So di andare contro corrente (certo che per una tragedia del mare è il colmo....
) scrivendo quello che mi accingo a fare.
Un ufficiale che arriva ad essere nominato comandante di una nave del genere deve essere un marittimo con i controc....i: una compagnia di navigazione non affida un capitale di centinaia di milioni di euro ad uno sprovveduto.
Non solo, oltre ad avere i titoli e le abilitazioni necessarie per governare un natante di quelle dimensioni, deve aver superato una dura selezione all'interno dei ruoli di quella stessa compagnia.
Mi sembra troppo facile, adesso, scaricare tutte le colpe sulle spalle del comandante, anche se, per definizione, egli è il responsabile di tutto quello che avviene a bordo.
Escludo nella maniera più assoluta che quel tipo di nave non fosse dotata di strumenti tali da rilevare in anticipo pericoli comuni come uno scoglio affiorante: evidentemente, queste segnalazioni non sono state prese in considerazione, oppure quelle apparecchiature erano state disattivate, forse per consentire proprio di avvicinarsi troppo alla costa.
Sopravvalutazione delle proprie capacità? Imperizia di qualche ufficiale subalterno?
Mi piacerebbe sentire al riguardo il parere di Big Fish: i due "ambienti" evidentemente sono diversi, però penso che se un pilota di elicottero sta facendo una cappellata in volo, qualche sistema di sicurezza glielo segnalerà, prima che sia troppo tardi, no?
Come pure l'accusa infamante dell'abbandono della nave prima che l'ultimo passeggero fosse sbarcato. Il comandante non può mettersi a girare personalmente tutti gli anfratti più nascosti per cercare se c'è ancora qualcuno: ci sono delle procedure, secondo le quali i "responsabili" dei vari ponti segnalano al comando l'avvenuta evacuazione dai vari livelli della nave. E' andata effettivamente così?
Bisogna attendere l'esito delle indagini: secondo me, è troppo presto per dire come sono andate effettivamente le cose.
Resta il fatto che il comandante, decidendo di invertire la rotta e tornare indietro verso l'isola, ha salvato migliaia di vite umane, indipendentemente da chi ha commesso il tragico errore.