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Romanzo: JLC, il bilanciere Gyromax e le 3 grandi sorelle

ciaca

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Re:Romanzo: JLC, il bilanciere Gyromax e le 3 grandi sorelle
« Risposta #30 il: Aprile 13, 2015, 11:38:38 am »
Marco, la tua ipotesi al pari di ogni altra merita di essere attenzionata.
È una di quelle che ho preso in considerazione più volte, ma non mi ha mai convinto per almeno due ragioni.
La prima è che la crisi di quegli anni investe tutte le aziende, e Patek non è certo esente se è vero che proprio a causa di quella crisi è costretta a tagliare la produzione di alcuni propri storici calibri e affidarsi a fornitori terzi anche per i movimenti più entry level come i manuali da mettere dentro la propria produzione di base, calatrava ed ellipse in primis, scegliendo per altro soluzioni chiaramente orientate alle economie e al risparmio.
D'altronde ad essere in crisi sono proprio quelle aziende che non riescono a beneficiare di una certa flessibilità nei costi legata alle forniture esterne di semilavorati e mano d'opera (oggi si dice "outsourcing"), con Patek che appunto tende rapidamente a trasformarsi in tal senso.
Non è un caso, infatti, che nei 70 spariscano molte delle più celebri "manifatture" mentre gli assemblatori o comunque le manifatture spurie riescano in molti casi a salvarsi.
La crisi di quegli anni, poi, tende a svanire nei primi anni 80, anni di grande fermento e rinascita, che sono proprio gli anni in cui le due case non utilizzeranno il gyromax, benchè come hai scritto il periodo di mancato utilizzo si estende fino agli ultimi anni dei 70 (e a tal proposito sarebbe interessante cercare di capire quando con un certo grado di precisione).
Sappiamo che per VC quegli anni 80 sono di fatto anni di grande difficoltà, per AP molto meno.

Quanto alla cronometria dei 920 confermo l'esperienza di Erm, non solo sono assolutamente soddisfacenti ma l'unico che possiedo con gyromax nonostante la scarsa manutenzione e lo scarso utilizzo che ne faccio mostra una costanza (durata nel tempo della sua buona regolazione) nettamente superiore a quelli con racchetta, il che è pienamente in sintonia con ció che abbiamo descritto come pregi/difetti delle due soluzioni. Analoga esperienza ho con i 240, ne ho diversi e marciano tutti più che bene.
« Ultima modifica: Aprile 13, 2015, 11:40:26 am da ciaca »
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"

mbelt

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Re:Romanzo: JLC, il bilanciere Gyromax e le 3 grandi sorelle
« Risposta #31 il: Aprile 13, 2015, 13:16:41 pm »
Marco, la tua ipotesi al pari di ogni altra merita di essere attenzionata.
È una di quelle che ho preso in considerazione più volte, ma non mi ha mai convinto per almeno due ragioni.
La prima è che la crisi di quegli anni investe tutte le aziende, e Patek non è certo esente se è vero che proprio a causa di quella crisi è costretta a tagliare la produzione di alcuni propri storici calibri e affidarsi a fornitori terzi anche per i movimenti più entry level come i manuali da mettere dentro la propria produzione di base, calatrava ed ellipse in primis, scegliendo per altro soluzioni chiaramente orientate alle economie e al risparmio.
D'altronde ad essere in crisi sono proprio quelle aziende che non riescono a beneficiare di una certa flessibilità nei costi legata alle forniture esterne di semilavorati e mano d'opera (oggi si dice "outsourcing"), con Patek che appunto tende rapidamente a trasformarsi in tal senso.
Non è un caso, infatti, che nei 70 spariscano molte delle più celebri "manifatture" mentre gli assemblatori o comunque le manifatture spurie riescano in molti casi a salvarsi.
La crisi di quegli anni, poi, tende a svanire nei primi anni 80, anni di grande fermento e rinascita, che sono proprio gli anni in cui le due case non utilizzeranno il gyromax, benchè come hai scritto il periodo di mancato utilizzo si estende fino agli ultimi anni dei 70 (e a tal proposito sarebbe interessante cercare di capire quando con un certo grado di precisione).
Sappiamo che per VC quegli anni 80 sono di fatto anni di grande difficoltà, per AP molto meno.

