Orologico Forum 3.0

Liberalizzazioni.

Manu

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Re:Liberalizzazioni.
« Risposta #75 il: Gennaio 25, 2012, 09:28:39 am »
aumentare le licenze dovrebbe servire ad abbassare le tariffe ed a far lavorare un po' di persone in più

in italia tutti vogliamo difendere le rendite di posizione...la concorrenza non ci piace
ma la non concorrenza genera la situazione attuale..

decidiamoci. ci va bene così? se vogliamo cambiare bisogna pestare qualche piedino e francamente i tassisti non mi paiono categoria debole..
come non lo sono i farmacisti...
siccome è un servizio pubblico si precettano e se non rispettano il precetto si seguono le regole e gli si revoca la licenza...

quoto

Manu

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Re:Liberalizzazioni.
« Risposta #76 il: Gennaio 25, 2012, 09:30:32 am »
se oggi un imprenditore indebitato con la pubblica amministrazione leggesse repubblica, avrebbe un colpo di gioia nel leggere:
"Pubblicato il dl liberalizzazioni
la PA pagherà i fornitori"

poi però.....leggendo bene tra le pieghe dell'articolo.....scoprirebbe che.....a fronte di 70miliardi di euro di crediti verso la p.a., pagheranno qualche spicciolo.....circa 4 miliardi, e la metà in titoli di stato.
questo è il 90% del giornalismo in italia.....truffa verso i lettori.
povero imprenditore indebitato con la p.a.

su un paio di giornali visti di sfuggita stamane
la questione dei titoli come forma di pagamento è nel titolo.


Manu

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Re:Liberalizzazioni.
« Risposta #77 il: Gennaio 25, 2012, 09:37:41 am »
dico la mia velocemente

ho due amici, figli di farmacisti storici di melegnano
quando anni fa introdussero le parafarm, piangevano
eran di quelli che: dovremo licenziare
adesso chi mantiene i due commessi che ho?
ecc...
poi, le parafarm non han fatto alcun danno
le lro due farmacie sono ancora lì
il personale di una, si è addirittura ampliato
e l'altra ha rinnovato interamente il negozio lo scorso anno

quindi, il piagnisteo, a cosa era dovuto??
ve lo dico io: all'avidità.

altro discorso
i tassisti, prima fanno la guerra per avere le licenze (in passato) - sapendo bene che un certo guadagno c'è
poi, quando si minaccia di liberalizzar qualcosa
apriti cielo
vien fuori che dichiarano 18.000 euro anno, ecc..
quindi, prima la guerra per accaparrarsi li licenze, poi...per dire che si fa la fame.
qualcosa non torna
avidità

saluti
« Ultima modifica: Gennaio 25, 2012, 09:54:04 am da Manu »

Airangel

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Re:Liberalizzazioni.
« Risposta #78 il: Gennaio 25, 2012, 11:34:21 am »
ma il peggio è che con queste liberalizzazioni per queste due categorie non cambierà nulla, leggi bene i provvedimenti perchè i diavoli si nascondono nei dettagli.....

Manu

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Re:Liberalizzazioni.
« Risposta #79 il: Gennaio 25, 2012, 11:37:04 am »
ma il peggio è che con queste liberalizzazioni per queste due categorie non cambierà nulla, leggi bene i provvedimenti perchè i diavoli si nascondono nei dettagli.....

procedimenti pieni di contraddizioni.

