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il calendario:la storia

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il calendario:la storia
« il: Novembre 01, 2011, 16:43:06 pm »
Per parlare del "calendario" bisogna prima vedere bene per un momento cosa si vuole intendere quando si dice "calendario", poiche' in realta' si tratta di un soggetto tra i piu' intricati che si possano incontrare nella storia dell'umanita'.
Quanto all'etimologia della parola, basta tornare indietro all'epoca romana, quando le "calende", primo giorno del mese, rappresentavano il momento in cui si pagavano i conti; quindi a Roma il calendario era il libro della contabilita' delle imprese e delle famiglie.
Circa l'odierno significato, possiamo dire che il calendario e' un sistema per raggruppare coerentemente le unita' di misura del tempo di livello superiore; se chiamiamo "giorno" il tempo corrispondente a una rotazione completa della Terra intorno a se stessa e lo consideriamo come unita' fondamentale per la misura del tempo, possiamo dire che il calendario e' il sistema per raggruppare i giorni secondo multipli di varie dimensioni (settimane, mesi, anni, e cosi' via) allo scopo di far corrispondere nel miglior modo possibile lo scorrere del tempo agli usi della vita sociale e religiosa delle comunita' umane.
Le modalita' dei raggruppamenti sono state le piu' diverse nelle varie civilta' e nelle varie epoche, ma la concezione di base, comune a tutti i calendari inventati nella storia dell'uomo, e' che essi legavano e correlavano il passare del tempo ai cicli astronomici che si svolgono intorno alla Terra.
E' facile comprendere che l'attenzione dell'uomo sia sempre stata attratta da quei fenomeni astronomici che si manifestano in modo piu' evidente; in particolare l'imponente fenomeno di maggior spicco che e' l'alternarsi del giorno e della notte per merito del Sole, l'evoluzione periodica del ciclo lunare con il succedersi delle fasi e la sequenza delle stagioni (collegata con la variazione di durata del giorno e della notte).
In conseguenza, i calendari inventati nelle varie civilta' furono semplicemente dei mezzi per ottenere una certa forma di legame tra il passare del tempo e i cicli astronomici del Sole e della Luna.
Il calendario Giuliano
Iniziamo ora a esaminare come si e' sviluppato il nostro attuale calendario solare, partendo dalla situazione che era in vigore a Roma prima di Giulio Cesare.
Il calendario di quel tempo, stabilito da Romolo e poi corretto da Numa Pompilio, era di carattere essenzialmente lunare, esso si basava su un anno civile che durava 355 giorni corrispondenti a 12 lunazioni; per rifasarlo sull'anno solare ogni tanto si inseriva un mese intercalare della durata di una ventina di giorni, secondo calcoli che i sacerdoti facevano in modo del tutto approssimato.
Al passare degli anni questa incerta procedura aveva determinato un sensibile sfasamento tra calendario e astronomia, sino a quando Giulio Cesare, assistito dall'astronomo alessandrino Sosigene , nel 46 a.C. decise di mettere le cose a posto, riportando le stagioni in fase con il calendario.
Per ottenere questo risultato Cesare dovette aumentare di 90 giorni l'anno 46 a.C. in cui fece la riforma e che per questo motivo venne chiamato "l'anno della confusione".
Oltre a rifasare la situazione calendariale, Cesare trasformo' il calendario romano da lunare a solare. Valutando, secondo il parere di Sosigene, che la durata della rivoluzione terrestre intorno al Sole (o, meglio, del Sole intorno alla Terra) fosse di 365,25 giorni, egli stabili' che il calendario annuale fosse di 365 giorni, e che,per compensare l'eccesso di 0,25 giorni, cioe' di 1/4 di giorno, ogni 4 anni fosse inserito un giorno intercalare aggiuntivo, che doveva raddoppiare il 24 febbraio .
