Orologico Forum 3.0

Le grandi case e la ricerca e sviluppo.

ciaca

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Re:Le grandi case e la ricerca e sviluppo.
« Risposta #45 il: Aprile 08, 2015, 23:04:14 pm »
Citazione
ma per avere questo design si è fatta una scelta doverosa che forse non ti piacerà alla prova polso  .. il cinturino largo

In realtà è una delle cose che mi piace, questo "effetto bracciale"  :)
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"

erm2833

Re:Le grandi case e la ricerca e sviluppo.
« Risposta #46 il: Aprile 08, 2015, 23:49:36 pm »
Anche volendo il cliente medio non riuscirebbe a cosa sta comprando perché alla fine della fiera non gliene importa nulla ed in un mercato di questo tipo che motivo hanno le grandi Maison a spendere in ricerca e sviluppo?
Ma secondo te al cliente medio negli anni d'oro dell'orologeria è mai importato qualcosa di cosa ci fosse dentro l'orologio?
Secondo me no.
Negli anni 50 chi acquistava Patek / VC  acquistava , nè più nè meno che oggi , il Marchio.
Non credo che il Cumenda con PP al polso , tanto per citare uno stereotipo , sapesse cosa avesse al polso.
I volumi erano però decisamente minori , c'era certamente una maggior cura del dettaglio e le varie case avevano , come dire , più la cura del bello che non oggi che i numeri di produzione giustificano tutto.
Mi spiace,coetaneo,ma devo smentirti.
Ho in casa l'esempio vivente,93 anni,che conferma che 50 o 60 anni fa l'utente di alta orologeria era in media piu' preparato dei fruitori attuali.
Perche' non si acquistava per apparire o per investire ma per pura passione.
Posso ancora oggi parlare con mio padre di movimenti,di casse,quadranti e design.
Posso disquisire con lui su case che il 90% dei lettori dei forum ignora.
E tieni conto che l'orologeria in campo collezionistico non era che la sua seconda passione.
Mio padre non era un'eccezione:prima di acquistare il mio 222 mi recai da un suo amico che quel Vacheron l'aveva acquistato nel 77 e che lo conosceva come le sue tasche.
E allora come oggi c'erano i cenacoli di appassionati,solo che il loro primo interesse erano i movimenti.Gli orologi se ne stavano sotto i polsini e sarebbe stato anche inutile ostentare.
Oggi anche gli extracomunitari,senza voler offendere,sanno cosa sia e quanto costi un Rolex.
50 anni fa alcuni conoscevano Omega,Longines e Zenith,la massa ignorava cosa fosse un orologio da polso.
Noi oggi con internet abbiamo un compito molto facilitato...

Bonimba

Re:Le grandi case e la ricerca e sviluppo.
« Risposta #47 il: Aprile 09, 2015, 23:17:49 pm »
Mi spiace,coetaneo,ma devo smentirti.
Ho in casa l'esempio vivente,93 anni,che conferma che 50 o 60 anni fa l'utente di alta orologeria era in media piu' preparato dei fruitori attuali.
Perche' non si acquistava per apparire o per investire ma per pura passione.
Posso ancora oggi parlare con mio padre di movimenti,di casse,quadranti e design.
Posso disquisire con lui su case che il 90% dei lettori dei forum ignora.
E tieni conto che l'orologeria in campo collezionistico non era che la sua seconda passione.
Mio padre non era un'eccezione:prima di acquistare il mio 222 mi recai da un suo amico che quel Vacheron l'aveva acquistato nel 77 e che lo conosceva come le sue tasche.
E allora come oggi c'erano i cenacoli di appassionati,solo che il loro primo interesse erano i movimenti.Gli orologi se ne stavano sotto i polsini e sarebbe stato anche inutile ostentare.
Oggi anche gli extracomunitari,senza voler offendere,sanno cosa sia e quanto costi un Rolex.
50 anni fa alcuni conoscevano Omega,Longines e Zenith,la massa ignorava cosa fosse un orologio da polso.
Noi oggi con internet abbiamo un compito molto facilitato...
Che vuoi che ti dica Ermanno.
Che tuo padre e il suo amico facevano parte di quei cenacoli di appassionati che poco o nulla avevano a che vedere con un utente medio , la massa .
Che poi si acquistasse esclusivamente per pura passione e non per apparire  ( non per investire questo è certo) faccio fatica a crederlo.
L'esibizione , l'ostentazione del proprio status non sono una peculiarità di questi nostri tempi.