Re:Liberalizzazioni.
« Risposta #80 il: Gennaio 29, 2012, 15:52:23 pm »
La liberalizzazione per quanto riguarda la professione legale, secondo me, sarà controproducente.
Le tariffe minime erano già molto, molto basse.
Al di sotto dei minimi (e per le cause più piccole) la concorrenza c'era comunque:
era terreno fertile per i praticanti con patrocinio (gli "aspiranti avvocati" che, in attesa del titolo,
possono seguire cause fino a un certo valore).
Senza i minimi i professionisti più "scarsi", potendosi fregiare del titolo, "ruberanno" clienti
ai giovani con patrocinio. Assumeranno nuovi praticanti con patrocinio e li faranno lavorare (gratuitamente)
sulle piccole cause che hanno accumulato. Quindi oltre al danno la beffa, sia per i praticanti,
che non solo perderanno i clienti, ma lavoreranno gratuitamente per arricchire il dominus, che per
i consumatori, i quali, a parità di costo, anzichè affidarsi al praticante, si rivolgeranno all'avvocato,
il quale farà comunque svolgere il lavoro dal praticante.
Questa situazione, secondo me, rasenta il ridicolo.

Senza considerare l'assoluta UTOPIA di poter prevedere anticipatamente il costo o la durata di una causa.
AOR

<i>Homo quisque faber ipse fortunae suae</i>

Airangel

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Re:Liberalizzazioni.
« Risposta #81 il: Gennaio 30, 2012, 07:44:57 am »
infatti l'obbligo di preventivo l'hanno tolto.

Re:Liberalizzazioni.
« Risposta #82 il: Gennaio 30, 2012, 11:38:44 am »
infatti l'obbligo di preventivo l'hanno tolto.


Sì, ma ha dato bene l'idea di come la legge fosse stata sviluppata sulla carta
e non tratta dalla pratica.

Come la pratica forense ridotta a un anno + il tirocinio di sei mesi durante l'università...
ma come, ci lamentiamo che gli studenti sono infarciti di nozioni teoriche e
poco pratiche e gli togliamo un anno di PRATICA sostituendolo con uno di TIROCINIO?
Il tirocinio è ben diverso dalla pratica e, anche se fosse identico, sarebbe part time.
Senza contare che sicuramente verrà sostituito da tirocini alternativi ("""lavori""" presso uffici
pubblici, impieghi fittizi dai familiari -chi ha la "fortuna", o lavori interni all'università,
come ad esempio sorveglianti in biblioteca).
Chi invece volesse fare una pratica seria, formativa, full time, dovrà aspettare la fine dell'università.

Ma anche qui c'è una chicca che rasenta il ridicolo: il bravo studente che si laurea correttamente o in anticipo
(sessioni di luglio e ottobre), mentre prima faceva 2 anni giusti di pratica, adesso dovrà farne di più.
Infatti l'esame è a dicembre, quindi non riuscirà a completare la pratica prima dell'esame.
Quelli lenti, invece (sessioni di febbraio e aprile), faranno la pratica per la durata legale minima. 

Mah...
AOR

<i>Homo quisque faber ipse fortunae suae</i>

alanford

Re:Liberalizzazioni.
« Risposta #83 il: Febbraio 09, 2012, 17:10:37 pm »
I professori austeri ci ridurrano così anche a noi?


Il discorso che segue è stato pronunciato da Sonia Mitralia – membro del Comitato greco contro il debito e del CADTM internazionale, di fronte alla Commissione sociale dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, tenutasi il 24 gennaio 2012 a Strasburgo sul tema: “Le misure d’austerità: un pericolo per la democrazia e i diritti sociali”.

A quasi due anni di distanza dal trattamento d’urto imposto alla Grecia dalla Banca centrale europea, dalla Commissione europea e dal Fondo monetario internazionale, il suo bilancio è catastrofico, rivoltante e disumano.

Per cominciare, gli stessi ispiratori di queste politiche ora riconoscono esplicitamente non solo il loro patente fallimento, ma anche come le loro ricette fossero fin dall’inizio completamente sbagliate, irrealistiche, inefficaci e anche controproducenti. Eccone una dimostrazione, che riguarda non una questione secondaria ma l’essenza stessa del problema: il debito pubblico greco in quanto tale. Secondo tutti i responsabili del disastro greco, se le loro politiche (di rigore più che draconiano) risultassero efficaci al 100%, cosa del resto assolutamente illusoria, il debito pubblico greco verrebbe riportato nel 2020 al 120% del Pil del paese, e cioè al tasso che registrava… nel 2009, quando è cominciato tutto questo gioco al massacro! Insomma, quello che oggi ci dicono cinicamente è che hanno distrutto un’intera società europea… assolutamente per niente!
 
