che racchiudesse in se la sportività che mancava nel panorama di Audemars Piguet e in quello mondiale.
 Alla guida dell'Azienda, in quel periodo, troviamo Georges Golay, a capo dal 1969 e rimasto fino alla sua scomparsa nel '87, che diede fiducia alla lungimiranza di De Marchi.
E fu proprio Golay a commissionare a Gerald Genta l'orologio che romperà gli schemi, proponendo un orologio che non vantava tanto ergonomia e funzionalità, ma che aveva un impatto estetico che usciva dall'immaginario comune nel mondo dell'orologeria.
L'idea che arrivò dall'artista, era un orologio che unisse un metallo "povero" come l'acciaio, ma che avesse una lavorazione di qualità superiore come si faceva solo per l'oro, e che presentasse linee potenti che emanassero una sensazione di tecnica qualità.
Arrivò così la forma ottagonale, scelta per i suoi lati corti che non si staccavano troppo dalle rotondità consuete dell'epoca.
Arrivarono anche le viti sulla lunetta, le quali avevano ispirato Genta dopo averle viste nell'oblò del casco di un palombaro.
Viti funzionali e bene in vista sulla lunetta, un segno che ancora oggi contraddistingue il Royal Oak.
Anche il bracciale si presenta come un capolavoro integrato alla cassa, ad opera della Gay Fréres, azienda tra le più famose degli anni 50 e 60.

Nel 1972, esordì il primo Royal Oak con referenza 5402 nella versione Grand Taille e si ebbe finalmente il riscontro del pubblico, che naturalmente si divideva in 2 tra i complimenti e i disappunti, visto anche il prezzo che si aggirava all'epoca, intorno alle 700 mila Lire (un Submariner della Rolex ne costava circa 200 e un Ingenieur di IWC 150).
E come ben sappiamo, il successo del Royal Oak, ha ben pochi eguali.
Infatti oggi ci sono ben pochi orologi che possono vantare più di 700 differenti varianti di cui cento in attuale produzione!
Gli operatori del settore, dovettero rassegnarsi al successo del Royal Oak, inserendolo nell'elenco degli orologi di maggior successo della storia, regalando all'Audemars Piguet, l'immunità nella guerra del quarzo degli anni 80, diventando più famoso dell'Audemars Piguet stessa.

Il nome Royal Oak (quercia reale) ha origini nel lontano 1651, quando Carlo II d'Inghilterra, trovò rifugio dalle truppe di Cromwell, sopra ad una quercia, dove rimase per tutta la notte.
La quercia prese così il nome di "quercia reale", e segnò un nuovo punto di partenza per la riconquista del trono.
Per commemorare questo aneddoto, la Marina Militare Inglese, tra il 1769 e il 1914, ha battezzato 4 navi con il nome di Royal Oak, dove troviamo su una di queste, uno scafo in legno di quercia e gli oblò dei cannoni di forma ottagonale serrati da viti.

La cassa del Royal Oak, presenta una soluzione all'impermeabilità semplice quanto geniale.
La lunetta infatti, presenta viti funzionali che passano attraverso la carrure per avvitarsi sul fondello.
Questa soluzione permette di mettere in pressione i 3 elementi, garantendo così un serraggio in tutta sicurezza.
Per la sua costruzione, Audemars Piguet si affida alla Favre & Perret, dove tutti gli elementi della cassa, vengono rifiniti a mano a garanzia di una qualità superiore e dove ad esempio la lunetta, subisce ben 28 passaggi di lavorazione mentre la cassa ne richiede 48.

Anche per il quadrante ci si è avvalsi della più importante azienda del settore, ovvero la Stern (si, proprio quel Philip Stern che sta a capo della Patek Philippe) ed oggi di proprietà della Richemont.
Da li a poco, nasceva il primo orologio che associava 'acciaio con l'oro, seguito poi da un modello forgiato in "tantalio" (metallo raro e nobile con densità simile all'oro ma con la resistenza dell'acciaio), segnado così ancora una volta una serie di primati.

Nel 1967 debutta il calibro 2120, un movimento meccanico a carica automatica che batte ancora una volta un record, quello dello spessore unito all'affidabilità e precisione.
Siamo davanti ad un movimento di 12 linee dello spessore di 2,45 mm. con 26 rubini (che diventeranno 36) e un bilanciere Gyromax (diventato poi monometallico a 3 bracci in Glucydur) spirale piana e 19.800 a/h con un rotore in oro 21 carati a carica bidirezionale e 45 ore di carica.
La sua naturale evoluzione divenne il calibro 2121 con datario che faceva crescere lo spessore fino a 3,05 mm.

Arriva nel 1993 una svolta stilistica nella collezione Royal Oak, con il debutto del modello Off Shore, un modello che trova la sua massima espressione nelle funzioni di cronografo, con linee decisamente ingombranti e potenti, che fa di sè il punto di forza tra gli oggetti del desiderio.

