Orologico Forum 3.0

AHCI

Istaro

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Re:AHCI
« Risposta #30 il: Maggio 08, 2016, 20:41:44 pm »
Ritiro su questo topic perché mi piacerebbe approfondire il discorso sull'Académie Horlogère des Créateurs Indépendants, sentendo il parere di quelli tra voi che meglio conoscono i "dietro le quinte" di questo mondo.

Ritenete che questa "Accademia" abbia davvero un ruolo incisivo nella promozione dell'orologeria artigianale e - in ogni caso - di qualità, nonché nella scoperta e nel sostegno ai giovani talenti?
Oppure si risolve soprattutto in una sorta di - pur utilissimo - club di élite ?

Esistono innovazioni importanti, introdotte da membri dell'associazione dopo la creazione della stessa (il co-axial non vale...  ;) ), che hanno avuto ricadute nella produzione industriale?

Quali maestri orologiai di prestigio non ne fanno parte, e per quale motivo?
(A me viene subito in mente il nome di Giulio Papi: perché è considerato in quota Audemars, e quindi non "indipendente", o per altre vicende?)
"Non esistono venti favorevoli per il marinaio che non sa dove andare" (Seneca)

ciaca

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Re:AHCI
« Risposta #31 il: Maggio 08, 2016, 21:33:38 pm »
Giulio Papi non crea orologi ma solo movimenti e non è un indipendente (sebbene abbia prestato i suoi servigi anche ad altre case oltre alla AP che è azionista della sua R&P).

L'A.H.C.I. nacque con finalità commerciali, raggruppare e dare visibilità agli artigiani indipendenti, infatti sui primi numeri dei vari annuari esisteva una sezione ad essa dedicata con i pezzi dei vari aderenti.

Nel tempo ha perso questa funzione ed è rimasto solo un contenitore vuoto, appunto una sorta di club come lo hai definito, una specie di attestato ai nuovi indipendenti che entrano a farvi parte.

In un modo o nell'altro molti tra i più grandi creatori di orologeria del nostro tempo ne hanno fatto o ne fanno ancora oggi parte, quindi il merito di avere in qualche modo contribuito alla loro carriera l'associazione ce l'ha avuto.
« Ultima modifica: Maggio 08, 2016, 21:47:17 pm da ciaca »
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"

Istaro

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Re:AHCI
« Risposta #32 il: Maggio 08, 2016, 21:46:28 pm »
Giulio Papi non crea orologi ma solo movimenti

Quindi requisito per l'appartenenza all'AHCI è la creazione di segnatempo completi?

Criterio molto rigido, considerato che tutti i suoi membri penso siano innanzitutto creatori di movimenti (ma, anche qui, correggetemi se sbaglio).

Papi non ha mai sentito il bisogno di cimentarsi nella realizzazione di un'opera interamente "sua"?
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ciaca

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Re:AHCI
« Risposta #33 il: Maggio 08, 2016, 21:49:56 pm »
Per entrare nell'associazione devi costruire almeno un orologio, non basta il solo movimento :)

Papi ha sempre dichiarato di essere del tutto disinteressato agli orologi. A lui interessa solo la meccanica
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"

guagua72

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Re:AHCI
« Risposta #34 il: Maggio 09, 2016, 07:43:56 am »
AHCI, una specie di tavola rotonda coi suoi cavalieri intorno. Credo abbia dato un impulso alla valorizzazione di tante e diverse manualità artistiche nel campo orologiero. L'associazionismo , quando non è di maniera,mi pare comprensibile in particolar modo in un mestiere artigianale. Trovo utile questa Accademia a patto non diventi un distintivo sul fumo...

