Chiaccherata recente con amico concessionario, a Basilea si è parlato (tristemente aggiungo io) solo di questo orologio, che la casa propone come "one shot" (però si sa che con gli Stern tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare) per i prossimi dieci anni, destinandolo quindi a tutti i "collezionisti" a tema che nelle previsioni (non so quanto realistiche) dovrebbero fare la fila per accaparrarsene uno. Questa, per sommi capi, l'idea commerciale che starebbe dietro a questo "pilot".
A me è parso uno scenario un po' ottimistico, ma non mi sorprenderei se si realizzasse anche solo in parte.
Faccio fatica a capire come si possa solo immaginare di spendere 45k euro su una roba simile, ma in realtà me lo spiego: la prospettiva di un'importante futura rivalutazione nel nome dell'unicità.
Solito giochino.
Quello che mi stupisce è Stern Sr. Lui quella Patek l'ha conosciuta (ereditata a sua volta dal padre, vero Signore e cultore della bella orologeria).
Perchè ti stupisci? È per mano sua che PP ha praticamente moltiplicato per 6 i volumi di prodotto passando dai 7000 pz/anno del nonno agli oltre 40.000 con i quali il papà ha passato lo scettro al figlio (il quale è già a oltre 55.000).
D'altronde se guardiamo il rovescio della medaglia l'azienda del nonno rischiava di andare a gambe all'aria mentre quella che il padre ha consegnato al figlio ha una ragguardevole solidità.
E di questo gli va reso merito.
Padre e figlio condividono la medesima visione in questo senso, con la differenza che il figlio vorrebbe fare una generale rivisitazione in chiave casual e più spiccatamente modaiola di buona parte della collezione. I risultati, almeno fino ad oggi, sono a dir poco discutibili, ma la forza del marchio gli permette di sbagliare senza danni almeno finchè il mito della rivalutazione continuerà a vivere di vita propria.