« Ultima modifica: Aprile 09, 2015, 23:25:23 pm da Bonimba »

erm2833

Re:Le grandi case e la ricerca e sviluppo.
« Risposta #48 il: Aprile 09, 2015, 23:30:35 pm »
Anche volendo il cliente medio non riuscirebbe a cosa sta comprando perché alla fine della fiera non gliene importa nulla ed in un mercato di questo tipo che motivo hanno le grandi Maison a spendere in ricerca e sviluppo?
Ma secondo te al cliente medio negli anni d'oro dell'orologeria è mai importato qualcosa di cosa ci fosse dentro l'orologio?
Secondo me no.
Negli anni 50 chi acquistava Patek / VC  acquistava , nè più nè meno che oggi , il Marchio.
Non credo che il Cumenda con PP al polso , tanto per citare uno stereotipo , sapesse cosa avesse al polso.
I volumi erano però decisamente minori , c'era certamente una maggior cura del dettaglio e le varie case avevano , come dire , più la cura del bello che non oggi che i numeri di produzione giustificano tutto.
Mi spiace,coetaneo,ma devo smentirti.
Ho in casa l'esempio vivente,93 anni,che conferma che 50 o 60 anni fa l'utente di alta orologeria era in media piu' preparato dei fruitori attuali.
Perche' non si acquistava per apparire o per investire ma per pura passione.
Posso ancora oggi parlare con mio padre di movimenti,di casse,quadranti e design.
Posso disquisire con lui su case che il 90% dei lettori dei forum ignora.
E tieni conto che l'orologeria in campo collezionistico non era che la sua seconda passione.
Mio padre non era un'eccezione:prima di acquistare il mio 222 mi recai da un suo amico che quel Vacheron l'aveva acquistato nel 77 e che lo conosceva come le sue tasche.
E allora come oggi c'erano i cenacoli di appassionati,solo che il loro primo interesse erano i movimenti.Gli orologi se ne stavano sotto i polsini e sarebbe stato anche inutile ostentare.
Oggi anche gli extracomunitari,senza voler offendere,sanno cosa sia e quanto costi un Rolex.
50 anni fa alcuni conoscevano Omega,Longines e Zenith,la massa ignorava cosa fosse un orologio da polso.
Noi oggi con internet abbiamo un compito molto facilitato...
Ma l'utente medio,oggi come allora,non acquistava Vacheron o Patek.
L'orologio non era uno status symbol e non avrebbe potuto esserlo in quanto sconosciuto alla
stragrande maggioranza della popolazione.
Secondo te se io nella mia cittadina di provincia volessi ostentare un orologio metterei al polso un Rolex o un Breguet?
A chi piacerebbe quest'ultimo e chi lo riconoscerebbe?Nessuno!
Io i miei orologi li uso,a rotazione irregolare.Chi puo' vederli se sono nascosti sotto il polsino della
camicia?

mbelt

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Re:Le grandi case e la ricerca e sviluppo.
« Risposta #49 il: Aprile 09, 2015, 23:36:07 pm »
Su FB ad un amico che idolatrava il nautilus 5980 ho risposto ironicamente così:

" La mia Patek quella della mia gioventù ha deciso di fare un Nautilus crono.
Mr Stern ha imposto ai propri tecnici che le linee debbano rimanere il più possibile uguali al Nautilus, niente pulsanti che ne stravolgerebbero l'icona e soprattutto uno spessore contenuto al massimo.
Il movimento dovrà essere un monopulsante coassiale alla corona, con un po' d'ingegno potrebbe essere a vite!
Per lo spessore è preferibile un manuale e la cassa scavata come in origine permetterebbe di mantenersi entro i 9 mm.
Accipicchia se non fosse per i due contatori allineati neanche sembrerebbe un crono!
Bravi ragazzi ha detto Mr Stern nessuno avrà da dire ne chi ne capisce poco, ne chi ci capisce molto perchè piaccia o non piaccia noi abbiamo fatto il massimo, ci siamo impegnati ed abbiamo prodotto qualcosa di veramente esclusivo!
Bi-bi-bi-bi-bi-bi-bi......azzz....la sveglia!"