mbelt

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Re:AHCI
« Risposta #35 il: Maggio 09, 2016, 08:24:43 am »
Chi ha dato veramente forte impulso alla conoscenza di alcuni tra i migliori indipendenti non è stata AHCI. ma Max Busser con la serie Opus di Harry Winston.
Contro ogni talebanismo, ora e sempre

ciaca

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Re:AHCI
« Risposta #36 il: Maggio 09, 2016, 13:07:40 pm »
Peccato che ahci esiste da molto tempo prima e ha portato alla ribalta nomi pesanti come FPJ (già membro dell'associazione sin dal 1988) quando ancora Max Busser giocava coi trenini e quando nella seconda metà degli anni 90 lo stesso arrivò in HW dando vita al progetto Opus andò a pescare per il suo Opus 1 proprio il già abbondantemente noto (anche grazie ai suoi primi lavori presentati sotto l'ala dell'ahci su certe pubblicazioni) FPJ.

Non fu HW a dare visibilità agli orologiai scelti ma questi ultimi a generare curiosità verso un prodotto e un marchio che altrimenti non avrebbero avuto la stessa attenzione.

Stessa cosa dicasi per il 2 (preziuso) già membro dell'associazione da molti anni prima che Busser lo chiamasse in causa, e stessa cosa dicasi per il 3 (halter).

HW ha sfruttato il nome degli orologiai che vi hanno collaborato (non a caso mai nascondendoli) nella serie Opus molto più di quanto gli stessi non ne abbiano beneficiato in termini di popolarità, nessuno di questi deve la sua popolarità e la sua carriera alla serie Opus, alcuni la devono certamente in una buona misura all'ahci (oltre che alla loro abilità, ovviamente).

Tutti hanno avuto dall'adesione all'ahci una sorta di benedizione che ne ha consacrato la fama, pure i più grandi come Philippe Dufour. Perché è a tutti gli effetti il club dei migliori
« Ultima modifica: Maggio 09, 2016, 13:11:24 pm da ciaca »
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"

mbelt

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Re:AHCI
« Risposta #37 il: Maggio 09, 2016, 13:21:23 pm »
Peccato che ahci esiste da molto tempo prima e ha portato alla ribalta nomi pesanti come FPJ (già membro dell'associazione sin dal 1988) quando ancora Max Busser giocava coi trenini e quando nella seconda metà degli anni 90 lo stesso arrivò in HW dando vita al progetto Opus andò a pescare per il suo Opus 1 proprio il già abbondantemente noto (anche grazie ai suoi primi lavori presentati sotto l'ala dell'ahci su certe pubblicazioni) FPJ.

Non fu HW a dare visibilità agli orologiai scelti ma questi ultimi a generare curiosità verso un prodotto e un marchio che altrimenti non avrebbero avuto la stessa attenzione.

Stessa cosa dicasi per il 2 (preziuso) già membro dell'associazione da molti anni prima che Busser lo chiamasse in causa, e stessa cosa dicasi per il 3 (halter).

HW ha sfruttato il nome degli orologiai che vi hanno collaborato (non a caso mai nascondendoli) nella serie Opus molto più di quanto gli stessi non ne abbiano beneficiato in termini di popolarità, nessuno di questi deve la sua popolarità e la sua carriera alla serie Opus, alcuni la devono certamente in una buona misura all'ahci (oltre che alla loro abilità, ovviamente).

Tutti hanno avuto dall'adesione all'ahci una sorta di benedizione che ne ha consacrato la fama, pure i più grandi come Philippe Dufour. Perché è a tutti gli effetti il club dei migliori
Non sono per nulla d'accordo. Prima dell'Opus 1 Journe era noto a malapena agli addetti ai lavori e aveva appena iniziato a fare il primo tourbillon. Dall'Opus 1 in poi è iniziata la sua notorietà di pubblico e la sua crescita come produttore in proprio di orologi. Idem per Urwerk: prima di Opus v e del suo straordinario successo nessuno li conosceva. Sono nati praticamente grazie a Max. Ancora: Vianney Halter. Chi lo conosceva? Nessuno, poi ha fatto un capolavoro di nome Opus III, e da quel momento è diventato un nome. Ma potrei fare l'esempio di decine di nomi che ancora più di questi hanno avuto come unico momento di fama della loro carriera proprio grazia ad Opus. Un altro? Andreas Strheler, prima dell'Opus VII era uno sconosciuto. Da lì ha preso l'avvio. Mojon e Giroud? Idem. Quindi ribadisco: certamente la serie Opus ha portato lustro ad HW, ma molto molto di più ha portato lustro ad orologiai sconosciuti grazie al successo e alla bellezza degli Opus che avevano creato. Altro che Ahci: Max Busser ha fatto per loro più di chiunque altro. E questa realtà è molto nota agli addetti ai lavori stessi e per prima agli orologiai che ne hanno beneficiato.
Contro ogni talebanismo, ora e sempre