Nel 2005 nasce il primo movimento di manifattura: il 3120, montato sulla nuova referenza 15300.
« Ultima modifica: Novembre 02, 2011, 20:38:11 pm da caio giulio cesare »

orologico

Re:Royal Oak Story
« Risposta #1 il: Novembre 03, 2011, 08:10:36 am »
Grazie Rob, quando avrò tempo la leggero con calma.

massotto

Re:Royal Oak Story
« Risposta #2 il: Novembre 03, 2011, 09:17:25 am »
l'orologio non mi piace ( esteticamente )   e non lo considero un'icona dell'orologeria ma uno dei tanti , innumerevoli , 'lavori estetici' portati ( giustamente ! ndr. ) avanti da una maison blasonata ....
 
quindi non mi interessa ne la storia del RO ne quella del Nautilus e non lo leggo ....  ;) :D   ( tutti hanno una storia ...leggi nascita e sviluppo.... anche Seiko , ma non tutti diventano icone )
 
* a proposito di quello che ho scritto sulla rinvigorita moda e mercato dei due sopra citati orologi , eccone la conferma  in questo post  ... :D :D

Luca

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Re:Royal Oak Story
« Risposta #3 il: Novembre 03, 2011, 09:46:48 am »
Dire che il RO non sia un icona..beh ..dal mio punto di vista è un po' azzardato..può piacere o non piacere...però AP è divenuta quella che è grazie alle vendite di questo modello..immagino...poi è il mercato che decreta la buona riuscita di un modello..e il RO ..beh è ambito..senza contare che il nuovo AP 3120 by Papi ..beh è diventato di vera manifattura...i primi calibri erano by JLC ..anche se quando AP adottò quei calibri era tra i proprietari di JLC.
 

massotto

Re:Royal Oak Story
« Risposta #4 il: Novembre 03, 2011, 10:13:47 am »
Un oggetto ambito non è un'icona....
 
Io ambisco a oggetti che non sono icone ma rappresentano tappe storiche evolutive dell'orologeria .....
 
Il Navitimer Chrono matic automatico del 69 microrotore è un'icona dell'orologeria moderna , tecnicamente e  storicamente ( per i motivi che tutti sappiamo ) ...... 
 
Puo' non piacere ma è cosi'...
 
Mi speghi perchè  è un'icona.....?  Cos'ha rappresentato tecnicamente e storicamente ( storie di uomini e utilizzi  non  di  status o movimenti pregiati inside )
 
lascia stare che sia ambito... perchè , come abbiamo sempre detto , il 99% della gente lo fà per status symbol ... come con Rolex ..... :D ;)
 
C'è uno che conosco che ha ereditato.....la settimana scorsa si è comprato la Porsche e il RO .....   domani gli chiedo se sa chi era Ferdinand Porsche e cosa ha creato... :D :D :D :P :P :P

jjoe

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Re:Royal Oak Story
« Risposta #5 il: Novembre 03, 2011, 10:16:57 am »
non lo considero un'icona dell'orologeria ma uno dei tanti , innumerevoli , 'lavori estetici'

Bella bestemmia!!! Aborro!!!  :o

massotto

Re:Royal Oak Story
« Risposta #6 il: Novembre 03, 2011, 10:30:52 am »
Panerai è ( o era ..) ambitissimo .... ma non è un'icona di nulla.....
 
storiella al minimo sindacale e  movimenti  mediocri ( nei base storici ) ...
 
qualcuno mi spieghi , gentilmente , in modo piu' terra terra possibile   il perchè   il   RO    è     un'icona ....
 
Tralasciando l'ambizione personale o il lavoro estetico  , spesso diversa per ognuno di noi ... :D :D

Luca

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Re:Royal Oak Story
« Risposta #7 il: Novembre 03, 2011, 10:36:59 am »
Se vuoi può essere considerato un orologio ..o un simbolo di estetica..una icona estetica...il Navitimer è un simbolo per caratteristiche di tipo tecnico ..se vuoi..microrotore.. il RO è ambito perchè è un simbolo estetico..ha una linea riconoscibile e bella..un po' come la linea del Porsche..che poi il RO abbia un calibro eccellente e che nell'apprezzare l'icona estetica nessuno indagherà sulla bontà del calibro ..purtroppo..beh questo è un altro discorso.
Andare a sviscerare tutto il sotto bosco delle scelte che portano ad apprezzare un oggetto piuttosto che un altro..beh è una cosa gigantesca e secondo me non porta a nulla...quello che trovo sbagliato...dal mio punto di vista..è assegnare una scala morale alle scelte che stanno dietro alla consapevolezza di crearsi una idea su un prodotto....non è che chi vede una icona solo con motivazioni estetiche è meno "accettabile" moralmente di chi stila una gruduatoria con altri parametri.....
Per chiudere..secondo me..non è giusto escludere l'approccio estetico tra le connotazioni da segiursi per arrivare ad affermare una icona estetica...
 

massotto

Re:Royal Oak Story
« Risposta #8 il: Novembre 03, 2011, 10:40:57 am »
l'esercizio estetico ( meramente tale ) è assolutamente personale come tutti qui sanno ...
 
Un'icona è un simbolo universalmente riconosciuto come tale , un riferimento globale indiscusso  , una tappa tecnica .
 