Poiche' secondo la terminologia romana il 24 febbraio era il sesto giorno prima delle calende di marzo, il giorno aggiuntivo venne chiamato "bis sextus dies ante calendas martias",da cui derivo' il suo nome abbreviato "bisextilis" (bisestile) tuttora valido.
Questo calendario romano, che giustamente venne chiamato "giuliano", resto' in vigore per molti secoli in tutti i paesi che prima o poi fecero parte dell'impero romano.
Basato sulla durata dell'anno astronomico valutata da Sosigene in 365.25 giorni, rispetto alla realta' manifestava ancora una piccola differenza dato che l'anno dura esattamente 365.2422 giorni; e qui siamo arrivati al nocciolo della questione.
Il piccolissimo scarto dalla realta' comportava un lievissimo slittamento del calendario rispetto alla situazione astronomica, ma esso era talmente esiguo (0.78 giorni al secolo) che poteva essere apprezzato dall'uomo solo dopo lunghissimi periodi di tempo, dell'ordine di molti secoli.
Dobbiamo anche aggiungere che lo slittamento di pochi giorni che si sarebbe manifestato dopo molti secoli non poteva avere alcuna importanza agli effetti delle attivita' sociali calendariali della gente.
All'atto pratico Giulio Cesare e Sosigene potevano essere ben soddisfatti della loro opera e i loro discendenti non avevano alcun motivo sociale per intervenire con cambiamenti; lo slittamento tra calendario e astronomia a tutt'oggi sarebbe arrivato soltanto a 13 giorni: ben poca cosa.
La chiesa cattolica e la data di Pasqua
Prima di proseguire dobbiamo per un momento cambiare scenario.
Passiamo al IV secolo d.C., in periodo di pieno fulgore della Chiesa cristiana, che si trovava in una posizione di grande espansione e di riassetto teologico sul piano delle fede e della liturgia. Nel 325, di fronte al divulgarsi dello scisma di Ario, l'imperatore Costantino il Grande giudico' che fosse venuto il momento di intervenire e convoco' a Nicea, in Bitinia, un famoso Concilio Universale che condanno' solennemente l'arianesimo.
Tra le altre decisioni, il Concilio promulgo' anche la regola generale per stabilire la data in cui celebrare annualmente la festa della Pasqua, che fino ad allora veniva osservata in modo diverso nelle varie regioni cristiane.
La regola stabiliva che "Tutte le Chiese celebreranno la Pasqua nella domenica che segue il plenilunio successivo all'equinozio di primavera". E' una regola a carattere calendariale lunisolare e sembra facile, ma non lo e'. Le irregolarita' del moti del Sole e della Luna, e le loro reciproche incompatibilita' obbligarono a fermare in modo permanente, non del tutto astronomico, il significato di equinozio e di plenilunio.
Gli astronomi alessandrini, appositamente interpellati dai padri conciliari, indicarono il 21 marzo come la data in cui a quell'epoca si verificava l'equinozio primaverile; cosi il concilio di Nicea stabili che nella regola della Pasqua per "equinozio" si dovesse intendere il 21 marzo e per "Luna Piena" la Luna che segue di 14 giorni il novilunio. In sostanza il tutto venne interpretato alla luce di un calendario lunisolare ecclesiastico che non necessariamente corrispondeva al calendario astronomico.
Si pote' cosi continuare a usare nella liturgia ecclesiastica il complesso rapporto tra i moti del Sole e della Luna (a malapena illuminato dal ciclo di Metone) e nel contempo governare con maggior ordine e uniformita' la data della Pasqua.



