Per capire quanto e come siano cambiati i tempi nel breve volgere di un decennio, basta dire che lo stesso JCB è oggi alla testa di un'azienda, Hublot, che non perde occasione di inondare il mercato di volgarissima paccottiglia modaiola per mercati emergenti tanto ricchi di disponibilità economica quanto aridi di alcuna competenza.
Dello stesso Bivier ho visto di recente un'intervista in cui si commentano alcuni orologi della sua personale collezione, pretesto in realtà per l'immancabile marchetta alla sua attuale fonte di reddito (Hublot) e stucchevole proprio nella parte che riguarda la rinnegata Blancpain.
Chi disprezza, dimentica o non sa valorizzare il proprio passato non ha davanti a se un grande futuro. A Bivier, che dalla vendita di BP e FP al gruppo Swatch ha tratto l'affare della vita (con annesso vitalizio che gli deriva dalla poltrona che occupa a tempo indeterminato) non mancheranno certamente le risorse per se e per la propria prole, all'orologeria svizzera invece una casa come la Blancpain degli anni 80/90 temo manchi e mancherà sempre più in futuro.
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