Ma i nuovi utenti di Patek impazziscono per quel nautilus analizzato che ha perso tutte le caratteristiche del nautilus, i rolexari da anni attendono niente meno che il "nuovo" daytona con la ghiera ceramica.
Cosa voglio dire?
Voglio dire che le case se ne fregano di sprecare soldi in ricerca quando dispongono di una utenza ignorante che si accontenta di briciole sotto forma di blasone.
Quindi il problema della decadenza è colpa dell'utenza che non pretende niente e non punisce la mediocrità.
Questa cosa che scrivi tu io sull'altro forum l'ho espresso molte volte e lo condivido. È esattamente sono i limiti anche culturali degli utenti a portare a certe cose. E applaudono pure!
Contro ogni talebanismo, ora e sempre

mbelt

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Re:Le grandi case e la ricerca e sviluppo.
« Risposta #50 il: Aprile 09, 2015, 23:40:08 pm »
Ma a me quello che stupisce più di tutti è che alla fine si rinuncia anche alla comodità di un orologio.
Per quella non è necessaria conpetenza insomma alcuni sono proprio scomodi al polso eppure...
Matteo
Hai ragione, ma anche no. Cerco di spiegarmi. Non sempre eleganza e comodità sono quello che cerchiamo. Magari cerchiamo queste caratteristiche 300 giorni l'anno, ma ogni tanto si potrebbe anche desiderare di avere e di indossare qualcosa di scomodo. Io credo nell'alternanza di orologi molto diversi, e la pratico per ciò che posso. È un po' come per le automobili: magari la super sportiva non è comoda e non è discreta ma ogni tanto magari ti diverti.
Contro ogni talebanismo, ora e sempre

Bonimba

Re:Le grandi case e la ricerca e sviluppo.
« Risposta #51 il: Aprile 10, 2015, 00:06:57 am »
Ma l'utente medio,oggi come allora,non acquistava Vacheron o Patek.
L'orologio non era uno status symbol e non avrebbe potuto esserlo in quanto sconosciuto alla
stragrande maggioranza della popolazione.
Secondo te se io nella mia cittadina di provincia volessi ostentare un orologio metterei al polso un Rolex o un Breguet?
A chi piacerebbe quest'ultimo e chi lo riconoscerebbe?Nessuno!
Io i miei orologi li uso,a rotazione irregolare.Chi puo' vederli se sono nascosti sotto il polsino della
camicia?
Avrei dovuto scrivere "cliente medio" o " cliente tipo", che è una cosa indipendente dalla disponibilità economica.
Chi aveva i soldi comperava Patek o VC  mediamente sapendo poco o nulla ( direi sapendo meno di oggi visti gli scarsi mezzi disponibili per documentarsi) di quello che stava acquistando, ieri come oggi  comperava il marchio.
Chi aveva i soldi e voleva acquistare un orologio acquistava un PP o un VC  perchè quelli erano gli orologi di chi " el g'ha i danè" , lo esibiva , certo con maggior discrezione di oggi , dove sapeva che era riconosciuto e tanto gli bastava.
Chi non poteva acquistava orologi di fascia più bassa  ,se appena appena possibile in oro , sempre sapendo poco o nulla di cosa stese acquistando.
Meglio un orologio d'oro di scarso pregio di uno in acciaio meccanicamente più pregiato
Secondo me eh
 ;)