Quanto alla cronometria dei 920 confermo l'esperienza di Erm, non solo sono assolutamente soddisfacenti ma l'unico che possiedo con gyromax nonostante la scarsa manutenzione e lo scarso utilizzo che ne faccio mostra una costanza (durata nel tempo della sua buona regolazione) nettamente superiore a quelli con racchetta, il che è pienamente in sintonia con ció che abbiamo descritto come pregi/difetti delle due soluzioni. Analoga esperienza ho con i 240, ne ho diversi e marciano tutti più che bene.
Abbiamo una ide diversa di cosa sia cronometricamente valido oggi. Gli Ap che ho io corrono molto, anche subito dopo la revisione, i pp 240 sembra abbiano poca energia  e scartano in modo imponente. Sono abituato male forse io, ma per me è troppo. Certo forse , anzi sicuramente, 40-50 anni fa gli standard erano diversi.
Contro ogni talebanismo, ora e sempre

ciaca

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Re:Romanzo: JLC, il bilanciere Gyromax e le 3 grandi sorelle
« Risposta #32 il: Aprile 13, 2015, 13:29:15 pm »
Citazione
Abbiamo una ide diversa di cosa sia cronometricamente valido oggi.

Direi, piuttosto, dei parametri in base ai quali esprimere un giudizio.
Se non contestualizziamo le cose nel periodo in cui sono state pensate, per esempio, giungiamo a conclusioni divergenti.
Per me un calibro pensato negli anni 60, e sostanzialmente immutato da allora, ha una buona cronometria se ricade nei parametri fissati dal cosc, che 50 anni fa avevano una rioevanza decisamente superiore ad oggi.
E tutti i miei 920 e 240 hanno cronometria ricadente nei parametri cosc, in altri termini sono ancora oggi classificabili come "cronometri", ad eccezione di un paio di perpetui che reclamano ormai da tempo una revisione.
Che poi oggi la ricerca e la vetta dell'alta orologeria siano stati capaci di superare quei parametri rendendoli anacronistici è altra questione che però non può mutare il giudizio su progetti di 50 anni fa :)
A latere, al di la della cronometria, ho anche potuto sperimentare (almeno per i 920) una estrema resistenza (grazie al doppio antiurto su bilanciere e ruota dello scappamento) degna dei migliori "trattori" oltre che un'affidabilità ragguardevole (pluriventennale senza alcun problema di sorta e con manutenzione virtualmente assente). Il che per movimenti così "estremi" nel loro disegno e "innovativi" per certe soluzioni adottate e mai più replicate da nessuno, non è un dettaglio da poco.
Viceversa sarebbe come giudicare una Miura prendendo come riferimento le prestazioni di una Gallardo... 
« Ultima modifica: Aprile 13, 2015, 13:35:13 pm da ciaca »
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mbelt

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Re:Romanzo: JLC, il bilanciere Gyromax e le 3 grandi sorelle
« Risposta #33 il: Aprile 13, 2015, 14:04:33 pm »
Citazione
Abbiamo una ide diversa di cosa sia cronometricamente valido oggi.

