Al di là dei pochi a cui piace, e che rispetto, mi pare un'operazione commerciale anche un po' provocatoria: è come dire da parte di Stern: so che la mia clientela acquista fondamentalmente il brand, perciò lo piazzo su un qualsiasi quadrante, vedrete che questi orologi li vendo lo stesso, e anche di più.
Più che provocatoria direi speculativa. Che poi è la politica sulla base della quale la casa ha avuto grande successo nell'uotimo quarto di secolo dopo che ha rischiato, come tante altre, di fallire nei 70.
Stern nipote è ben conscio che con il marchio PP sul quadrante oggi si può vendere di tutto, ed è ben consapevole che il fenomeno speculativo di cui la casa beneficia ormai da oltre 25 anni è tale che qualunque "slancio di unicità", che sia un cronografo grande quanto una padella, un pilot o un orologio per minatori poco cambia, troverà ampio consenso e una nutrita schiera di "investitori" pronti a scommettere sulla sua rivalutazione e quindi pronta a fare la fila per comprarlo.
Le case producono orologi per venderli, Stern nipote ha solo scelto uno dei tanti possibili modi per fare orologi che si vendono. Quello che nel breve termine gli fa lievitare meglio il conto in banca con il minor rischio imprenditoriale possibile.
Finchè la barca va, lasciala andare...
...ma, alla lunga, rischia di fermarsi; ed ormai, di posacenere, ce ne sono in giro anche troppi
"Alla lunga" è un orizzonte temporale troppo ampio e indefinito per preoccupare gli azionisti.
Dovrebbe preoccupare il settore tutto, che rischia di scomparire sepolto dal lusso effimero, dagli smartwatch, e da qualsiasi cosa possa assurgere al ruolo di lusso cool and trendy basta che abbia il marchio giusto. I veri asset strategici dei gruppi del lusso sono, prima di tutto, i marchi. Il resto è contorno.
Dovrebbe preoccupare le maestranze qualificate e specializzate, che sempre più rischiano di scomparire, le aziende che hanno nelle forniture di componenti e semilavorati il loro core business, e tutti quegli attori che partecipano alla filiera produttiva dell'oggetto orologio da polso meccanico.
Non preoccupa invece gli azionisti, che hanno utili da capogiro, ne la rete di vendita, che vende orologi come fossero salami e può tranquillamente vendere qualunque cosa abbia il marchio giusto.
Dovrebbe preoccupare la politica di un paese che ha nell'orologeria meccanica uno dei suoi settoei industriali rilevanti, ma diventa già un discorso troppo ampio.
Gli svizzeri, da questo punto di vista, hanno mostrato scarsissima lungimiranza, per esempio nella legislazione dello "swiss made" dove hanno abdicato agli interessi dei potentati sacrificando parte del loro know how.
In fondo, tutto il mondo è paese...