« Ultima modifica: Aprile 10, 2015, 00:10:32 am da Bonimba »

ciaca

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Re:Le grandi case e la ricerca e sviluppo.
« Risposta #52 il: Aprile 10, 2015, 14:44:55 pm »
Mi viene in mente una bella intervista a Philippe Dufour nella quale il maestro con la sua solita schiettezza affermava che, per ragioni di marketing, le case hanno bisogno di proporre al mercato innovazione pur non essendone in alcun modo capaci.
E non ne sono capaci perché non hanno più orologiai ma semplici operatori.
Per questo, da mezzo secolo, la "comprano", come nel caso di Omega con lo scappamento coassiale o come tante altre in termini di brevetti o interi calibri, oppure la concentrano in ambiti che con l'orologeria hanno attinenza indiretta, come per esempio la ricerca sui materiali.
« Ultima modifica: Aprile 10, 2015, 14:47:41 pm da ciaca »
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"

erm2833

Re:Le grandi case e la ricerca e sviluppo.
« Risposta #53 il: Aprile 10, 2015, 15:59:29 pm »
Ma l'utente medio,oggi come allora,non acquistava Vacheron o Patek.
L'orologio non era uno status symbol e non avrebbe potuto esserlo in quanto sconosciuto alla
stragrande maggioranza della popolazione.
Secondo te se io nella mia cittadina di provincia volessi ostentare un orologio metterei al polso un Rolex o un Breguet?
A chi piacerebbe quest'ultimo e chi lo riconoscerebbe?Nessuno!
Io i miei orologi li uso,a rotazione irregolare.Chi puo' vederli se sono nascosti sotto il polsino della
camicia?
Avrei dovuto scrivere "cliente medio" o " cliente tipo", che è una cosa indipendente dalla disponibilità economica.
Chi aveva i soldi comperava Patek o VC  mediamente sapendo poco o nulla ( direi sapendo meno di oggi visti gli scarsi mezzi disponibili per documentarsi) di quello che stava acquistando, ieri come oggi  comperava il marchio.
Chi aveva i soldi e voleva acquistare un orologio acquistava un PP o un VC  perchè quelli erano gli orologi di chi " el g'ha i danè" , lo esibiva , certo con maggior discrezione di oggi , dove sapeva che era riconosciuto e tanto gli bastava.
Chi non poteva acquistava orologi di fascia più bassa  ,se appena appena possibile in oro , sempre sapendo poco o nulla di cosa stese acquistando.
Meglio un orologio d'oro di scarso pregio di uno in acciaio meccanicamente più pregiato
Secondo me eh
 ;)
L'esibizione poteva appartenere all'utenza medio-bassa,da cui gli orologi placcati.
Chi poteva acquistare gli orologi di alto rango allora non doveva dimostrare nulla,non c'erano ancora i cafoni arricchiti.
Sono appunto i neo-ricchi,o presunti tali,che devono avere automobili con rombi devastanti,orologi grandi come piazze e nodi delle cravatte che starebbero bene al collo di un toro.
Il contrario dell'eleganza,appunto.
A proposito dei 2 marchi di eccellenza sopra citati ho svolto una ricerca personale;
i proprietari terrieri ed i professionisti tendevano ai Vacheron,gli industriali ed i commercianti ai Patek.

S.M.

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Re:Le grandi case e la ricerca e sviluppo.
« Risposta #54 il: Aprile 10, 2015, 16:11:29 pm »
La vedo esattamente come Erm.

Io vedo l'orologio, ma anche qualsiasi altra passione, come un qualcosa da vivere gelosamente in privato ed è quello che ho sempre fatto.
Una deroga a questo mi viene spontanea farla solo quando sono in compagnia di appassionati come me. Per il resto del tempo quando indosso i miei orologi cerco sempre di nasconderli sotto il polsino.
Quando (e se) avrò un Rolex, sarà per puro godimento personale e non per farlo vedere agli altri.
Non sopporto l'ostentazione e per questo non riuscirò mai a capire chi la pratica.
Mi dispiace....
Ciò che non si muove non si usura.......Quello che non c'è non si rompe.