Invece, come se tutto ciò non bastasse, continuano a imporre ai greci - ma praticamente anche a tutto il mondo – esattamente le medesime politiche che loro stessi riconoscono che sono fallite. Così, in Grecia si è arrivati al settimo “Memorandum” d’austerità e di distruzione di servizi pubblici, dopo che i primi sei hanno dimostrato un’assoluta mancanza di efficacia! In Portogallo, in Irlanda, in Italia, in Spagna e un po’ ovunque in Europa si assiste all’applicazione degli stessi piani d’austerità draconiana che approdano dappertutto all’identico risultato, e cioè quello di sprofondare le economie e le popolazioni in una recessione e un marasma sempre più profondi.
 
In realtà, espressioni quali “austerità draconiana” sono assolutamente insufficienti a descrivere quel che sta accadendo in Grecia. I salari e le pensioni sono stati decurtati del 50% o addirittura, in certi casi, del 70%. La malnutrizione imperversa fra i bambini delle elementari, la fame fa la sua comparsa soprattutto nelle grandi città del paese, il cui centro è ormai occupato da decine di migliaia di Senza fissa dimora (Sdf), affamati e cenciosi. La disoccupazione colpisce ormai il 25% della popolazione e il 45% dei giovani (il 49,5% delle giovani donne). I servizi pubblici sono stati ormai liquidati o privatizzati, con la conseguenza che i posti letto negli ospedali si sono ridotti (per decisione governativa) del 40%, che costa carissimo addirittura partorire, che gli ospedali pubblici sono ormai privi di bende o di medicine di base come l’aspirina.

Lo Stato greco è regolarmente incapace (nel gennaio 2012!) di fornire agli alunni i testi per l’anno scolastico iniziato lo scorso settembre. Decine di migliaia di cittadini greci portatori di handicap, infermi o che soffrono di malattie rare si vedono condannati a morte certa a breve scadenza dopo che lo Stato greco ha tolto loro sussidi e medicine. Aumenta a velocità allucinante il numero di tentati suicidi, come del resto quello di sieropositivi e di tossicodipendenti ormai abbandonati alla loro sorte dalle autorità. Milioni di donne greche si vedono ormai gravate di quelle funzioni che normalmente spettavano allo Stato tramite i servizi pubblici, prima che venissero smantellati o privatizzati dalle politiche d’austerità. La conseguenza di ciò è un vero e proprio calvario per queste donne greche: non solo sono le prime a essere licenziate e sono costrette ad assumersi i compiti dei servizi pubblici lavorando sempre più a casa gratuitamente, ma sono anche bersaglio diretto del riemergere dell’oppressione patriarcale che funge da alibi ideologico per il rientro forzato delle donne in seno al focolare domestico.
 


Foto Αngelos Kalodoukas

Si potrebbe continuare pressoché all’infinito a descrivere il decadimento della popolazione greca. Ma, anche limitandoci a quanto detto fin qui, si constata che ci si trova di fronte a una situazione sociale che corrisponde perfettamente allo “stato di bisogno” o di rischio che da tempo il diritto internazionale riconosce. E lo stesso diritto internazionale obbliga esplicitamente gli Stati a dare la priorità alla soddisfazione dei bisogni elementari dei propri cittadini e non al rimborso dei suoi debiti.
Come sottolinea la Commissione dell’Onu sul diritto internazionale a proposito dello “stato di bisogno”: «Non ci si può aspettare che uno Stato chiuda le sue scuole, le sue università e i suoi tribunali, lasci cadere allo stesso modo i propri servizi pubblici, abbandoni la propria comunità al caos e all’anarchia semplicemente per disporre in tal modo del denaro per rimborsare i suoi creditori stranieri o nazionali. Ci sono limiti a quel che ci si può ragionevolmente aspettare da uno Stato, così come da una persona singola».
 