ciaca

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Re:AHCI
« Risposta #38 il: Maggio 09, 2016, 13:58:25 pm »
Negli annuari della seconda metà degli anni 90 le prime pagine sono sempre dedicate agli orologiai indipendenti di ahci
Ci sono i calabrese, gli Andersen, i preziuso, van der klaw, Dufour, c'è pure halter col suo antiqua, e molti altri.
Di Harry Winston e Max Busser non c'è alcuna traccia, come non ce n'è nei primi numeri del nuovo millennio quando già FPJ ha una sua sezione dedicata al suo marchio. Il tourbillon di FPJ compare già nel n.3 (1993/94) degli annuari verdi, quasi dieci anni prima dell'uscita dell'opus 1 di cui il grande pubblico (quello che comprava gli annuari appunto) non sapeva assolutamente nulla essendo quello si un marchio e un prodotto di assoluta nicchia che proprio attraverso la firma di grandi orologiai già noti aveva bisogno di darsi una visibilità e una credibilità.
Tu puoi non essere d'accordo ma i fatti sempre quelli restano, non sono gli opus che hanno dato visibilità ai Journe, Preziuso e Halter, semmai il contrario; il po' di visibilità che avevano questi indipendenti ce l'avevano già da parecchio tempo prima, e grazie all'associazionismo cHe gli permetteva di comprarsi gli spazi sulle riviste di settore che da soli non avrebbero potuto permettersi.
« Ultima modifica: Maggio 09, 2016, 14:22:20 pm da ciaca »
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"

Ermanno Muzii

Re:AHCI
« Risposta #39 il: Maggio 09, 2016, 14:34:31 pm »
Negli annuari della seconda metà degli anni 90 le prime pagine sono sempre dedicate agli orologiai indipendenti di ahci
Ci sono i calabrese, gli Andersen, i preziuso, van der klaw, Dufour, c'è pure halter col suo antiqua, e molti altri.
Di Harry Winston e Max Busser non c'è alcuna traccia, come non ce n'è nei primi numeri del nuovo millennio quando già FPJ ha una sua sezione dedicata al suo marchio. Il tourbillon di FPJ compare già nel n.3 (1993/94) degli annuari verdi, quasi dieci anni prima dell'uscita dell'opus 1 di cui il grande pubblico (quello che comprava gli annuari appunto) non sapeva assolutamente nulla essendo quello si un marchio e un prodotto di assoluta nicchia che proprio attraverso la firma di grandi orologiai già noti aveva bisogno di darsi una visibilità e una credibilità.
Tu puoi non essere d'accordo ma i fatti sempre quelli restano, non sono gli opus che hanno dato visibilità ai Journe, Preziuso e Halter, semmai il contrario; il po' di visibilità che avevano questi indipendenti ce l'avevano già da parecchio tempo prima, e grazie all'associazionismo cHe gli permetteva di comprarsi gli spazi sulle riviste di settore che da soli non avrebbero potuto permettersi.
In tutto e per tutto concordo con Angelo.
Solo una piccola precisazione:il turbo di Fpj a forza costante compare gia' nel verdone N.0,quindi 1991.

