Premetto che ho sempre evitato di commentare nei post in cui si finiva a scrivere di politica.
E spero di riuscire a continuare a farlo anche in questo caso.
Il fatto è che quello che sta succedendo in questi giorni nella mia terra, la Sicilia, è sintomatico di un malessere profondo che ormai pervade tutto il Paese: il progressivo impoverimento di diversi strati sociali e la consapevolezza da parte della gente che la politica (locale, innanzi tutto, ma anche nazionale) ha fallito il proprio compito.
Sorprende soprattutto l'incompleta e parziale informazione che finora è stata riservata da parte dei media all'evento, anche a causa di altre notizie concomitanti e altrettanto gravi (naufragio Costa Concordia, disperati tentativi del nostro premier Monti per tranquillizzare i nostri partner-strozzini europei circa la situazione economica del Paese) che hanno senz'altro catturato l'attenzione pubblica.
Insomma, per farla breve, qui siamo ad un passo dalla rivoluzione.
La benzina non si trova più nei distributori e nei supermercati la merce comincia a scarseggiare: tutta, non solo frutta e verdura.
E i leader dei movimenti spontanei ispiratori di questa protesta (dai nomi romanzeschi: "Forconi", "Forza d'urto"), dopo una serie di vani incontri febbrili con le autorità locali, hanno dichiarato che proseguiranno con la serrata ad oltranza.
E non credete alle strumentalizzazioni che adombrerebbero, anche in questo caso, la presenza della mafia a sobillare le proteste: si tratta "soltanto" di gente incaz...a che non ce la fa più.
Le motivazioni di fondo sembrano essere le solite e condivisibili: l'aumento delle accise sul prezzo dei carburanti ha fatto sì che il prezzo alla pompa dei combustibili risulti il più alto in Italia (anche se in Sicilia viene raffinato più del 60% del petrolio destinato al mercato interno).
Tutto questo comporta che qualunque prodotto isolano viaggi verso la sua destinazione ad un costo superiore rispetto a qualunque altra regione, dato che il trasporto gommato è la via preferenziale utilizzata e le nostre strade cadono letteralmente a pezzi.
Se a tutto ciò sommiamo che la Sicilia è una delle regioni a più alto tasso di disoccupazione, è facile comprendere come ci si trovi veramente di fronte ad una situazione che definire esplosiva è riduttiva.
I goffi tentativi di qualche politico locale di "cavalcare la tigre", al di là della dichiarazioni ufficiali, non vengono assolutamente presi in considerazione dalla gente: anzi, li mandano direttamente e platealmente a fanc..o!
Niente di tutto quello che avviene (o solo una minima parte della realtà) trapela: siamo già sprofondati in un clima di regime e non ce ne siamo resi conto?