Gregorio XIII e la riforma del calendario
Torniamo ora ai problemi del calendario, che avevamo lasciato al tempo di Giulio Cesare.
Mentre attraverso i secoli scorreva placidamente il calendario giuliano, la durata dell'anno solare, mal compensata da Sosigene che aveva dettato quel calendario, faceva allontanare piano piano il 21 di marzo dall'equinozio di primavera,alterando il rapporto tra religione e astronomia fissato dal Concilio di Nicea.
Al passare dei secoli,nel giorno 21 marzo il sole ha già superato l’equinozio di primavera e si allontana al ritmo di un giorno ogni 125 anni; nel 1582 lo sfasamento arriva a 10 giorni.

Al ritmo di 8 decimi di giorno al secolo, al passare dei secoli lo sfasamento comincio' a divenire sensibile, spostando la Pasqua cristiana dalla sua conciliare posizione astronomica.
In conseguenza la Chiesa inizio' una serie di studi per correggere questa inaccettabile anomalia liturgica.
Com'e' noto  le azioni necessarie vennero intraprese nel 1582, quasi 13 secoli dopo il Concilio di Nicea, dal Papa Gregorio XIII.
Era questi il bolognese Ugo Boncompagni, di formazione giuridica, la cui attivita' papale e' registrata nella Storia in modo piuttosto controverso. Arrivato tardi al sacerdozio (aveva gia' un figlio), partecipo' intensamente al Concilio di Trento e nel 1572, all'eta' di 70 anni, succedette nel papato a Pio V. Governo' con un rigoroso senso della giustizia, fortemente alieno da ogni forma di nepotismo; fu un Papa certamente molto combattivo e la sua politica fu soprattutto l'arte del possibilismo, talvolta anche eccessivo. Instancabile nel perseguire i protestanti, dovunque essi fossero, finanzio' rivolte contro il regime inglese, combatte' energicamente eretici, turchi e in generale tutti i non cattolici; in complesso pero' la sua politica estera e' stata giudicata generalmente fallimentare. In politica interna cerco' di raccogliere in ogni modo i fondi necessari per le sue imprese, ricorrendo anche a confische di ogni genere e, in conseguenza, alimentando reazioni e lotte tra i partiti e le fazioni e un sensibile aumento del banditismo.
Ma e' stato soprattutto il suo intervento nel campo della liturgia pasquale che indirettamente gli ha fatto ottenere un eminente posto perenne nella storia dell'umanita'.
Durante il suo papato gli astronomi del tempo, e soprattutto Egnatio Danti, gli dimostrarono, senza possibilita' di dubbio, che dal tempo del Concilio di Nicea (325 A.C.) il calendario era rimasto indietro di 10 giorni rispetto al Sole (fig. 4); il 21 marzo, giorno teorico dell'equinozio, sul quale si gestiva la data di Pasqua per dettato del Concilio di Nicea, il Sole non si trovava piu' all'equinozio, ma lo aveva passato di ben 10 giorni.
Nella Torre dei Venti del Vaticano vi e' ancora, tracciata sul pavimento del solaio, la linea meridiana sulla quale Egnatio Danti dimostro' al Papa che il Sole passava sull'equinozio l'11 marzo, anziche' il conciliare 21 marzo, alterando in modo grossolano il momento per celebrare la Pasqua secondo le intenzioni del Concilio di Nicea.
Per apportare le necessarie correzioni e mettere d'accordo calendario e Sole, nel 1582 il Papa decise di adottare il brillante studio del calabrese Luigi Lilio (presentato dal fratello Antonio perche' nel frattempo Luigi era scomparso) e ordino' la famosa riforma del calendario che ancor oggi e' in vigore in tutto il mondo civile e che ha iscritto il nome di Gregorio XIII nella Storia dell'umanita'.
In sostanza lo scopo della riforma consisteva nel riportare il 21 di Marzo sull'equinozio di primavera e di tenerlo perennemente in quel punto dell'eclittica.
Per ottenere questo risultato la riforma interveniva sul calendario con due provvedimenti fondamentali; il primo consisteva nel drastico immediato rifasamento della data rispetto alla situazione astronomica, saltando di colpo 10 giorni di calendario; percio' nell'anno 1582 dal giovedi' 5 Ottobre si passo' direttamente al venerdi' 16 ottobre (la successione dei giorni della settimana, che non ha rilevanza astronomica, rimase invariata); il secondo provvedimento del Papa fu quello di modificare la regola dei giorni bisestili per evitare che lo slittamento della data tornasse a verificarsi nel futuro.
Per comprendere questo secondo provvedimento, notiamo che la durata dell'anno, accertata con precisione in 365,2422 giorni (anziche' i 365,25 di Sosigene), puo' essere scritta in forma frazionaria:
365 + 1/4 - 1/100 + 1/400 - 0,0003 giorni
da questa espressione si vede che, assumendo un calendario di 365 giorni, si commettono errori di:
- 1 giorno ogni 4 anni
+ 1 giorno ogni 100 anni
- 1 giorno ogni 400 anni
+ 1 giorno ogni 3333 anni.
Per evitare questi errori la riforma stabili l'assetto dei giorni bisestili come segue:
- inserimento di un giorno bisestile ogni 4 anni, negli anni divisibili per 4, per correggere il primo errore; il giorno viene aggiunto come 29 febbraio;
- esclusione del giorno bisestile negli anni centenari, nonostante che siano divisibili per 4, per correggere il secondo errore;
- inserimento del giorno bisestile negli anni divisibili per 400 (o con le prime due cifre divisibili per 4), nonostante che siano centenari, per correggere il terzo errore;
- nessun provvedimento per correggere il quarto microscopico errore.