Direi, piuttosto, dei parametri in base ai quali esprimere un giudizio.
Se non contestualizziamo le cose nel periodo in cui sono state pensate, per esempio, giungiamo a conclusioni divergenti.
Per me un calibro pensato negli anni 60, e sostanzialmente immutato da allora, ha una buona cronometria se ricade nei parametri fissati dal cosc, che 50 anni fa avevano una rioevanza decisamente superiore ad oggi.
E tutti i miei 920 e 240 hanno cronometria ricadente nei parametri cosc, in altri termini sono ancora oggi classificabili come "cronometri", ad eccezione di un paio di perpetui che reclamano ormai da tempo una revisione.
Che poi oggi la ricerca e la vetta dell'alta orologeria siano stati capaci di superare quei parametri rendendoli anacronistici è altra questione che però non può mutare il giudizio su progetti di 50 anni fa :)
A latere, al di la della cronometria, ho anche potuto sperimentare (almeno per i 920) una estrema resistenza (grazie al doppio antiurto su bilanciere e ruota dello scappamento) degna dei migliori "trattori" oltre che un'affidabilità ragguardevole (pluriventennale senza alcun problema di sorta e con manutenzione virtualmente assente). Il che per movimenti così "estremi" nel loro disegno e "innovativi" per certe soluzioni adottate e mai più replicate da nessuno, non è un dettaglio da poco.
Viceversa sarebbe come giudicare una Miura prendendo come riferimento le prestazioni di una Gallardo...
Si, però la Miura non la vendono oggi, mentre i calibri 240 e 2120 sì, su orologi che costano decine migliaia di euro,e anche di più, li vendono. Quindi io sono del tutto legittimato a valutarli con i parametri i oggi. Ed in base a quei parametri sono molto scadenti. Poi, Angelo, sappiamo tutti da dove viene il 240: quindi non era un calibro nuovo neppure nel 1977. E comunque Angelo, anche se non li producessero più oggi, nel momento in cui oggi devo scegliere uno di questi calibri posso capire che si valutino anche con i parametri di oggi. Poi su un piano di analisi storica è giusto tenere conto che sia stato concepito decenni fa.
« Ultima modifica: Aprile 13, 2015, 14:09:25 pm da mbelt »
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ciaca

