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Il vecchio che si replica...

ciaca

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Re:Il vecchio che si replica...
« Risposta #30 il: Aprile 06, 2015, 22:52:20 pm »
A me il vecchio che si replica, concettualmente, non da alcun fastidio. Anzi, ben venga se ripropone begli orologi d'epoca senza privarli del loro originario pregio e, anzi, con moderne soluzioni volte a migliorarne alcuni degli aspetti perfettibili.
Magari certe case riproponessero i propri cavalli di battaglia con medesime configurazioni, medesimo livello delle finiture, e particolari maggiormente al passo coi tempi.
Purtroppo, però, queste riedizioni hanno spesso il sapore della brutta copia, molto spesso sono delle "trasfigurazioni" in chiave modaiola, sempre più spesso con artifici posticci (per esempio l'artato ingiallimento del materiale luminescente), nel migliore dei casi l'esigenza di modificare almeno qualche particolare per distinguerli dai modelli originari porta a scelte a dir poco discutibili; perchè le case, a corto di idee e costrette ad attingere dal proprio passato, non sono più capaci di disegnare orologi convincenti.
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"

erm2833

Re:Il vecchio che si replica...
« Risposta #31 il: Aprile 06, 2015, 23:20:22 pm »
La penso esattamente come ciaca,le case non sanno piu' disegnare o non vogliono spendere soldi ed energie in un
nuovo disegno.
Ed allora copiano proprie vecchie glorie del passato.
Commercialmente va loro bene...

Patrizio

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Re:Il vecchio che si replica...
« Risposta #32 il: Aprile 07, 2015, 12:33:51 pm »
Anche perché costano meno
- Homo sapiens non urinat in ventum -


ciaca

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Re:Il vecchio che si replica...
« Risposta #33 il: Aprile 07, 2015, 12:48:15 pm »
Il costo dello sviluppo di un nuovo modello credo sia irrilevante, non credo che il motivo per il quale di vedono sempre meno linee di nuovi prodotti sia da ricercare nella voglia di economie, quelle le fanno - in misura molto più rilevante - sulla meccanica e sulle finiture.
Il motivo a mio avviso é legato al fatto che da decenni questo settore vive sostanzialmente "di rendita". AP per esempio da quasi mezzo secolo vive solo di royal oak declinati nei modi più vari, bizzarri e discutibili. Sono talmente assuefatti a tale politica conservativa che hanno perso l'attitudine a proporre qualcosa di nuovo, d'altronde di designer come Gerald Genta che bussano alle porte per proporre le loro idee ce ne sono sempre meno e se anche ci fossero probabilmente non saprebbero nemmeno qual'é la porta giusta alla quale bussare visto l'attuale assetto societario di molte aziende raggruppate in holding.
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palombaro

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Re:Il vecchio che si replica...
« Risposta #34 il: Aprile 07, 2015, 15:00:44 pm »
Il costo dello sviluppo di un nuovo modello credo sia irrilevante, ...

si.. se parliamo di industria e di quantitativi enormi direi di si .. irrilevante perchè tutto si assorbe in pochi euro al pezzo ..
Ma la progettazione è rilevante sul prezzo finale, secondo me, se parliamo di pochi numeri prodotti... se penso alla progettazione di un Journe complicato credo influisca ... o a una progettazione di Papi su orologeria di alta gamma ...
Poi, se qualche grosso marchio (per esempo) compra con 4 spicci i brevetti altrui .. è un'altro discorso ancora ..
***

