Orologico Forum 3.0

Pregio orologio

S.M.

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Re:Pregio orologio
« Risposta #45 il: Aprile 06, 2015, 15:45:53 pm »
Aggiungo che oggi, con i processi produttivi industriali che abbiamo (macchine CNC che lavorano sul centesimo di mm, ambienti antipolvere a pressione positiva, ecc.) gran parte di queste lavorazioni sarebbero superflue ai fini del buon funzionamento di un orologio.
Però, vogliamo relegare tutto al semplice funzionamento?
Oppure vogliamo raggiungere la fonte della perfezione, ancorchè funzionalmente inutile?

Ecco, tanto più ci avviciniamo a questa fonte, tanto più un orologio (ma potrebbe essere esteso ad ogni oggetto che ci circonda) è pregiato.
Il culmine massimo è quando si può dire "più di questo, non è possibile fare".

L'esempio postato dal Palombaro è uno di questi casi.
Ciò che non si muove non si usura.......Quello che non c'è non si rompe.

ciaca

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Re:Pregio orologio
« Risposta #46 il: Aprile 06, 2015, 15:58:52 pm »
D'altronde un certo tipo di finiture sono ancora tra le pochissime cose che un processo produttivo industriale e completamente automatizzato non è in grado di fare, sono il baluardo all'apporto di una certa dose di artiginalità che ancora sopravvive nell'ambito dell'alta orologeria.
Vedere lavorare le macchine a controllo numerico ad n-assi è per certi aspetti affascinante e spettacolare, nella misura in cui anch'esse diventano espressione dell'ingegno umano, e vedere il risultato delle lavorazioni di queste macchine è davvero impressionante in relazione alla loro virtuale "perfezione" estesa in serie senza soluzione di continuità a tutti gli n-mila prodotti per ora realizzati.
Ma la perfezione alla portata di chiunque ed uguale a se stessa su ogni cosa perde qualunque fascino, da eccezionale diventa normale e dozzinale.
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"

ALAN FORD

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Re:Pregio orologio
« Risposta #47 il: Aprile 06, 2015, 16:01:58 pm »
D'altronde un certo tipo di finiture sono ancora tra le pochissime cose che un processo produttivo industriale e completamente automatizzato non è in grado di fare, sono il baluardo all'apporto di una certa dose di artiginalità che ancora sopravvive nell'ambito dell'alta orologeria.
Vedere lavorare le macchine a controllo numerico ad n-assi è per certi aspetti affascinante e spettacolare, nella misura in cui anch'esse diventano espressione dell'ingegno umano, e vedere il risultato delle lavorazioni di queste macchine è davvero impressionante in relazione alla loro virtuale "perfezione" estesa in serie senza soluzione di continuità a tutti gli n-mila prodotti per ora realizzati.
Ma la perfezione alla portata di chiunque ed uguale a se stessa su ogni cosa perde qualunque fascino, da eccezionale diventa normale e dozzinale.

Però il grattage ha un suo fascino su! ;)

ciaca

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Re:Pregio orologio
« Risposta #48 il: Aprile 06, 2015, 16:57:31 pm »
Il grattage è espressione di altro tipo di "ingegno" umano, che meriterebbe considerazioni a se stanti  ;D
Sicuramente "ingegnosi" gli Stern a riuscire a vendere certa roba ancora oggi nell'era della comunicazione globale e della rapida circolazione delle informazioni.
Io, come sai, ho un debole per tutti i calibri ultrapiatti perché sono eccezionali per definizione, mai banali e mai scontati. E tra questi gli automatici ancor di più perché l'automatico è un ulteriore elemento di difficoltà nell'ambito del contenimento dello spessore.
Su di un movimento "eccezionale" per definizione posso ancora tollerare (con fatica, lo ammetto) la cura modesta di alcune finiture, come a malincuore le tollero sui 240 PP o, in misura minore, sui 212x AP o sui FP71. Nessuno di questi, salvo rare eccezioni, presenta un livello di finitura degno del suo "valore" di progetto intrinseco, men che meno congruo ai prezzi degli orologi in cui si trovano.
Di contro, su movimenti che fanno della robustezza ed economicità la loro dichiarata ragion d'essere, per essere montati su orologi industriali votati all'uso intensivo e alla economicità di produzione/manutenzione, non ho alcuna difficoltà ad accettare livelli di finitura industriale prossimi alla soglia del minimo sindacale; se compro un submariner o un aquatimer so già che non lo compro come esempio di rara maestria artigianale, lo compro come "giocattolo" per gli usi per i quali presumibilmente è stato pensato.
Quello che davvero non riesco a tollerare sono, per esempio, i 215PP. Movimenti già di loro privi di alcuna eccezionalità quale è il JLC818, e per di più declinati in configurazioni ancor più modeste (vedasi architettura dei ponti e medesimo scadente livello delle finiture) che significano solo una cosa: ricerca spasmodica delle economie, il che su oggetti venduti a prezzi folli e spacciati per esempi di eccellenza suona più o meno come una nemmeno troppo velata presa per il deretano.
Tanti, troppi, Calatrava di ieri e ancor più di oggi sono in questo senso "il peggio" che esista sulla scena. Intollerabili. Perché posso accettare la ricerca di un equilibrio tra pregio ed economia nell'ottica di una oculata gestione aziendale, e per questo posso capire certe scelte di alcune case in epoche non particolarmente floride (anche l'uso di cronografi modulari, in particolari contesti storici), quello che non riesco ad accettare è il modo scriteriato e indiscriminato in cui molte di queste case si siano lasciate prendere la mano dai loro sempre maggiori appetiti.
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"