Re:AHCI
« Risposta #40 il: Maggio 09, 2016, 14:45:53 pm »
Peccato che ahci esiste da molto tempo prima e ha portato alla ribalta nomi pesanti come FPJ (già membro dell'associazione sin dal 1988) quando ancora Max Busser giocava coi trenini e quando nella seconda metà degli anni 90 lo stesso arrivò in HW dando vita al progetto Opus andò a pescare per il suo Opus 1 proprio il già abbondantemente noto (anche grazie ai suoi primi lavori presentati sotto l'ala dell'ahci su certe pubblicazioni) FPJ.

Non fu HW a dare visibilità agli orologiai scelti ma questi ultimi a generare curiosità verso un prodotto e un marchio che altrimenti non avrebbero avuto la stessa attenzione.

Stessa cosa dicasi per il 2 (preziuso) già membro dell'associazione da molti anni prima che Busser lo chiamasse in causa, e stessa cosa dicasi per il 3 (halter).

HW ha sfruttato il nome degli orologiai che vi hanno collaborato (non a caso mai nascondendoli) nella serie Opus molto più di quanto gli stessi non ne abbiano beneficiato in termini di popolarità, nessuno di questi deve la sua popolarità e la sua carriera alla serie Opus, alcuni la devono certamente in una buona misura all'ahci (oltre che alla loro abilità, ovviamente).

Tutti hanno avuto dall'adesione all'ahci una sorta di benedizione che ne ha consacrato la fama, pure i più grandi come Philippe Dufour. Perché è a tutti gli effetti il club dei migliori
Non sono per nulla d'accordo. Prima dell'Opus 1 Journe era noto a malapena agli addetti ai lavori e aveva appena iniziato a fare il primo tourbillon. Dall'Opus 1 in poi è iniziata la sua notorietà di pubblico e la sua crescita come produttore in proprio di orologi. Idem per Urwerk: prima di Opus v e del suo straordinario successo nessuno li conosceva. Sono nati praticamente grazie a Max. Ancora: Vianney Halter. Chi lo conosceva? Nessuno, poi ha fatto un capolavoro di nome Opus III, e da quel momento è diventato un nome. Ma potrei fare l'esempio di decine di nomi che ancora più di questi hanno avuto come unico momento di fama della loro carriera proprio grazia ad Opus. Un altro? Andreas Strheler, prima dell'Opus VII era uno sconosciuto. Da lì ha preso l'avvio. Mojon e Giroud? Idem. Quindi ribadisco: certamente la serie Opus ha portato lustro ad HW, ma molto molto di più ha portato lustro ad orologiai sconosciuti grazie al successo e alla bellezza degli Opus che avevano creato. Altro che Ahci: Max Busser ha fatto per loro più di chiunque altro. E questa realtà è molto nota agli addetti ai lavori stessi e per prima agli orologiai che ne hanno beneficiato.

Sconosciuti a chi?
Io li conoscevo già tutti anni primi di Opus e di MB...
A coloro che erano sconosciuti lo sono abbondantemente ancora oggi... tranne che a qualche fashion follower forse...
Comu lu nonnu!
"La fuffa è l'unico elemento di un orologio che mantiene il suo valore nel tempo." Cit. alanford, 28.11.2016 alle 10:49:55