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Re:Romanzo: JLC, il bilanciere Gyromax e le 3 grandi sorelle
« Risposta #34 il: Aprile 13, 2015, 15:15:38 pm »
Su questo hai ragione, ma ricadiamo nel discorso sulla percezione dell'oggetto orologio fatta in altro topic.
Va da se, comunque, che se la vendessero io una Miura al posto di una Gallardo - al giusto prezzo - la comprerei eccome ;D
In tutto questo, tuttavia, non stiamo tenendo conto di alcuni parametri altrettanto rilevanti: nonostante gli anni il 920 e il 240 sono ancora tra i movimenti più sottili, originali e anticonvenzionali mai realizzati. E anche questo va messo sul piatto della bilancia.
Poi sono certo che basterebbe una spirale in silicio e qualche piccola modifica qua e la per renderli cronometricamente ancora più performanti di quanto già non siano, ma anche per togliergli (almeno la spirale in silicio) molto del loro fascino "retró".
Ancora oggi la scelta tra gli ultrapiatti automatici si riduce alle dita di una sola mano...e forse non é un caso se é vero che il contenimento dello spessore é ancora una delle sfide più improbe per un orologiaio.
I cnc aiutano molto, ma l'ingegno non passa dalle macchine a controllo numerico :)
Come sono certo che un 920 e un 240, ma anche un FP71, regolati a regola d'arte non temono confronti nemmeno con meccaniche più moderne a patto che il confronto sia circoscritto a movimenti della medesima tipologia (ultrapiatti).
« Ultima modifica: Aprile 13, 2015, 15:18:51 pm da ciaca »
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Re:Romanzo: JLC, il bilanciere Gyromax e le 3 grandi sorelle
« Risposta #35 il: Aprile 13, 2015, 15:27:52 pm »
Su questo hai ragione, ma ricadiamo nel discorso sulla percezione dell'oggetto orologio fatta in altro topic.
Va da se, comunque, che se la vendessero io una Miura al posto di una Gallardo - al giusto prezzo - la comprerei eccome ;D
In tutto questo, tuttavia, non stiamo tenendo conto di alcuni parametri altrettanto rilevanti: nonostante gli anni il 920 e il 240 sono ancora tra i movimenti più sottili, originali e anticonvenzionali mai realizzati. E anche questo va messo sul piatto della bilancia.
Poi sono certo che basterebbe una spirale in silicio e qualche piccola modifica qua e la per renderli cronometricamente ancora più performanti di quanto già non siano, ma anche per togliergli (almeno la spirale in silicio) molto del loro fascino "retró".
Ancora oggi la scelta tra gli ultrapiatti automatici si riduce alle dita di una sola mano...e forse non é un caso se é vero che il contenimento dello spessore é ancora una delle sfide più improbe per un orologiaio.
I cnc aiutano molto, ma l'ingegno non passa dalle macchine a controllo numerico :)
A parte che una Miura io oggi la prenderei se la rifacessero, ma perché è con capolavoro, e neppure tutte le sue prestazioni sono superate oggi, però per gli orologi il discorso è diverso. Certo che oggi mettono il silicio e risolvono il problema, ma è proprio quello che io non tollero dell'orologeria moderna. Io accetto che risolvano col silicio su pezzi di poco pregio ma non su un Patek, perché quel calibro, Angelo, è superato. Una casa serie che volesse fare orologerìa come si è fatta per decenni e decenni riprogetterebbe un altro calibro più bello, più sottile, con prestazioni adeguate, perché tecnicamente non solo è possibile, ma sarebbe doveroso quando si chiedono tanti soldi. Ed invece si va avanti con la solita minestra riscaldata col silicio. È proprio questo che non va. E gli ultra sottili non sono uccisi dalla incapacità tecnica, ma dalla volontà delle case di non investire, e dai clienti che sono cloroformizzati, sono imbalsamati nelle loro nostalgie , anche mentali, e nelle illusioni rivalutative.
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Re:Romanzo: JLC, il bilanciere Gyromax e le 3 grandi sorelle
« Risposta #36 il: Aprile 13, 2015, 17:54:30 pm »
Io condivido in parte il senso delle tue parole, non sono però d'accordo quando dici "superato".
Almeno fin quando non ne avremo la prova provata.
Un bilanciere bimetallico è superato, perchè esistono i bilancieri monometallici autocompensanti.
Una spirale in ferro è superata perchè esistono le spirali in nivarox o altre leghe amagnetiche e refrattarie.
In misura minore è superata anche la racchetta di regolazione rispetto ad un bilanciere ad inerzia variabile con spirale libera.
È superata la data a scatto lento perchè esistono le date a scatto istantaneo, come superati sono i perpetui tradizionali in rapporto ai perpetui istantanei. E via dicendo. 
Un calibro come questi, finché non ne esisteranno di più sottili e altrettanto affidabili, non si può in alcun modo definire superato, tutt'altro.