Per meglio chiarire questa regola, diciamo che, a causa della riforma gregoriana, sono stati e saranno bisestili, ad esempio, gli anni 1980, 1984 ... 1996 eccetera perche' sono divisibili per 4; non sono stati ne saranno bisestili gli anni 1800, 1900 ... 2200 eccetera perche' sono centanari; sono stati bisestili e lo saranno gli anni 1600, 2000, e cosi via, perche' sono divisibili per 400.
Adottando la regola gregoriana, nel cercare di ottene l'accordo tra calendario e Sole rimane non corretto l'ultimo termine della formuletta dell'anno (- 0,0003 giorni) che comporta l'errore di 1 giorno circa ogni 33 secoli; diciamo che questo errore si puo' considerare accettabile, ovvero che i nostri posteri del secolo 4900 dovranno togliere 1 giorno dal calendario, saltando uno dei prescritti giorni bisestili.



ringrazio l'autore Girolamo Fantoni






« Ultima modifica: Novembre 01, 2011, 16:50:06 pm da fabri5.5 »

cicci

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Re:il calendario:la storia
« Risposta #1 il: Novembre 01, 2011, 18:18:11 pm »

Grazie Fabri un pezzo molto interesante..

Cicci
 ;)
La felicità è avere la propria passione per lavoro.  (Alain Silberstein)



Patrizio

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Re:il calendario:la storia
« Risposta #2 il: Novembre 01, 2011, 18:46:16 pm »
letto tutto di un fiato...
grazie mille......
- Homo sapiens non urinat in ventum -


Bertroo

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Re:il calendario:la storia
« Risposta #3 il: Novembre 01, 2011, 21:47:40 pm »
Argomento interessantissimo! Bell'articolo, un pò di storia serve! ;) Grazie Fabri!

fabri5.5

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Re:il calendario:la storia
« Risposta #4 il: Novembre 01, 2011, 22:28:29 pm »
i ringraziamenti vanno all'autore,
il testo integrale è parecchio più lungo,io mi sono limitato a sintetizzarlo.
avevo già letto diversi articoli a riguardo ma questo è il più completo.

Airangel

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Re:il calendario:la storia
« Risposta #5 il: Novembre 02, 2011, 09:31:20 am »
grande Fabri...

Dani80

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Re:il calendario:la storia
« Risposta #6 il: Novembre 02, 2011, 11:21:16 am »
Grazie per l'articolo...davvero interessante.

Cold silence has a tendency to atrophy any sense of compassion! (J.Maynard Keenan - Tool)

Re:il calendario:la storia
« Risposta #7 il: Novembre 02, 2011, 12:20:28 pm »
Molto interessante anche questo. Grazie

Teo

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Re:il calendario:la storia
« Risposta #8 il: Novembre 04, 2011, 16:54:59 pm »
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Airangel

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Re:il calendario:la storia
« Risposta #9 il: Novembre 05, 2011, 08:15:35 am »
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ti serve per caso uno splendido ed elegante raccoglitore lux ad anelli per i tuoi archivi??
ahahahahah

Teo

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Re:il calendario:la storia
« Risposta #10 il: Novembre 05, 2011, 11:06:08 am »
Archiviato  ;D ;D ;D

ti serve per caso uno splendido ed elegante raccoglitore lux ad anelli per i tuoi archivi??
ahahahahah


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no io tutto elettronico e on-line si chiama google docs
Matteo

Airangel

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Re:il calendario:la storia
« Risposta #11 il: Novembre 05, 2011, 13:34:38 pm »
google docs??

come osano famme concorrenza??

non c'è più religione

Teo

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Re:il calendario:la storia
« Risposta #12 il: Novembre 05, 2011, 13:51:40 pm »
google docs??

come osano famme concorrenza??

non c'è più religione


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