mbelt

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Re:AHCI
« Risposta #41 il: Maggio 09, 2016, 16:10:06 pm »
Negli annuari della seconda metà degli anni 90 le prime pagine sono sempre dedicate agli orologiai indipendenti di ahci
Ci sono i calabrese, gli Andersen, i preziuso, van der klaw, Dufour, c'è pure halter col suo antiqua, e molti altri.
Di Harry Winston e Max Busser non c'è alcuna traccia, come non ce n'è nei primi numeri del nuovo millennio quando già FPJ ha una sua sezione dedicata al suo marchio. Il tourbillon di FPJ compare già nel n.3 (1993/94) degli annuari verdi, quasi dieci anni prima dell'uscita dell'opus 1 di cui il grande pubblico (quello che comprava gli annuari appunto) non sapeva assolutamente nulla essendo quello si un marchio e un prodotto di assoluta nicchia che proprio attraverso la firma di grandi orologiai già noti aveva bisogno di darsi una visibilità e una credibilità.
Tu puoi non essere d'accordo ma i fatti sempre quelli restano, non sono gli opus che hanno dato visibilità ai Journe, Preziuso e Halter, semmai il contrario; il po' di visibilità che avevano questi indipendenti ce l'avevano già da parecchio tempo prima, e grazie all'associazionismo cHe gli permetteva di comprarsi gli spazi sulle riviste di settore che da soli non avrebbero potuto permettersi.
Quando non si conoscono le cose si scrivono queste cose. journe come marchio produttore di orologi non esisteva fino al 1999. Fino al 1999 nessuno poteva comprare un tourbillon di Journe, perché non li faceva. Lui stesso racconta che aveportato un prototipo nel 1992 ad un salone, Basilea, e lui stesso racconta che nessuno, a parte Blumlein, lo considerò minimamente. Quindi può anche essere sull'annuario della preistoria, ma era un prototipo. Quand'è che Journe comincia a produrre e vendere orologi con il suo nome? Nel 1999. Quand'è che diventa famoso per critica e pubblico? Dopo l'Opus 1 che erano ben tre orologi, compreso l'innovativo Resonance alla cui fama Journe deve molto. Se lo chiedi a Journe è lui per primo che ti spiega che deve moltissimo all'Opus 1. Ma quello di Journe è probabilmente quello che meno deve a Max, perché gli altri devono a Max e agli Opus molto di più. Non so se Urwerk esisterebbe senza l'incredibile successo dell'Opus V, da molti considerato un capolavoro (anche da me). So che Vianny Halter il massimo di pubblicità della sua vita l'ha avuto con l'Opus III, un vero altro capolavoro. E potrei continuare. Allora sarebbe bene essere informati quando si scrive di qualcosa. Tra l'altro, detto molto francamente, io penso che la serie Opus abbia reso molto di più agli orologiai che hanno fatto dei capolavori e si sono fatti conoscere, che alla stessa HW, che certo ha fatto parlare di sé, ma con pezzi troppo diversi e unici dalla produzione normale. Quindi per piacere proviamo a scrivere con un minimo di informazione. Perché non dobbiamo riconoscere a Max i meriti che ha , e che tutti gli riconoscono? Perché ad Angelo non piacciono gli MB&F? Siamo a questo livello di miseria intellettuale? Spero di no. Perché deve fare la sua sparata quotidiana per placare i suoi furori? Ma per piacere...
« Ultima modifica: Maggio 09, 2016, 16:12:31 pm da mbelt »
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Re:AHCI
« Risposta #42 il: Maggio 09, 2016, 16:15:34 pm »
Peccato che ahci esiste da molto tempo prima e ha portato alla ribalta nomi pesanti come FPJ (già membro dell'associazione sin dal 1988) quando ancora Max Busser giocava coi trenini e quando nella seconda metà degli anni 90 lo stesso arrivò in HW dando vita al progetto Opus andò a pescare per il suo Opus 1 proprio il già abbondantemente noto (anche grazie ai suoi primi lavori presentati sotto l'ala dell'ahci su certe pubblicazioni) FPJ.

Non fu HW a dare visibilità agli orologiai scelti ma questi ultimi a generare curiosità verso un prodotto e un marchio che altrimenti non avrebbero avuto la stessa attenzione.

Stessa cosa dicasi per il 2 (preziuso) già membro dell'associazione da molti anni prima che Busser lo chiamasse in causa, e stessa cosa dicasi per il 3 (halter).

HW ha sfruttato il nome degli orologiai che vi hanno collaborato (non a caso mai nascondendoli) nella serie Opus molto più di quanto gli stessi non ne abbiano beneficiato in termini di popolarità, nessuno di questi deve la sua popolarità e la sua carriera alla serie Opus, alcuni la devono certamente in una buona misura all'ahci (oltre che alla loro abilità, ovviamente).