...oggettivamente bello ma  non :  un puo' piacere o non puo' piacere ....
 
non accetto il RO come icona in questo senso ....  (..)   ;)
 
*forse per il modaiolo ambizioso ...  non per me . 

Dani80

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Re:Royal Oak Story
« Risposta #9 il: Novembre 03, 2011, 11:14:14 am »

 
Un'icona è un simbolo universalmente riconosciuto come tale , un riferimento globale indiscusso  , una tappa tecnica .
 



Praticamente hai appena descritto il Royal Oak... :D ;)


E comunque un oggetto non raggiunge lo status di icona "solo" tramite imprese storiche o tappe tecniche (credo che tu abbia saltato nell'articolo, la descrizione che è stata fatta sulla costruzione della cassa, se non è tecnica quella mi dici cos'è?)
Mai sentito parlare di design?

Un oggetto può essere considerato un'icona anche grazie alle linee che lo contraddistinguono da ogni altro medesimo oggetto...e mi pare che il Royal Oak, con i suoi quasi 50 anni di servizio, sia ancora uno degli orologi più desiderati del mondo...

« Ultima modifica: Novembre 03, 2011, 11:15:53 am da Dani80 »
Cold silence has a tendency to atrophy any sense of compassion! (J.Maynard Keenan - Tool)

massotto

Re:Royal Oak Story
« Risposta #10 il: Novembre 03, 2011, 11:20:39 am »
ripeto per l'ultima volta poi chiudo...
 
l'estica  e il design , proprio perchè tale , non è universale ma personale...
 
Io , per esempio , non lo ambisco per nulla......   
 
e come me credo tanti altri.... 
 
*conosco vari che che piuttosto che una Porsche 911  girerebbero  con la X3 ... :D :D :D
 
Se non è un'icona estetica di design  a sentir molti  la 911 !!!!
 
 

Dani80

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Re:Royal Oak Story
« Risposta #11 il: Novembre 03, 2011, 11:36:49 am »
ripeto per l'ultima volta poi chiudo...
 
l'estica  e il design , proprio perchè tale , non è universale ma personale...
 
Io , per esempio , non lo ambisco per nulla......   
 
e come me credo tanti altri.... 
 
*conosco vari che che piuttosto che una Porsche 911  girerebbero  con la X3 ... :D :D :D
 
Se non è un'icona estetica di design  a sentir molti  la 911 !!!!


Anche in questo sbagli, l'estetica è si personale, ma il successo di un oggetto è decretato da innumerevoli fattori...

A me non piace "L'Urlo" di Munch, ma è indiscutibilmente un'opera d'arte storica.
A me non piace "L'Eneide" e "L'Odissea", ma sono indiscutibilmente delle opere letterarie storiche

A te non piace il Royal Oak, ma è indiscutibilmente un'opera di Design (e di tecnica) storica.

 :D ;)

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Luca

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Re:Royal Oak Story
« Risposta #12 il: Novembre 03, 2011, 11:43:47 am »
Dal mio punto di vista...ti sei un po' incartato..o stai usando dei termini non adatti....se utilizziamo il significato che comunemente si dà al termine icona..il RO ci sta benissimo e rientra pienamente ...se vuoi solo con i propri canoni estetici...nel senso che il RO può essere deifnito tranquillamente una icona del mondo della orologeria..proprio per i suoi parametri estetici.
Che tu dica che i parametri estetici e di design sono prettamente soggettivi e per questo non impiegabili come parametri per esprimere un giudizio...beh..per me è una forzatura..perchè se fosse come dici tu..beh arriveremmo a dire che la Gioconda è solo un quadro come tanti altri e che quindi non è degno di nota..insomma con il tuo discorso non esisterebbe tutto il mondo legato alle arti...(ovviamente portato all'estremo).Nel RO c'è stato un impiegno artistico da parte di qel genio che è stato G. Genta..c'è stato nel generare un tipo di cassa particolare e brevettato e nel dare le forme sinuose alla cassa..e questo non è un argomento totalmente soggettivo...il discorso che fai tu...secondo me..potrebbe valere per cercare di creare una graduatoria nel campo delle tappe dell'orologeria..però quì si aprirebbe un nuovo fronte..quali sono le migliori scoperte? ..i rotori o le scoperte nel campo dell'organo regolatore? ..quali sono più degne di nota? ecc.
 

massotto

Re:Royal Oak Story
« Risposta #13 il: Novembre 03, 2011, 11:44:07 am »
beh... paragonale il RO con l'Eneide e l'Odissea...... ;D ;D ;D ;D ;D :P :P :P :P
 

Teo

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Re:Royal Oak Story
« Risposta #14 il: Novembre 03, 2011, 11:44:11 am »


Grande Rob, bellissimo post sulla storia di un gran pezzo dell'orologeria sia dentro che fuori!!!
E' già in archivio...
Sarebbe carino aggiungere qualcosina sul suo bellissimo calibro  :P :P :P , non è che puoi mettere qualche foto con qualche notiziola tecnica?  8) 8) 8) 8) 8)


Grazie
Matteo