Bonimba

Re:Le grandi case e la ricerca e sviluppo.
« Risposta #55 il: Aprile 10, 2015, 16:22:18 pm »
L'esibizione poteva appartenere all'utenza medio-bassa,da cui gli orologi placcati.
Chi poteva acquistare gli orologi di alto rango allora non doveva dimostrare nulla,non c'erano ancora i cafoni arricchiti.
Sono appunto i neo-ricchi,o presunti tali,che devono avere automobili con rombi devastanti,orologi grandi come piazze e nodi delle cravatte che starebbero bene al collo di un toro.
Il contrario dell'eleganza,appunto.
A proposito dei 2 marchi di eccellenza sopra citati ho svolto una ricerca personale;
i proprietari terrieri ed i professionisti tendevano ai Vacheron,gli industriali ed i commercianti ai Patek.
1) Insomma , dire che negli anni 60 non c'erano i cafoni arricchiti mi sembra un azzardo.
Proprio in pieno boom economico .
Mi vengono in mente i palazzinari , ad es , ma anche i milanesi  con la fabbrichètta...
Sempre andando per stereotipi.
2) Tutta gente fine , di classe con profonda cultura orologiera.
Chissà mai come se la sarebbero fatta , a parte i già citati appassionati .
Faccio fatica ad immaginare questo mondo idilliaco popolato di clienti PP e Vc perfettamente consapevoli e profondi conoscitori di quello che portavano al polso
Ma ormai il mio punto di vista è noto ed è inutile che lo ribadisca ancora
Buona continuazione
 ;)
 
« Ultima modifica: Aprile 10, 2015, 16:40:21 pm da Bonimba »

erm2833

Re:Le grandi case e la ricerca e sviluppo.
« Risposta #56 il: Aprile 10, 2015, 23:44:08 pm »
L'esibizione poteva appartenere all'utenza medio-bassa,da cui gli orologi placcati.
Chi poteva acquistare gli orologi di alto rango allora non doveva dimostrare nulla,non c'erano ancora i cafoni arricchiti.
Sono appunto i neo-ricchi,o presunti tali,che devono avere automobili con rombi devastanti,orologi grandi come piazze e nodi delle cravatte che starebbero bene al collo di un toro.
Il contrario dell'eleganza,appunto.
A proposito dei 2 marchi di eccellenza sopra citati ho svolto una ricerca personale;
i proprietari terrieri ed i professionisti tendevano ai Vacheron,gli industriali ed i commercianti ai Patek.
1) Insomma , dire che negli anni 60 non c'erano i cafoni arricchiti mi sembra un azzardo.
Proprio in pieno boom economico .
Mi vengono in mente i palazzinari , ad es , ma anche i milanesi  con la fabbrichètta...
Sempre andando per stereotipi.
2) Tutta gente fine , di classe con profonda cultura orologiera.
Chissà mai come se la sarebbero fatta , a parte i già citati appassionati .
Faccio fatica ad immaginare questo mondo idilliaco popolato di clienti PP e Vc perfettamente consapevoli e profondi conoscitori di quello che portavano al polso
Ma ormai il mio punto di vista è noto ed è inutile che lo ribadisca ancora
Buona continuazione
 ;)
Negli anni 60 i palazzinari e gli industriali nascenti lavoravano 20 ore al giorno e non avevano
tempo e fantasia per pensare agli orologi.
Il malcostume,in senso lato,e' arrivato un decennio piu' tardi quando i soldi hanno iniziato a girare
in maniera vorticosa spinti dal nascente malaffare.

ciaca

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Re:Le grandi case e la ricerca e sviluppo.
« Risposta #57 il: Aprile 11, 2015, 19:58:59 pm »
Molti palazzinari e industriali lavorano ancora oggi 20 ore al giorno, con la differenza rispetto al passato che per 3/4 di queste 20 ore lavorano di fatto per uno stato canaglia e ed estortore.
Da questo punto di vista il tempo per badare a certe facezie non c'è come non c'era allora.
Oggi come allora si compra ciò che viene divulgato essere "il top", la differenza vera che "il top" di allora era davvero il meglio disponibile, ciò che oggi viene proposto come "top" é lontano anni luce dal meglio disponibile
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"