Tutti hanno avuto dall'adesione all'ahci una sorta di benedizione che ne ha consacrato la fama, pure i più grandi come Philippe Dufour. Perché è a tutti gli effetti il club dei migliori
Non sono per nulla d'accordo. Prima dell'Opus 1 Journe era noto a malapena agli addetti ai lavori e aveva appena iniziato a fare il primo tourbillon. Dall'Opus 1 in poi è iniziata la sua notorietà di pubblico e la sua crescita come produttore in proprio di orologi. Idem per Urwerk: prima di Opus v e del suo straordinario successo nessuno li conosceva. Sono nati praticamente grazie a Max. Ancora: Vianney Halter. Chi lo conosceva? Nessuno, poi ha fatto un capolavoro di nome Opus III, e da quel momento è diventato un nome. Ma potrei fare l'esempio di decine di nomi che ancora più di questi hanno avuto come unico momento di fama della loro carriera proprio grazia ad Opus. Un altro? Andreas Strheler, prima dell'Opus VII era uno sconosciuto. Da lì ha preso l'avvio. Mojon e Giroud? Idem. Quindi ribadisco: certamente la serie Opus ha portato lustro ad HW, ma molto molto di più ha portato lustro ad orologiai sconosciuti grazie al successo e alla bellezza degli Opus che avevano creato. Altro che Ahci: Max Busser ha fatto per loro più di chiunque altro. E questa realtà è molto nota agli addetti ai lavori stessi e per prima agli orologiai che ne hanno beneficiato.

Sconosciuti a chi?
Io li conoscevo già tutti anni primi di Opus e di MB...
A coloro che erano sconosciuti lo sono abbondantemente ancora oggi... tranne che a qualche fashion follower forse...
Eh certo, i faschion follower sicuramente seguono gli Opus- Certo Antonio che anche tu quando ti ci metti a scrivere sciocchezze te la cavi bene , eh?
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Re:AHCI
« Risposta #43 il: Maggio 09, 2016, 16:44:14 pm »
Peccato che ahci esiste da molto tempo prima e ha portato alla ribalta nomi pesanti come FPJ (già membro dell'associazione sin dal 1988) quando ancora Max Busser giocava coi trenini e quando nella seconda metà degli anni 90 lo stesso arrivò in HW dando vita al progetto Opus andò a pescare per il suo Opus 1 proprio il già abbondantemente noto (anche grazie ai suoi primi lavori presentati sotto l'ala dell'ahci su certe pubblicazioni) FPJ.

Non fu HW a dare visibilità agli orologiai scelti ma questi ultimi a generare curiosità verso un prodotto e un marchio che altrimenti non avrebbero avuto la stessa attenzione.

Stessa cosa dicasi per il 2 (preziuso) già membro dell'associazione da molti anni prima che Busser lo chiamasse in causa, e stessa cosa dicasi per il 3 (halter).

HW ha sfruttato il nome degli orologiai che vi hanno collaborato (non a caso mai nascondendoli) nella serie Opus molto più di quanto gli stessi non ne abbiano beneficiato in termini di popolarità, nessuno di questi deve la sua popolarità e la sua carriera alla serie Opus, alcuni la devono certamente in una buona misura all'ahci (oltre che alla loro abilità, ovviamente).