erm2833

Re:Pregio orologio
« Risposta #49 il: Aprile 06, 2015, 17:45:42 pm »
Il grattage è espressione di altro tipo di "ingegno" umano, che meriterebbe considerazioni a se stanti  ;D
Sicuramente "ingegnosi" gli Stern a riuscire a vendere certa roba ancora oggi nell'era della comunicazione globale e della rapida circolazione delle informazioni.
Io, come sai, ho un debole per tutti i calibri ultrapiatti perché sono eccezionali per definizione, mai banali e mai scontati. E tra questi gli automatici ancor di più perché l'automatico è un ulteriore elemento di difficoltà nell'ambito del contenimento dello spessore.
Su di un movimento "eccezionale" per definizione posso ancora tollerare (con fatica, lo ammetto) la cura modesta di alcune finiture, come a malincuore le tollero sui 240 PP o, in misura minore, sui 212x AP o sui FP71. Nessuno di questi, salvo rare eccezioni, presenta un livello di finitura degno del suo "valore" di progetto intrinseco, men che meno congruo ai prezzi degli orologi in cui si trovano.
Di contro, su movimenti che fanno della robustezza ed economicità la loro dichiarata ragion d'essere, per essere montati su orologi industriali votati all'uso intensivo e alla economicità di produzione/manutenzione, non ho alcuna difficoltà ad accettare livelli di finitura industriale prossimi alla soglia del minimo sindacale; se compro un submariner o un aquatimer so già che non lo compro come esempio di rara maestria artigianale, lo compro come "giocattolo" per gli usi per i quali presumibilmente è stato pensato.
Quello che davvero non riesco a tollerare sono, per esempio, i 215PP. Movimenti già di loro privi di alcuna eccezionalità quale è il JLC818, e per di più declinati in configurazioni ancor più modeste (vedasi architettura dei ponti e medesimo scadente livello delle finiture) che significano solo una cosa: ricerca spasmodica delle economie, il che su oggetti venduti a prezzi folli e spacciati per esempi di eccellenza suona più o meno come una nemmeno troppo velata presa per il deretano.
Tanti, troppi, Calatrava di ieri e ancor più di oggi sono in questo senso "il peggio" che esista sulla scena. Intollerabili. Perché posso accettare la ricerca di un equilibrio tra pregio ed economia nell'ottica di una oculata gestione aziendale, e per questo posso capire certe scelte di alcune case in epoche non particolarmente floride (anche l'uso di cronografi modulari, in particolari contesti storici), quello che non riesco ad accettare è il modo scriteriato e indiscriminato in cui molte di queste case si siano lasciate prendere la mano dai loro sempre maggiori appetiti.
Che tu sia benedetto!

S.M.

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Re:Pregio orologio
« Risposta #50 il: Aprile 06, 2015, 18:42:21 pm »
Il grattage è espressione di altro tipo di "ingegno" umano, che meriterebbe considerazioni a se stanti  ;D
Sicuramente "ingegnosi" gli Stern a riuscire a vendere certa roba ancora oggi nell'era della comunicazione globale e della rapida circolazione delle informazioni.
Io, come sai, ho un debole per tutti i calibri ultrapiatti perché sono eccezionali per definizione, mai banali e mai scontati. E tra questi gli automatici ancor di più perché l'automatico è un ulteriore elemento di difficoltà nell'ambito del contenimento dello spessore.
Su di un movimento "eccezionale" per definizione posso ancora tollerare (con fatica, lo ammetto) la cura modesta di alcune finiture, come a malincuore le tollero sui 240 PP o, in misura minore, sui 212x AP o sui FP71. Nessuno di questi, salvo rare eccezioni, presenta un livello di finitura degno del suo "valore" di progetto intrinseco, men che meno congruo ai prezzi degli orologi in cui si trovano.
Di contro, su movimenti che fanno della robustezza ed economicità la loro dichiarata ragion d'essere, per essere montati su orologi industriali votati all'uso intensivo e alla economicità di produzione/manutenzione, non ho alcuna difficoltà ad accettare livelli di finitura industriale prossimi alla soglia del minimo sindacale; se compro un submariner o un aquatimer so già che non lo compro come esempio di rara maestria artigianale, lo compro come "giocattolo" per gli usi per i quali presumibilmente è stato pensato.
Quello che davvero non riesco a tollerare sono, per esempio, i 215PP. Movimenti già di loro privi di alcuna eccezionalità quale è il JLC818, e per di più declinati in configurazioni ancor più modeste (vedasi architettura dei ponti e medesimo scadente livello delle finiture) che significano solo una cosa: ricerca spasmodica delle economie, il che su oggetti venduti a prezzi folli e spacciati per esempi di eccellenza suona più o meno come una nemmeno troppo velata presa per il deretano.
Tanti, troppi, Calatrava di ieri e ancor più di oggi sono in questo senso "il peggio" che esista sulla scena. Intollerabili. Perché posso accettare la ricerca di un equilibrio tra pregio ed economia nell'ottica di una oculata gestione aziendale, e per questo posso capire certe scelte di alcune case in epoche non particolarmente floride (anche l'uso di cronografi modulari, in particolari contesti storici), quello che non riesco ad accettare è il modo scriteriato e indiscriminato in cui molte di queste case si siano lasciate prendere la mano dai loro sempre maggiori appetiti.
Che tu sia benedetto!
O maledetto, dipende da che parte della barricata si sta.....
 ;)
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