Re:Le grandi case e la ricerca e sviluppo.
« Risposta #58 il: Aprile 11, 2015, 21:49:40 pm »
Molti palazzinari e industriali lavorano ancora oggi 20 ore al giorno, con la differenza rispetto al passato che per 3/4 di queste 20 ore lavorano di fatto per uno stato canaglia e ed estortore.
Da questo punto di vista il tempo per badare a certe facezie non c'è come non c'era allora.
Oggi come allora si compra ciò che viene divulgato essere "il top", la differenza vera che "il top" di allora era davvero il meglio disponibile, ciò che oggi viene proposto come "top" é lontano anni luce dal meglio disponibile

Condivido.

Re:Le grandi case e la ricerca e sviluppo.
« Risposta #59 il: Aprile 11, 2015, 21:54:38 pm »
Anche volendo il cliente medio non riuscirebbe a cosa sta comprando perché alla fine della fiera non gliene importa nulla ed in un mercato di questo tipo che motivo hanno le grandi Maison a spendere in ricerca e sviluppo?
Ma secondo te al cliente medio negli anni d'oro dell'orologeria è mai importato qualcosa di cosa ci fosse dentro l'orologio?
Secondo me no.
Negli anni 50 chi acquistava Patek / VC  acquistava , nè più nè meno che oggi , il Marchio.
Non credo che il Cumenda con PP al polso , tanto per citare uno stereotipo , sapesse cosa avesse al polso.
I volumi erano però decisamente minori , c'era certamente una maggior cura del dettaglio e le varie case avevano , come dire , più la cura del bello che non oggi che i numeri di produzione giustificano tutto.
Mi spiace,coetaneo,ma devo smentirti.
Ho in casa l'esempio vivente,93 anni,che conferma che 50 o 60 anni fa l'utente di alta orologeria era in media piu' preparato dei fruitori attuali.
Perche' non si acquistava per apparire o per investire ma per pura passione.
Posso ancora oggi parlare con mio padre di movimenti,di casse,quadranti e design.
Posso disquisire con lui su case che il 90% dei lettori dei forum ignora.
E tieni conto che l'orologeria in campo collezionistico non era che la sua seconda passione.
Mio padre non era un'eccezione:prima di acquistare il mio 222 mi recai da un suo amico che quel Vacheron l'aveva acquistato nel 77 e che lo conosceva come le sue tasche.
E allora come oggi c'erano i cenacoli di appassionati,solo che il loro primo interesse erano i movimenti.Gli orologi se ne stavano sotto i polsini e sarebbe stato anche inutile ostentare.
Oggi anche gli extracomunitari,senza voler offendere,sanno cosa sia e quanto costi un Rolex.
50 anni fa alcuni conoscevano Omega,Longines e Zenith,la massa ignorava cosa fosse un orologio da polso.
Noi oggi con internet abbiamo un compito molto facilitato...
Ma l'utente medio,oggi come allora,non acquistava Vacheron o Patek.
L'orologio non era uno status symbol e non avrebbe potuto esserlo in quanto sconosciuto alla
stragrande maggioranza della popolazione.
Secondo te se io nella mia cittadina di provincia volessi ostentare un orologio metterei al polso un Rolex o un Breguet?
A chi piacerebbe quest'ultimo e chi lo riconoscerebbe?Nessuno!
Io i miei orologi li uso,a rotazione irregolare.Chi puo' vederli se sono nascosti sotto il polsino della
camicia?
Io quando voglio ostentare indosso il Breguet, ad ostentare col Rolex mi sento uno scemo qualsiasi; poi non conoscono cosa sia un Breguet? Problema loro, che si mettessero a studiare sti zoticoni!  ;);D
Non c'è nulla di nobile nell'essere superiore a qualcun'altro.
La vera nobiltà è essere superiore a chi eravamo ieri.
-Samuel Johnson-