erm2833

Re:Il vecchio che si replica...
« Risposta #35 il: Aprile 07, 2015, 15:38:43 pm »
Il costo dello sviluppo di un nuovo modello credo sia irrilevante, non credo che il motivo per il quale di vedono sempre meno linee di nuovi prodotti sia da ricercare nella voglia di economie, quelle le fanno - in misura molto più rilevante - sulla meccanica e sulle finiture.
Il motivo a mio avviso é legato al fatto che da decenni questo settore vive sostanzialmente "di rendita". AP per esempio da quasi mezzo secolo vive solo di royal oak declinati nei modi più vari, bizzarri e discutibili. Sono talmente assuefatti a tale politica conservativa che hanno perso l'attitudine a proporre qualcosa di nuovo, d'altronde di designer come Gerald Genta che bussano alle porte per proporre le loro idee ce ne sono sempre meno e se anche ci fossero probabilmente non saprebbero nemmeno qual'é la porta giusta alla quale bussare visto l'attuale assetto societario di molte aziende raggruppate in holding.
Ho i miei dubbi.
Proviamo a fare un esempio con JLC.
O ripropone il Reverso,e quando lo fa uscendo dalle proporzioni classiche bisogna mettersi le mani nei capelli,o combina disastri.La disegnatrice interna alla casa,non ricordo il nome,potrebbe con piu' profitto dedicarsi ad altro.Gli stessi Master Control,che economici non sono,e propongono linee decisamente classiche,alla vista sembrano orologi di fascia decisamente bassa (confrontate un Ultrathin ed un Blancpain cal.21 da 34mm.).I Master subacquei?Meglio sorvolare.Persino le riedizioni
degli svegliarini impermeabili gridano vendetta.
E' mai possibile che la piu' grande manifattura di movimenti non possa pagare un designer degno di questo nome?

ALAN FORD

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Re:Il vecchio che si replica...
« Risposta #36 il: Aprile 07, 2015, 15:48:39 pm »
Il costo dello sviluppo di un nuovo modello credo sia irrilevante, non credo che il motivo per il quale di vedono sempre meno linee di nuovi prodotti sia da ricercare nella voglia di economie, quelle le fanno - in misura molto più rilevante - sulla meccanica e sulle finiture.
Il motivo a mio avviso é legato al fatto che da decenni questo settore vive sostanzialmente "di rendita". AP per esempio da quasi mezzo secolo vive solo di royal oak declinati nei modi più vari, bizzarri e discutibili. Sono talmente assuefatti a tale politica conservativa che hanno perso l'attitudine a proporre qualcosa di nuovo, d'altronde di designer come Gerald Genta che bussano alle porte per proporre le loro idee ce ne sono sempre meno e se anche ci fossero probabilmente non saprebbero nemmeno qual'é la porta giusta alla quale bussare visto l'attuale assetto societario di molte aziende raggruppate in holding.
Ho i miei dubbi.
Proviamo a fare un esempio con JLC.
O ripropone il Reverso,e quando lo fa uscendo dalle proporzioni classiche bisogna mettersi le mani nei capelli,o combina disastri.La disegnatrice interna alla casa,non ricordo il nome,potrebbe con piu' profitto dedicarsi ad altro.Gli stessi Master Control,che economici non sono,e propongono linee decisamente classiche,alla vista sembrano orologi di fascia decisamente bassa (confrontate un Ultrathin ed un Blancpain cal.21 da 34mm.).I Master subacquei?Meglio sorvolare.Persino le riedizioni
degli svegliarini impermeabili gridano vendetta.
E' mai possibile che la piu' grande manifattura di movimenti non possa pagare un designer degno di questo nome?

Il problema del designer però è un problema grosso!
Lo esperimento continuamente a mie spese, un designer giovane o fa cose da fuori di testa per sbalordire o dopo che gli hai bocciato venti tentativi, esausto si rifugia sul vecchio corso.
L'equilibrio tra vecchio e nuovo per accontentare noi nostalgici ed il nuovo che accontenti i giovani è difficilissimo da trovare.

