Stefano, ma io non dico che non é possibile o non é utile, dico che il cliente medio dell'orologio non se ne cura al contrario di come se ne cura per le auto.
E questo perché a differenza dell'auto che ha ancora prestazioni rilevanti per l'utenza e finalità pratiche, l'orologio per quasi tutti é ormai considerato - per usare una delle brillanti allegorie care ad Ermanno - alla stregua di un braccialetto.
Perché così gli hanno inculcato le stesse case.
"L'ora la leggi ovunque, noi ti vendiamo un sogno......."
Approccio sbagliato per trarne profitto vendendo la solita minestra.
Io credo che come ogni circolo vizioso sia difficile separare cause ed effetti, dove inizia la responsabilità delle case e dove la scarsa attenzione del cliente, e dove l'una diventi causa piuttosto che effetto rispetto all'altra.
Di certo, "l'ora la leggi ovunque" non è qualcosa inventato dalla comunicazione delle case ma un dato di fatto, che le case hanno certamente sfruttato a loro vantaggio dopo che aveva rischiato di farle scomparire, e per farlo ci hanno dovuto aggiungere la seconda parte, ossia il "ti regaliamo un sogno"
Il mutamento della percezione dell'oggetto orologio da parte dei suoi acquirenti è nell'ordine naturale delle cose e di come si sono evolute, non è un'invenzione malefica delle case.
Se fosse solo per leggere l'ora non porterei più orologi meccanici al polso, e probabilmente nessun orologio.
Il settore, inevitabilmente, è passato da "maturo" ad "obsoleto" e ha dovuto reinventarsi, perdendo per strada pezzi importanti della sua storia e buona parte di quel pregio che gli dava un senso al di la del mero strumento di misura.
Il problema infatti è che nel reinventarsi ha virato sul lusso effimero e sulla moda preconfezionata, e così facendo ha completamente smarrito il senso di se e della misura.