Si possono fare? Lo credo anch'io, ma finché non lo si fa se si vuole un calibro automatico sotto ai 3 mm di spessore sempre la bisogna andare a parare, il che li rende tutt'altro che superati e semmai ancor oggi all'avanguardia. Specie dopo decenni di collaudo sul campo che ne testimoniano la sostanziale assenza di difetti di progetto.
Altro che cuscinetti a sfera in ceramica...guarda in che stato sono i rulli in rubino sintetico di un 920 dopo 40 anni di vita, e come basti una normale revisione (pulizia e lubrificazione) per veder scivolare la massa rotante come fosse nuovo. E guarda come è concepito e realizzato tutto il sistema di carica manuale, incluso il sistema che disimpegna l'automatico quando si aziona la corona di carica. Questo è un movimento ancor oggi all'avanguardia e insuperato da molti punti di vista rilevanti, che non si riducono alla sola cronometria :)
Fare orologi robusti che marciano con precisioni assolute, pieni di sistemi innovativi votati a tale scopo, con bilancieri grandi quanto un piatto da pizza e spessori da putrella, per quanto ingegnoso è fin troppo "semplice" quando il volume a disposizione cresce a dismisura, diventa terribilmente difficile quando si riduce all'estremo inferiore, anche con i moderni cnc.
« Ultima modifica: Aprile 13, 2015, 18:03:02 pm da ciaca »
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Re:Romanzo: JLC, il bilanciere Gyromax e le 3 grandi sorelle
« Risposta #37 il: Aprile 13, 2015, 19:15:59 pm »
Io condivido in parte il senso delle tue parole, non sono però d'accordo quando dici "superato".
Almeno fin quando non ne avremo la prova provata.
Un bilanciere bimetallico è superato, perchè esistono i bilancieri monometallici autocompensanti.
Una spirale in ferro è superata perchè esistono le spirali in nivarox o altre leghe amagnetiche e refrattarie.
In misura minore è superata anche la racchetta di regolazione rispetto ad un bilanciere ad inerzia variabile con spirale libera.
È superata la data a scatto lento perchè esistono le date a scatto istantaneo, come superati sono i perpetui tradizionali in rapporto ai perpetui istantanei. E via dicendo. 
Un calibro come questi, finché non ne esisteranno di più sottili e altrettanto affidabili, non si può in alcun modo definire superato, tutt'altro.
Si possono fare? Lo credo anch'io, ma finché non lo si fa se si vuole un calibro automatico sotto ai 3 mm di spessore sempre la bisogna andare a parare, il che li rende tutt'altro che superati e semmai ancor oggi all'avanguardia. Specie dopo decenni di collaudo sul campo che ne testimoniano la sostanziale assenza di difetti di progetto.
Altro che cuscinetti a sfera in ceramica...guarda in che stato sono i rulli in rubino sintetico di un 920 dopo 40 anni di vita, e come basti una normale revisione (pulizia e lubrificazione) per veder scivolare la massa rotante come fosse nuovo. E guarda come è concepito e realizzato tutto il sistema di carica manuale, incluso il sistema che disimpegna l'automatico quando si aziona la corona di carica. Questo è un movimento ancor oggi all'avanguardia e insuperato da molti punti di vista rilevanti, che non si riducono alla sola cronometria :)
Fare orologi robusti che marciano con precisioni assolute, pieni di sistemi innovativi votati a tale scopo, con bilancieri grandi quanto un piatto da pizza e spessori da putrella, per quanto ingegnoso è fin troppo "semplice" quando il volume a disposizione cresce a dismisura, diventa terribilmente difficile quando si riduce all'estremo inferiore, anche con i moderni cnc.
Angelo, coma fai a pensare che in oltre 40 anni non ci siano stati passi avanti? Solo perché nessuno lo fa non significa che non si possa fare?  Significa che non si vuole fare, perché per Patek è più facile consegnare calibri 240 peraltro difettosi oltre dopo quaranta anni di produzione, come sai bene, piuttosto che studiare una calibro più avanzato. Scusa ma se Bulgari ti fa un tourbillon da 1,95 mm di spessore, ti sembra che non sia passibile fare un automatico con questo spessore? Oggi? Io lo so che tu spesso hai sostenuto che l'oorlogeria per te non è più migliorabile. Io penso al contrario che sia tutto molto migliorabile, e non giustifico più le case che non lo fanno, perché questo va a discapito dei clienti e dell' intero settore. Per me Rolex da una parte e Patek dall'altra sono i principali responsabili dello stato moribondo in termini di prodotto del settore. Lasciano la ricerca a piccoli indipendenti come se potessero sostituire i grandi mezzi di queste aziende. Dal mio punto di vista non hanno giustificazioni se non che i clienti sembrano ancora meno vivaci delle case.
Contro ogni talebanismo, ora e sempre