Tutti hanno avuto dall'adesione all'ahci una sorta di benedizione che ne ha consacrato la fama, pure i più grandi come Philippe Dufour. Perché è a tutti gli effetti il club dei migliori
Non sono per nulla d'accordo. Prima dell'Opus 1 Journe era noto a malapena agli addetti ai lavori e aveva appena iniziato a fare il primo tourbillon. Dall'Opus 1 in poi è iniziata la sua notorietà di pubblico e la sua crescita come produttore in proprio di orologi. Idem per Urwerk: prima di Opus v e del suo straordinario successo nessuno li conosceva. Sono nati praticamente grazie a Max. Ancora: Vianney Halter. Chi lo conosceva? Nessuno, poi ha fatto un capolavoro di nome Opus III, e da quel momento è diventato un nome. Ma potrei fare l'esempio di decine di nomi che ancora più di questi hanno avuto come unico momento di fama della loro carriera proprio grazia ad Opus. Un altro? Andreas Strheler, prima dell'Opus VII era uno sconosciuto. Da lì ha preso l'avvio. Mojon e Giroud? Idem. Quindi ribadisco: certamente la serie Opus ha portato lustro ad HW, ma molto molto di più ha portato lustro ad orologiai sconosciuti grazie al successo e alla bellezza degli Opus che avevano creato. Altro che Ahci: Max Busser ha fatto per loro più di chiunque altro. E questa realtà è molto nota agli addetti ai lavori stessi e per prima agli orologiai che ne hanno beneficiato.

Sconosciuti a chi?
Io li conoscevo già tutti anni primi di Opus e di MB...
A coloro che erano sconosciuti lo sono abbondantemente ancora oggi... tranne che a qualche fashion follower forse...
Eh certo, i faschion follower sicuramente seguono gli Opus- Certo Antonio che anche tu quando ti ci metti a scrivere sciocchezze te la cavi bene , eh?

Si, i non addetti ai lavori, i non propriamente appassionati, hanno scoperto HW sulle riviste patinate...
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"La fuffa è l'unico elemento di un orologio che mantiene il suo valore nel tempo." Cit. alanford, 28.11.2016 alle 10:49:55

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Re:AHCI
« Risposta #44 il: Maggio 09, 2016, 16:48:44 pm »
Ma non sarà che le sciocchezze le scrivi tu?
Ripeto che Journe come tutti i più noti orologiai indipendenti erano già noti al "grande pubblico" già a partire dagli inizi degli anni 90, grazie alle riviste di settore dove era A.H.C.I. a comprare gli spazi. È nata per quello quell'associazione! Per dare visibilitá a tutti gli orologiai che nell'era del CAD e delle nozze coi fichi secchi dell'industria orologiera non riuscivano più a trovare collocazione e spazio nelle grandi aziende.

Ed è grazie a quella associazione che tutti i "malati" di orologite che negli anni 80 e 90 consumavano annuari e riviste che erano il principale mezzo di informazione in un'epoca in cui l'ADSL nemmeno esisteva e non esistevano o erano anCora in fase embrionale blog e forum di settore, hanno imparato a conoscere l'orologeria indipendente e i suoi principali interpreti.

Che non si potessero comprare o che non ne facesse o che il marchio sia nato nel 99 (comunque due anni prima dell'uscita dell'opus 1) non ha alcuna importanza, comprare e conoscere non sono sinonimi.

Che poi tu ti sia avvicinato a questo settore solo in seguito e magari abbia conosciuto certi orologiai attraverso gli opus non vuol dire che tutto il mondo abbia fatto il tuo percorso né che siano gli opus gli orologi che hanno dato visibilità a quegli orologiai, visibilità che avevano già avuto (prima di tutto sulla stampa di settore) prima e grazie proprio all'ahci come dimostrano appunto le pubblicazioni degli anni 90 quando HW e Max Busser nessuno sapeva chi fossero.
Né avrebbero mai avuto visibilità e credibilità se non avessero fatto leva proprio sui nomi già noti degli orologiai a cui hanno affidato la realizzazione dei loro Opus, come Preziuso e Halter che magari TU non conoscevi ma erano già nomi affermati del panorama indipendente da anni, e proprio grazie all'Ahci e agli spazi che si ritagliava sulla stampa specializzata (e per questo furono scelti da Max Busser).

Ma perché una volta tanto non ti fermi a riflettere due secondi prima di sparare ad alzo zero, magari sul fatto che certe cose che credi di sapere e conoscere solo tu c'è tanta altra gente che le ha conosciute prima di te ed in modo diverso dal tuo?
« Ultima modifica: Maggio 09, 2016, 17:04:19 pm da ciaca »
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