Errol

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Re:Il vecchio che si replica...
« Risposta #37 il: Aprile 07, 2015, 15:53:09 pm »
Il costo dello sviluppo di un nuovo modello credo sia irrilevante, non credo che il motivo per il quale di vedono sempre meno linee di nuovi prodotti sia da ricercare nella voglia di economie, quelle le fanno - in misura molto più rilevante - sulla meccanica e sulle finiture.
Il motivo a mio avviso é legato al fatto che da decenni questo settore vive sostanzialmente "di rendita". AP per esempio da quasi mezzo secolo vive solo di royal oak declinati nei modi più vari, bizzarri e discutibili. Sono talmente assuefatti a tale politica conservativa che hanno perso l'attitudine a proporre qualcosa di nuovo, d'altronde di designer come Gerald Genta che bussano alle porte per proporre le loro idee ce ne sono sempre meno e se anche ci fossero probabilmente non saprebbero nemmeno qual'é la porta giusta alla quale bussare visto l'attuale assetto societario di molte aziende raggruppate in holding.
Ho i miei dubbi.
Proviamo a fare un esempio con JLC.
O ripropone il Reverso,e quando lo fa uscendo dalle proporzioni classiche bisogna mettersi le mani nei capelli,o combina disastri.La disegnatrice interna alla casa,non ricordo il nome,potrebbe con piu' profitto dedicarsi ad altro.Gli stessi Master Control,che economici non sono,e propongono linee decisamente classiche,alla vista sembrano orologi di fascia decisamente bassa (confrontate un Ultrathin ed un Blancpain cal.21 da 34mm.).I Master subacquei?Meglio sorvolare.Persino le riedizioni
degli svegliarini impermeabili gridano vendetta.
E' mai possibile che la piu' grande manifattura di movimenti non possa pagare un designer degno di questo nome?

a me JlC fa un effetto strano.
non parlo dei Reverso che nelle nuove dimensioni non sono indossabili se non in maniche corte (avevo un 8gg che in inverno non riuscivo ad indossare perchè non passava nella manica dei giubbetti, follia)
i Master a prima occhiata mi piacciono molto e praticamente tutti (compresi i diver) però hanno la capacità di stufare in fretta, sono un po' come i Royal Oak (sempre per me), al polso degli altri mi piacciono ma poi al mio mi stufano presto.

tornando alle repliche il problema per me non sono tanto le repliche di orologi belli allora e desiderabili anche oggi, il fatto è che per far uscire novità fanno repliche di orologi che già all'epoca non piacevano a nessuno  :( :(
        

erm2833

Re:Il vecchio che si replica...
« Risposta #38 il: Aprile 07, 2015, 16:16:23 pm »
Il costo dello sviluppo di un nuovo modello credo sia irrilevante, non credo che il motivo per il quale di vedono sempre meno linee di nuovi prodotti sia da ricercare nella voglia di economie, quelle le fanno - in misura molto più rilevante - sulla meccanica e sulle finiture.
Il motivo a mio avviso é legato al fatto che da decenni questo settore vive sostanzialmente "di rendita". AP per esempio da quasi mezzo secolo vive solo di royal oak declinati nei modi più vari, bizzarri e discutibili. Sono talmente assuefatti a tale politica conservativa che hanno perso l'attitudine a proporre qualcosa di nuovo, d'altronde di designer come Gerald Genta che bussano alle porte per proporre le loro idee ce ne sono sempre meno e se anche ci fossero probabilmente non saprebbero nemmeno qual'é la porta giusta alla quale bussare visto l'attuale assetto societario di molte aziende raggruppate in holding.
Ho i miei dubbi.
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O ripropone il Reverso,e quando lo fa uscendo dalle proporzioni classiche bisogna mettersi le mani nei capelli,o combina disastri.La disegnatrice interna alla casa,non ricordo il nome,potrebbe con piu' profitto dedicarsi ad altro.Gli stessi Master Control,che economici non sono,e propongono linee decisamente classiche,alla vista sembrano orologi di fascia decisamente bassa (confrontate un Ultrathin ed un Blancpain cal.21 da 34mm.).I Master subacquei?Meglio sorvolare.Persino le riedizioni
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Il problema del designer però è un problema grosso!
Lo esperimento continuamente a mie spese, un designer giovane o fa cose da fuori di testa per sbalordire o dopo che gli hai bocciato venti tentativi, esausto si rifugia sul vecchio corso.
L'equilibrio tra vecchio e nuovo per accontentare noi nostalgici ed il nuovo che accontenti i giovani è difficilissimo da trovare.
Ma chi ha fatturati con non si sa quanti zero avra' pure le possibilita' di scegliere il meglio!
Soprattutto su un prodotto che si vende per la sola immagine.
Il grande Genta,che secondo Errol ha toppato con il R.O.,ha disegnato per molte case ed a posteriori possiamo dire con successo.
Oggi pero' le case sono spesso governate da ex venditori di elettrodomestici o altri generi merceologici che con la cultura in orologeria hanno poco a che fare e che per rispiarmare tempo e denaro avallano di tutto...

ALAN FORD

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Re:Il vecchio che si replica...
« Risposta #39 il: Aprile 07, 2015, 16:20:26 pm »
Il costo dello sviluppo di un nuovo modello credo sia irrilevante, non credo che il motivo per il quale di vedono sempre meno linee di nuovi prodotti sia da ricercare nella voglia di economie, quelle le fanno - in misura molto più rilevante - sulla meccanica e sulle finiture.
Il motivo a mio avviso é legato al fatto che da decenni questo settore vive sostanzialmente "di rendita". AP per esempio da quasi mezzo secolo vive solo di royal oak declinati nei modi più vari, bizzarri e discutibili. Sono talmente assuefatti a tale politica conservativa che hanno perso l'attitudine a proporre qualcosa di nuovo, d'altronde di designer come Gerald Genta che bussano alle porte per proporre le loro idee ce ne sono sempre meno e se anche ci fossero probabilmente non saprebbero nemmeno qual'é la porta giusta alla quale bussare visto l'attuale assetto societario di molte aziende raggruppate in holding.
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Proviamo a fare un esempio con JLC.
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degli svegliarini impermeabili gridano vendetta.
E' mai possibile che la piu' grande manifattura di movimenti non possa pagare un designer degno di questo nome?

Il problema del designer però è un problema grosso!
Lo esperimento continuamente a mie spese, un designer giovane o fa cose da fuori di testa per sbalordire o dopo che gli hai bocciato venti tentativi, esausto si rifugia sul vecchio corso.
L'equilibrio tra vecchio e nuovo per accontentare noi nostalgici ed il nuovo che accontenti i giovani è difficilissimo da trovare.
Ma chi ha fatturati con non si sa quanti zero avra' pure le possibilita' di scegliere il meglio!
Soprattutto su un prodotto che si vende per la sola immagine.
Il grande Genta,che secondo Errol ha toppato con il R.O.,ha disegnato per molte case ed a posteriori possiamo dire con successo.
Oggi pero' le case sono spesso governate da ex venditori di elettrodomestici o altri generi merceologici che con la cultura in orologeria hanno poco a che fare e che per rispiarmare tempo e denaro avallano di tutto...

Ermanno di Genta ne nasce uno ogni 500 anni!
Gli altri sono semplici esecutori, a volte non bastano i soldi per partorire idee che possano piacere a tutti purtroppo.
Oppure ancora peggio le indicazioni di roba brutta arrivano proprio dall'alto, prendi il 5980, mi spieghi come è nato?
Quello lo ha fatto un disegnatore non un designer!

ciaca

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Re:Il vecchio che si replica...
« Risposta #40 il: Aprile 07, 2015, 17:28:38 pm »
Ovviamente, e rispondo a Michele (palombaro), io mi riferivo al costo di sviluppo di un nuovo modello, non di una nuova meccanica.
Insomma, il costo della progettazione e prototipazione di una nuova cassa/bracciale.
Chiaramente i numeri e le economie di scala dipendono dalle dimensioni dell'azienda, ma resto dell'idea che lo sviluppo di una nuova forma/modello abbia un costo irrisorio in rapporto ai fatturati.
Il problema, come dice Ermanno, é che mancano i designer all'altezza e, insieme ad essi, un managment capace di selezionare le idee e dare i giusti input. Perché tale managment il più delle volte non proviene dal mondo dell'orologeria, del quale ha scarsissima contezza e competenza, ed é troppo focalizzato du logiche proprie di altri settori merceologici dai quali esso stesso proviene.
E forse questo é il più grande limite attuale, l'aver proiettato l'orologeria su dimensioni proprie di altri business, che siano le creme o le pezze griffate alla moda poco rileva, e che con le peculiarità dell'orologeria svizzera hanno poco o nulla in comune.
Finché hanno mercati pronti a recepire il risultato (a dir poco discutibile) di tali logiche i numeri continueranno a dar loro ragione, ma la festa nel lungo periodo é destinata a finire, e la decadenza in cui hanno precipitato questo settore rischia di seppellire tutto e tutti sotto ad una montagna di smartwatch (di lusso e alla moda) o chissà che altro.
Negli ultimi 20 anni non ricordo un solo "nuovo modello", che non sia la rivisitazione di un precedente modello, degno di una qualche attenzione; salvo solo l'octo di Bvlgari nella recente revisione ultrapiatta, e stendo un pietoso velo sui mille esempi in casa PP di quadranti imbarazzanti (li l'unica cosa riiscita bene negli ultimi 30 anni é il restyiling delle linee del Nautilus).
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"

Errol

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Re:Il vecchio che si replica...
« Risposta #41 il: Aprile 07, 2015, 17:45:54 pm »
Il costo dello sviluppo di un nuovo modello credo sia irrilevante, non credo che il motivo per il quale di vedono sempre meno linee di nuovi prodotti sia da ricercare nella voglia di economie, quelle le fanno - in misura molto più rilevante - sulla meccanica e sulle finiture.
Il motivo a mio avviso é legato al fatto che da decenni questo settore vive sostanzialmente "di rendita". AP per esempio da quasi mezzo secolo vive solo di royal oak declinati nei modi più vari, bizzarri e discutibili. Sono talmente assuefatti a tale politica conservativa che hanno perso l'attitudine a proporre qualcosa di nuovo, d'altronde di designer come Gerald Genta che bussano alle porte per proporre le loro idee ce ne sono sempre meno e se anche ci fossero probabilmente non saprebbero nemmeno qual'é la porta giusta alla quale bussare visto l'attuale assetto societario di molte aziende raggruppate in holding.
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Proviamo a fare un esempio con JLC.
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E' mai possibile che la piu' grande manifattura di movimenti non possa pagare un designer degno di questo nome?

Il problema del designer però è un problema grosso!
Lo esperimento continuamente a mie spese, un designer giovane o fa cose da fuori di testa per sbalordire o dopo che gli hai bocciato venti tentativi, esausto si rifugia sul vecchio corso.
L'equilibrio tra vecchio e nuovo per accontentare noi nostalgici ed il nuovo che accontenti i giovani è difficilissimo da trovare.
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Il grande Genta,che secondo Errol ha toppato con il R.O.,ha disegnato per molte case ed a posteriori possiamo dire con successo.
...

Boni boni, io non dico che Genta ha toppato, il RO mi piace tantissimo e nei vari anni ne ho comprati 3, ma dico soltanto che l'effetto di orologio eccezionale che provo quando lo vede al polso degli altri non riesco a provarlo quando il polso è il mio.
probabilmente dipende dal fatto che generalmente è in acciaio ( a me piacciono d'oro), ha il bracciale (a me piacciono i cinturini) , ecc
però resta sempre un orologio che mi piace molto
        

Cicuzzo

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Re:Il vecchio che si replica...
« Risposta #42 il: Aprile 07, 2015, 20:48:08 pm »
Comunque, tornando all'orologio mostrato da Massotto all'inizio, chissà che Longines non si decida a "replicare" anche il 13ZN..... :P

ciaca

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Re:Il vecchio che si replica...
« Risposta #43 il: Aprile 07, 2015, 21:21:20 pm »
Temo sia più probabile che Naomi Campbell si faccia suora
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erm2833

Re:Il vecchio che si replica...
« Risposta #44 il: Aprile 08, 2015, 01:18:27 am »
Comunque, tornando all'orologio mostrato da Massotto all'inizio, chissà che Longines non si decida a "replicare" anche il 13ZN..... :P
Con le tecniche attuali non sarebbe un problema e realizzarlo non costrebbe che un cinquantesimo del prezzo di vendita.
Solo che alla proprieta' dei 13Zn non gliene puo' f++++r di meno.
Gli azionisti pensano ai dividendi,non agli orologi.