La nostra posizione, condivisa da milioni di greci, è chiara e netta e si riassume nel rispetto del diritto internazionale. I greci non debbono pagare un debito che non è loro, per vari motivi.

Primo: perché l’Onu e le convenzioni internazionali – sottoscritte dal paese ma anche da quelli dei suoi creditori – intimano allo Stato greco di soddisfare come assoluta priorità non i creditori ma i propri doveri verso i suoi cittadini nazionali e stranieri che rientrano nella sua giurisdizione.
 
Secondo: perché il debito pubblico greco, o almeno una sua parte molto importante, sembra presentare tutte le caratteristiche di un debito odioso, e comunque illegittimo, che il diritto internazionale intima di non rimborsare. Ed è del resto la ragione per cui occorrerebbe fare di tutto non per ostacolare (come sta facendo lo Stato greco) ma piuttosto per facilitare il compito della Campagna greca per l’audit civico del debito onde individuarne la parte illegittima.
 
La nostra conclusione è categorica: la tragedia greca non è fatale né insolubile. La soluzione esiste, e il rifiuto, l’annullamento e il non pagamento del debito pubblico greco ne sono parte come primo passo nella giusta direzione. Vale a dire, in direzione della salvezza di un intero popolo europeo, minacciato da una catastrofe umanitaria senza precedenti in tempo di pace…
 
 


Airangel

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Re:Liberalizzazioni.
« Risposta #84 il: Febbraio 09, 2012, 17:46:34 pm »
questo non è ancora niente.....con le misure approvate tra ieri e oggi sarà ancora molto, molto peggio.


la grecia scivolerà presto nella guerra civile purtroppo, è inevitabile......

Teo

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Re:Liberalizzazioni.
« Risposta #85 il: Febbraio 10, 2012, 09:11:57 am »
si purtroppo servirebbe comprensione ed invece c'è solo la voglia di fargliela pagare...

joebar

Re:Liberalizzazioni.
« Risposta #86 il: Febbraio 10, 2012, 09:16:41 am »
Il professore ha detto che vuole farci cambiare le nostre abitudini :(

Manu

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Re:Liberalizzazioni.
« Risposta #87 il: Febbraio 10, 2012, 09:31:37 am »
be
non è una affermazione originale

è stato detto (pure da me) migliaia di volte, che evidentemente c'è stata una implosione del sistema
che così come strutturato...non poteva tenere
ergo: anche gli stili di vita, pian piano dovranno cambiare

io cred oche la generazioni futire, saranno molto + inclini a dover accettar di dover girare il mondo
di dover cercare ciò che si trovava facilmente qui, fino a 15/20 anni fa...altrove
saremo noi, occidentali, a essere "immigrati" (di nuovo)
la ruota gira

Airangel

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Re:Liberalizzazioni.
« Risposta #88 il: Febbraio 10, 2012, 10:11:53 am »
si purtroppo servirebbe comprensione ed invece c'è solo la voglia di fargliela pagare...

qui sta la chiave:

l’Onu e le convenzioni internazionali – sottoscritte dal paese ma anche da quelli dei suoi creditori – intimano allo Stato greco di soddisfare come assoluta priorità non i creditori ma i propri doveri verso i suoi cittadini nazionali e stranieri che rientrano nella sua giurisdizione.

e questo è compito della politica....perchè quando entrano in scena i burocrati di istituzioni sovranazionali scompaiono i diritti minimi di sussitenza.

Teo

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Re:Liberalizzazioni.
« Risposta #89 il: Febbraio 10, 2012, 10:27:00 am »
è il nuovo modo di fare le guerre...