Solo chi ha la mia età ha vissuto il lungo sonno dell'orologeria meccanica .In Italia ,verso la fine degli anni 60 ,vi era stata una timidissima apparizione di orologi elettrici (Lip,Timex e qualche altro)che però vennero totalmente ignorati dal pubblico.All'inizio dei 70 comparve il primo vero tsunami nel quieto mondo degli orologi: il Bulova Accutron.Accompagnato da una poderosa campagna pubblicitaria che lo dipingeva come "l'orologio dell'era spaziale" anche se nello spazio non ci andò mai, ebbe un grande successo di vendite.Parallelamente comparvero sul mercato i primi orologi al quarzo con LED luminosi (Pulsar ed epigoni vari) che suscitarono curiosità e nulla più(sia per il prezzo elevato,sia per la scarsissima durata delle pile)Verso la metà del decennio comparvero nel nostro paese i primi quarzi giapponesi con affissione digitale dapprima in numero limitato e prezzo relativamente sostenuto,poi via via in numero più elevato e prezzo contenuto.Nel giro di pochi mesi gli orologi meccanici scomparvero dalle vetrine per lasciare il posto ai nuovi arrivati,I soli orologi tradizionali che resistettero alla "nouvelle vague" furono i pin -lever della fascia bassa di mercato (movimenti sicura,lapanause e simili)e i nuovi automatici (di varie marche) con caibro ETA e cassa e bracciale nero. Questa tendenza durò un paio d'anni ,il tempo giusto giusto che i primi esemplari venduti scolorissero in modo talmente vistoso da rendere l'orologio importabile.Nel frattempo erano comparsi i quarzi ad affissione analogica (leggi:lancette),e furono proprio questi ,assai più eleganti di quelli a LED, a cantare il "de profundis" dell'orologio meccanico che scomparve totalmente dal mercato con il fallimento di quasi tutte le maison svizzere dell'epoca. Verso il 1983 ,recuperato il gap tecnologico con gli orientali, l'industria svizzera, dopo una serie di fusioni e accorpamenti societari , trovò il prodotto giusto per il rilancio su scala mondiale : lo SWATCH.
Tale fu il successo di questo prodotto,in cui ,durante il processo produttivo, l'unica operazione condotta manualmente era l'inserimento della pila nell'apposito alloggiamento, che timidamente nella seconda metà degli anni 80 si tentò il rilancio dell'orologeria meccanica,ricomparvero via via sul mercato sia marche scomparse da un decennio ,sia nomi nuovi (Theorein ,Paul picot,Lucien Rochat etc.)Tra i fattori che determinarono questo nuovo rinascimento il Boom del collezionismo degli orologi da polso(nato ricordiamolo con la " Milano da bere") e la ricomparsa sul mercato delle classiche "complicazioni" scomparse da oltre vent'anni
In relazione a quanto detto nel precedente articoletto,vorrei ricordare due modelli Vetta Sintesi (1987) che, ingiustamente dimenticati, stanno alla base del rilancio dell'orologio meccanico in Italia, proprio in virtù delle complicazioni di cui dispongono
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ImageShack.usa sinistra un modello automatico ,con caledario triplo e fasi lunari, a destra un cronografo automatico con calendario SEMIPERPETUO e fasi lunari (per calendario semiperpetuo si intende un dispositivo che conteggia esattamente la durata dei vari mesi ,e deve essere corretto solo una volta ogni quattro anni (il 29 Febbraio)
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ImageShack.usambedue i modelli sono animati da movimenti modulari, nei quali ,a una base automatica ETA vengono giustapposte delle platine aggiuntive per le varie complicazioni (Kelek)
L'importanza di questi modelli era stata ben compresa dagli esperti del settore se consideriamo che Barracca, Negretti e Nencini avevano incluso questi modelli nel loro bel volume "ORE D'ORO 2