ciaca

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Re:Romanzo: JLC, il bilanciere Gyromax e le 3 grandi sorelle
« Risposta #38 il: Aprile 13, 2015, 20:14:57 pm »
Ma infatti ho scritto che sono convinto si possa certamente fare. In altro topic ho scritto anche che i lassale, se si fosse voluto, si sarebbero potuti certamente perfezionare. Di fatto però, quali che siano i motivi, non è ancora accaduto. Forse, come dici, si crede poco nel futuro di questa tipolgia di orologi, il che però mi sembra un atteggiamento miope da parte di chi dovrebbe anticipare e innovare per definizione; quale migliore innovazione di abbandonare sentieri già tracciati da venditori di creme e profumi? E non è forse lo spessore ridotto uno degli elementi in cui un orologio meccanico possa distinguersi e farsi preferire ad un giocattolo elettronico da polso?
Però non mi risulta che, ad oggi, i più grandi e celebrati orologiai abbiano in cantiere progetti in tal senso (tutti ad inseguire meraviglie sviluppate nelle dimensioni di autentiche putrelle importabili, tourbillon ad n assi, turbine, circuiti idraulici e mille altre diavolerie incorporate in oggetti che si fa anche fatica a definire orologi da polso).
Quando accadrà potremo dire che un 920, un 240, un fp71 o un 12P sono "superati", perchè esiste qualcosa che di fatto li ha superati, non solo perchè nuovi materiali e macchine consentono lavorazioni più precise e tolleranze più risicate, ma perchè qualche genio tira fuori soluzioni mai prima pensate, come il microrotore universal, i rulli in rubino JLc o il rotore decentrato FP.
VC, per esempio, ha recentemente rispolverato il rotore periferico per fare un cronografo sottile, e rischia di far apparire un FP1185 obsoleto e superato. :)
Fino ad allora, ripeto, dobbiamo fare i conti con ciò che esiste.
E se vuoi un calendario perpetuo da meno di 8mm di spessore, sempre a quei due o tre calibri/modelli puoi fare riferimento. Altro, non c'è.
« Ultima modifica: Aprile 13, 2015, 20:24:39 pm da ciaca »
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Re:Romanzo: JLC, il bilanciere Gyromax e le 3 grandi sorelle
« Risposta #39 il: Aprile 13, 2015, 20:38:13 pm »
Ma infatti ho scritto che sono convinto si possa certamente fare. In altro topic ho scritto anche che i lassale, se si fosse voluto, si sarebbero potuti certamente perfezionare. Di fatto però, quali che siano i motivi, non è ancora accaduto. Forse, come dici, si crede poco nel futuro di questa tipolgia di orologi, il che però mi sembra un atteggiamento miope da parte di chi dovrebbe anticipare e innovare per definizione; quale migliore innovazione di abbandonare sentieri già tracciati da venditori di creme e profumi? E non è forse lo spessore ridotto uno degli elementi in cui un orologio meccanico possa distinguersi e farsi preferire ad un giocattolo elettronico da polso?
Però non mi risulta che, ad oggi, i più grandi e celebrati orologiai abbiano in cantiere progetti in tal senso (tutti ad inseguire meraviglie sviluppate nelle dimensioni di autentiche putrelle importabili, tourbillon ad n assi, turbine, circuiti idraulici e mille altre diavolerie incorporate in oggetti che si fa anche fatica a definire orologi da polso).
Quando accadrà potremo dire che un 920, un 240, un fp71 o un 12P sono "superati", perchè esiste qualcosa che di fatto li ha superati, non solo perchè nuovi materiali e macchine consentono lavorazioni più precise e tolleranze più risicate, ma perchè qualche genio tira fuori soluzioni mai prima pensate, come il microrotore universal, i rulli in rubino JLc o il rotore decentrato FP.
VC, per esempio, ha recentemente rispolverato il rotore periferico per fare un cronografo sottile, e rischia di far apparire un FP1185 obsoleto e superato. :)
Fino ad allora, ripeto, dobbiamo fare i conti con ciò che esiste.
E se vuoi un calendario perpetuo da meno di 8mm di spessore, sempre a quei due o tre calibri/modelli puoi fare riferimento. Altro, non c'è.
Journe mi da ora in una cassa di 10 mm di spessore un calendario perpetuo a gran data istantaneo. Hai idea della complessità, rispetto ad un perpetuo normale? Il Patek ti darà pure un perpetuo a 8 mm di spessore ma ci mette tre ore e oltre a passare dal 28 o29 febbraio al primo marzo, e lo fa alle tre del mattino. E lo fa, per giunta, con nessuna indicazione a dischi. Non so se m spiego, pensi che Patek non riuscirebbe a fare un perpetuo a dischi anche non istantaneo magari a sei millimetri di spessore che magari si aggiorna in una ora invece che in tre? Io do per scontato non solo che sia possibile ma che siano possibili cose che facciamo fatica ad immaginare perché le case trovano più comodo non proporle. Tutto qua, io questo andamento delle cose lo denuncio. Ogni settore della meccanica è progredito moltissimo, solo l'orologeria è ferma.
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Re:Romanzo: JLC, il bilanciere Gyromax e le 3 grandi sorelle
« Risposta #40 il: Aprile 13, 2015, 21:08:42 pm »
Complimenti a tutti per l'interessante post.
Vedo che però si parla solo del calibro 920 e non di due altri calibri che potrebbero stare tranquillamente in questa discussione.
Il calibro k 1072 di  Vacheron e il suo contraltare PP 27-460.


 

Re:Romanzo: JLC, il bilanciere Gyromax e le 3 grandi sorelle
« Risposta #41 il: Aprile 13, 2015, 21:14:34 pm »
Immagini prese dalla rete:

Re:Romanzo: JLC, il bilanciere Gyromax e le 3 grandi sorelle
« Risposta #42 il: Aprile 13, 2015, 21:17:38 pm »
Ecco il Patek immagine trovata in rete: