Orologico Forum 3.0

AHCI

mbelt

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Re:AHCI
« Risposta #45 il: Maggio 09, 2016, 16:57:13 pm »
Peccato che ahci esiste da molto tempo prima e ha portato alla ribalta nomi pesanti come FPJ (già membro dell'associazione sin dal 1988) quando ancora Max Busser giocava coi trenini e quando nella seconda metà degli anni 90 lo stesso arrivò in HW dando vita al progetto Opus andò a pescare per il suo Opus 1 proprio il già abbondantemente noto (anche grazie ai suoi primi lavori presentati sotto l'ala dell'ahci su certe pubblicazioni) FPJ.

Non fu HW a dare visibilità agli orologiai scelti ma questi ultimi a generare curiosità verso un prodotto e un marchio che altrimenti non avrebbero avuto la stessa attenzione.

Stessa cosa dicasi per il 2 (preziuso) già membro dell'associazione da molti anni prima che Busser lo chiamasse in causa, e stessa cosa dicasi per il 3 (halter).

HW ha sfruttato il nome degli orologiai che vi hanno collaborato (non a caso mai nascondendoli) nella serie Opus molto più di quanto gli stessi non ne abbiano beneficiato in termini di popolarità, nessuno di questi deve la sua popolarità e la sua carriera alla serie Opus, alcuni la devono certamente in una buona misura all'ahci (oltre che alla loro abilità, ovviamente).

Tutti hanno avuto dall'adesione all'ahci una sorta di benedizione che ne ha consacrato la fama, pure i più grandi come Philippe Dufour. Perché è a tutti gli effetti il club dei migliori
Non sono per nulla d'accordo. Prima dell'Opus 1 Journe era noto a malapena agli addetti ai lavori e aveva appena iniziato a fare il primo tourbillon. Dall'Opus 1 in poi è iniziata la sua notorietà di pubblico e la sua crescita come produttore in proprio di orologi. Idem per Urwerk: prima di Opus v e del suo straordinario successo nessuno li conosceva. Sono nati praticamente grazie a Max. Ancora: Vianney Halter. Chi lo conosceva? Nessuno, poi ha fatto un capolavoro di nome Opus III, e da quel momento è diventato un nome. Ma potrei fare l'esempio di decine di nomi che ancora più di questi hanno avuto come unico momento di fama della loro carriera proprio grazia ad Opus. Un altro? Andreas Strheler, prima dell'Opus VII era uno sconosciuto. Da lì ha preso l'avvio. Mojon e Giroud? Idem. Quindi ribadisco: certamente la serie Opus ha portato lustro ad HW, ma molto molto di più ha portato lustro ad orologiai sconosciuti grazie al successo e alla bellezza degli Opus che avevano creato. Altro che Ahci: Max Busser ha fatto per loro più di chiunque altro. E questa realtà è molto nota agli addetti ai lavori stessi e per prima agli orologiai che ne hanno beneficiato.

Sconosciuti a chi?
Io li conoscevo già tutti anni primi di Opus e di MB...
A coloro che erano sconosciuti lo sono abbondantemente ancora oggi... tranne che a qualche fashion follower forse...
Eh certo, i faschion follower sicuramente seguono gli Opus- Certo Antonio che anche tu quando ti ci metti a scrivere sciocchezze te la cavi bene , eh?

Si, i non addetti ai lavori, i non propriamente appassionati, hanno scoperto HW sulle riviste patinate...
Come no, gli Opus pubblicizzati sulle riviste patinate, ma certo.....
Contro ogni talebanismo, ora e sempre

mbelt

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Re:AHCI
« Risposta #46 il: Maggio 09, 2016, 17:08:11 pm »
Ma non sarà che le sciocchezze le scrivi tu?
Ripeto che Journe come tutti i più noti orologiai indipendenti erano già noti al "grande pubblico" già a partire dagli inizi degli anni 90, grazie alle riviste di settore dove era A.H.C.I. a comprare gli spazi. È nata per quello quell'associazione! Per dare visibilitá a tutti gli orologiai che nell'era del CAD e delle nozze coi fichi secchi dell'industria orologiera non riuscivano più a trovare collocazione e spazio nelle grandi aziende.

Ed è grazie a quella associazione che tutti i "malati" di orologite che negli anni 80 e 90 consumavano annuari e riviste che erano il principale mezzo di informazione in un'epoca in cui l'ADSL nemmeno esisteva e non esistevano o erano anCora in fase embrionale blog e forum di settore, hanno imparato a conoscere l'orologeria indipendente e i suoi principali interpreti.

Che non si potessero comprare o che non ne facesse o che il marchio sia nato nel 99 (comunque due anni prima dell'uscita dell'opus 1) non ha alcuna importanza, comprare e conoscere non sono sinonimi.

Che poi tu ti sia avvicinato a questo settore solo in seguito e magari abbia conosciuto certi orologiai attraverso gli opus non vuol dire che tutto il mondo abbia fatto il tuo percorso né che siano gli opus gli orologi che hanno dato visibilità a quegli orologiai, visibilità che avevano già avuto (prima di tutto sulla stampa di settore) prima e grazie proprio all'ahci come dimostrano appunto le pubblicazioni degli anni 90 quando HW e Max Busser nessuno sapeva chi fossero.
Né avrebbero mai avuto visibilità e credibilità se non avessero fatto leva proprio sui nomi già noti degli orologiai a cui hanno affidato la realizzazione dei loro Opus, come Preziuso e Halter che magari TU non conoscevi ma erano già nomi affermati del panorama indipendente da anni, e proprio grazie all'Ahci e agli spazi che si ritagliava sulla stampa specializzata (e per questo furono scelti da Max Busser).

Ma perché una volta tanto non ti fermi a riflettere due secondi prima di sparare ad alzo zero, magari sul fatto che certe cose che credi di sapere e conoscere solo tu c'è tanta altra gente che le ha conosciute prima di te ed in modo diverso dal tuo?
A smentire quello che scrivi, anzi a svelarne il carattere cavilloso e meramente polemico, basterebbe conoscere Journe. Ma chi si può immaginare che Journe già di chiara fama si presta addirittura a scrivere l'atto fondatore di una linea di Harry Winston....uno come Journe gelosissimo del proprio lavoro...perché lo fa? Perché è noto nel settore ma non al di fuori degli addetti ai lavori, mentre per il lancio dei suoi orologi ha bisogno di un evento....e l'evento è proprio l'Opus 1. Figurati se un Journe affermato avrebbe mai prestato ad altri i suoi orologi più importanti e caratteristici...aveva bisogno di pubblicità, e negare che l'Opus 1 non lo sia stata è semplicemente ridicolo, non vale neppure la pena di perdere tempo a rispondere. sono problemi psicologici di chi scrive certe cose.
Contro ogni talebanismo, ora e sempre

ciaca

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Re:AHCI
« Risposta #47 il: Maggio 09, 2016, 17:16:44 pm »
Cavilloso sei tu che da ore ti affanni a voler dimostrare ciò che la storia smentisce. Non importa se a cercare di spiegartelo sono persone che di questo settore si interessano da quando eri ancora un bambino, o non avevi ancora nessun interesse per esso. Tu sai tutto, anche di epoche in cui non distinguevi una batteria da un bariletto.

Già che ci siamo scriviamo pure che Calabrese ha avuto la fama grazie al tourbillon per Bivier, quando era da oltre dieci anni che stupiva con le sue creazioni, cosí...giusto per il gusto di raccontare la storia al contrario o per il solito approccio da fanboy per il quale ai propri idoli (in questo caso Max Busser) bisogna per forza attribuire meriti, anche quelli che non hanno.

E ha perfettamente ragione Antonio quando scrive che gli Opus hanno avuto visibilità grazie alle riviste patinate, visto che HW è sempre stato il gioielliere delle star (noto come "King of Diamonds") e su quelle riviste ha avuto la sua costante presenza per decenni. Mentre mai ne aveva avuta proprio sulle riviste di settore visto che casa di orologeria propriamente detta non era mai stata prima dell'avvento dello stesso MB (per altro durato pochi anni) di cui per altro nessuno sapeva nulla e che proprio grazie agli orologiai di cui si è servito deve la sua fama.

Non sono Journe, Preziuso o Halter che devono la loro fama a Büsser, é esattamente il contrario.
Ma che te lo spieghiamo a fare....
« Ultima modifica: Maggio 09, 2016, 17:57:37 pm da ciaca »
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"

mbelt

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Re:AHCI
« Risposta #48 il: Maggio 09, 2016, 19:26:56 pm »
Cavilloso sei tu che da ore ti affanni a voler dimostrare ciò che la storia smentisce. Non importa se a cercare di spiegartelo sono persone che di questo settore si interessano da quando eri ancora un bambino, o non avevi ancora nessun interesse per esso. Tu sai tutto, anche di epoche in cui non distinguevi una batteria da un bariletto.

Già che ci siamo scriviamo pure che Calabrese ha avuto la fama grazie al tourbillon per Bivier, quando era da oltre dieci anni che stupiva con le sue creazioni, cosí...giusto per il gusto di raccontare la storia al contrario o per il solito approccio da fanboy per il quale ai propri idoli (in questo caso Max Busser) bisogna per forza attribuire meriti, anche quelli che non hanno.

E ha perfettamente ragione Antonio quando scrive che gli Opus hanno avuto visibilità grazie alle riviste patinate, visto che HW è sempre stato il gioielliere delle star (noto come "King of Diamonds") e su quelle riviste ha avuto la sua costante presenza per decenni. Mentre mai ne aveva avuta proprio sulle riviste di settore visto che casa di orologeria propriamente detta non era mai stata prima dell'avvento dello stesso MB (per altro durato pochi anni) di cui per altro nessuno sapeva nulla e che proprio grazie agli orologiai di cui si è servito deve la sua fama.

Non sono Journe, Preziuso o Halter che devono la loro fama a Büsser, é esattamente il contrario.
Ma che te lo spieghiamo a fare....
C.V.D. : è un problema psicologico, mentale. Tutto perché ho scritto quello che é noto in tutto il settore, cioè che Max. Busser con gli Opus ha dato un contributo decisivo, ripeto decisivo, per l'affermazione di alcuni grandi orologiai. Ma no, Angelo questa semplice realtà non la regge psicologicamente anche se sono gli stessi orologiai ad ammetterlo.
Se va avanti così farò come Simone finirò con lo scrivere sempre meno anche qui.
« Ultima modifica: Maggio 09, 2016, 19:34:50 pm da mbelt »
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Ermanno Muzii

Re:AHCI
« Risposta #49 il: Maggio 09, 2016, 22:38:32 pm »
Marco,grazie alle riviste io conoscevo i vari orologiai a fine anni 80.
HW ho appreso chi fosse anni dopo,quando vidi in asta (mi sembra Antiquorum) un crono che se non ricordo male era in platino con quadrante blu e mi pare incassasse un 1185 ed aveva un nome proprio che aveva a che fare con il mare.
Sinceramente i vari Opus li ho seguiti distrattamente essendo troppo lontani dalle mie possibilita'.

guagua72

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Re:AHCI
« Risposta #50 il: Maggio 10, 2016, 07:58:14 am »
Ok questo è il concetto: "Con il progetto Opus Harry Winston fu tra i primi , se non il primo marchio nella storia, ad avviare una collaborazione con i più grandi orologiai del pianeta nell’intento di carpire – e nello stesso tempo condividere – le loro visioni per iniziare a portare avanti (in sordina) le proprie". Mi sembra superfluo, ma io sono uno che ha più dimestichezza con la zappa che con l'ingranaggio, cercare di comprendere se veniva prima l'uovo ( HW) o la gallina ( FPJ) . La mia opinione è che FPJ, si sia notevolmente giovato di questo lancio, in particolare modo nei mercati che già conoscevano e apprezzavano l'alta orologeria mentre sicuramente senza Opus One avrebbe fatto più fatica. Diciamo che l'acume di HW è stato quello di trovare Journe e quello di Journe di trovare HW, entrambi hanno avuto modo di accrescere in qualcosa il loro proprio modo di esistere , ed esistevano già entrambi, l'uno come marchio, l'altro come orologiaio…..

Re:AHCI
« Risposta #51 il: Maggio 10, 2016, 09:06:03 am »
Ok questo è il concetto: "Con il progetto Opus Harry Winston fu tra i primi , se non il primo marchio nella storia, ad avviare una collaborazione con i più grandi orologiai del pianeta nell’intento di carpire – e nello stesso tempo condividere – le loro visioni per iniziare a portare avanti (in sordina) le proprie". Mi sembra superfluo, ma io sono uno che ha più dimestichezza con la zappa che con l'ingranaggio, cercare di comprendere se veniva prima l'uovo ( HW) o la gallina ( FPJ) . La mia opinione è che FPJ, si sia notevolmente giovato di questo lancio, in particolare modo nei mercati che già conoscevano e apprezzavano l'alta orologeria mentre sicuramente senza Opus One avrebbe fatto più fatica. Diciamo che l'acume di HW è stato quello di trovare Journe e quello di Journe di trovare HW, entrambi hanno avuto modo di accrescere in qualcosa il loro proprio modo di esistere , ed esistevano già entrambi, l'uno come marchio, l'altro come orologiaio…..

Ecco, semplicemente una valutazione equilibrata....ne servirebbe qualcuna in più ogni tanto....

ciaca

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Re:AHCI
« Risposta #52 il: Maggio 10, 2016, 11:41:39 am »
Ok questo è il concetto: "Con il progetto Opus Harry Winston fu tra i primi , se non il primo marchio nella storia, ad avviare una collaborazione con i più grandi orologiai del pianeta nell’intento di carpire – e nello stesso tempo condividere – le loro visioni per iniziare a portare avanti (in sordina) le proprie". Mi sembra superfluo, ma io sono uno che ha più dimestichezza con la zappa che con l'ingranaggio, cercare di comprendere se veniva prima l'uovo ( HW) o la gallina ( FPJ) . La mia opinione è che FPJ, si sia notevolmente giovato di questo lancio, in particolare modo nei mercati che già conoscevano e apprezzavano l'alta orologeria mentre sicuramente senza Opus One avrebbe fatto più fatica. Diciamo che l'acume di HW è stato quello di trovare Journe e quello di Journe di trovare HW, entrambi hanno avuto modo di accrescere in qualcosa il loro proprio modo di esistere , ed esistevano già entrambi, l'uno come marchio, l'altro come orologiaio…..

Se Journe non ne avesse giovato certamente non l'avrebbe fatto (anche se a giudicare da quanto poco si possono vedere Journe e Busser forse se potesse tornare indetto non lo rifarebbe, ma queste sono mie supposizioni), quindi scrivere cHe la serie Opus abbia giovato  (se non altro sul piano meramente economico) a Journe e agli altri che vi si sono cimentati, è ragionevole. È stata un'occasione in più di lavorare e di far conoscere il proprio nome.

Ma qua si cercava di riscrivere la storia e distorcerla solo per dare a Max Busser meriti che nei fatti non ha o in misura maggiore di quanti i fatti non glie ne diano già, scrivendo che certi orologiai di fatto devono la loro notorietà a lui, che prima di cimentarsi nei suoi Opus nessuno sapeva chi fossero, e che ha fatto più Busser con i suoi Opus per la loro carriera di quanto non abbia fatto l'associarsi all'ahci.

E questo è un discorso diverso, del tutto falso e anche privo di logica per le ragioni e i fatti già esposti.

1 - tutti quelli chiamati da Busser a collaborare per la realizzazione dei primi Opus (tra cui Preziuso e Halter) erano orologiai membri dell'ahci già noti al pubblico e con una ben precisa fama

2 - era Busser che aveva bisogno di orologiai di indiscutibile fama per dare visibilità ad un marchio, Harry Winston, che fino ad allora era solo un marchio di gioielleria che nessun appassionato di orologi aveva mai sentito nominare se non appunto come marchio di gioielleria

3 - è Busser che ha giovato della fama degli orologiai a cui si è rivolto per dare credibilità e visibilità a HW nell'ambito del panorama dell'alta orologeria (prima) e acquistarne anche personalmente per successivamente potersi dare alla sua attività col marchio MB&F.
« Ultima modifica: Maggio 10, 2016, 11:51:50 am da ciaca »
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Re:AHCI
« Risposta #53 il: Maggio 10, 2016, 13:56:44 pm »
Io so solo che a tutti gli orologiai coinvolti nella realizzazione degli Opus ha giovato tantissimo l'esperienza di Busser ed erano nomi che TUTTI ne avevano bisogno. Negare questo vuol dire dimostrare di negare anche l'evidenza solo perché si ritiene Busser un reprobo dell'orologeria invece che un grande come è. Se gli orologiai coinvolti non fossero stati grandi e non avessero fatto meravigliosi orologi la cosa non avrebbe funzionato. E vorrei sapere quale iniziativa più efficace ha invece intrapreso l'AhcI. Una iniziativa anche solo di uguale efficacia comunicativa. Direi nessuna. Figurasti se io voglio togliere meriti a Journe; solo un fissato polemico amante delle sparate può pensare una cosa del genere. Ma l'evidenza quando la si nega vuol dire che non si è sereni . Abbiamo letto reazioni da invasato a fronte di una considerazione semplice, lampante e di buon senso. Qualcuno dovrebbe meditare su questo, anche perché un buon numero di sparate si rivelano infondate anche in off topic oltre che qui.
« Ultima modifica: Maggio 10, 2016, 14:01:16 pm da mbelt »
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ciaca

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Re:AHCI
« Risposta #54 il: Maggio 10, 2016, 14:13:20 pm »
Non sono io che sono un fissato polemico sei tu che hai il vizio di scrivere cose che non stanno né in cielo né in terra.

Che anche gli Opus, come una qualunque altra opportunità professionale, siano stati utili a questi orologiai nessuno lo può negare perché non avrebbe senso.

Ma tu hai scritto altro....

Citazione
Chi ha dato veramente forte impulso alla conoscenza di alcuni tra i migliori indipendenti non è stata AHCI. ma Max Busser con la serie Opus di Harry Winston.

E questa è una sciocchezza smentita dai fatti, visto che è esattamente il contrario e che sono Busser ed HW di cui nessuno sapeva nulla ad essersi fatti un nome e ad aver avuto visibilità grazie al lavoro di quegli orologiai scelti non a caso tra quelli che erano associati all'ahci. Cosa che si sta cercando di farti capire da 3 pagine, ma tu ti innamori a tal punto delle sciocchezze che scrivi che non riesci ad accettare nemmeno l'evidenza e ti inerpichi in estenuanti polemiche più grandi di te.
« Ultima modifica: Maggio 10, 2016, 14:19:57 pm da ciaca »
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Ermanno Muzii

Re:AHCI
« Risposta #55 il: Maggio 10, 2016, 14:18:55 pm »
Gli appassionati di orologeria,quelli generici ed i professionisti,orologiai e commercianti come ne conosciamo tanti,sanno chi siano i vari orologiai mentre ignorano HW ed i suoi Opus,questa e' la verita'.
Nel senso che se io chiedo al mio orologiaio di provincia ma anche a reseller della capitale,quelli che conosco,chi sia Calabrese,Andersen o Halter mi rispondono piu' o meno a tono (piu' l'orologiaio di provincia che gli altri),se chiedo di Winston mi guardano in modo interrogativo.
I vari Opus a quante persone interessano?
Troppo elitari per poter essere conosciuti da molti.

Errol

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Re:AHCI
« Risposta #56 il: Maggio 10, 2016, 14:51:57 pm »
io quando vidi i primi Opus, col tutto che HW non mi era del tutto sconosciuto, diventai triste pensando che orologiai che stimavo molto (in primis Journe sui cui orologi sognavo leggendo i primi verdoni) avevano sputtanato la loro maestria a servizio di un nome più altisonante del loro (benchè nella gioielleria).

con le debite proporzioni è come gli orologi Ralph Lauren che sfruttano le meccaniche Jaeger, IWC e Piaget per darsi un tono nell'orologeria (solo che in questo caso i produttori dei movimenti non ne hanno avuto particolari benefici di immagine)

forse tra qualche anno leggeremo che Ralph Lauren ha fatto conoscere al mondo i movimenti Jaeger, IWC e Piaget
        

mbelt

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Re:AHCI
« Risposta #57 il: Maggio 10, 2016, 17:12:47 pm »
Ok questo è il concetto: "Con il progetto Opus Harry Winston fu tra i primi , se non il primo marchio nella storia, ad avviare una collaborazione con i più grandi orologiai del pianeta nell’intento di carpire – e nello stesso tempo condividere – le loro visioni per iniziare a portare avanti (in sordina) le proprie". Mi sembra superfluo, ma io sono uno che ha più dimestichezza con la zappa che con l'ingranaggio, cercare di comprendere se veniva prima l'uovo ( HW) o la gallina ( FPJ) . La mia opinione è che FPJ, si sia notevolmente giovato di questo lancio, in particolare modo nei mercati che già conoscevano e apprezzavano l'alta orologeria mentre sicuramente senza Opus One avrebbe fatto più fatica. Diciamo che l'acume di HW è stato quello di trovare Journe e quello di Journe di trovare HW, entrambi hanno avuto modo di accrescere in qualcosa il loro proprio modo di esistere , ed esistevano già entrambi, l'uno come marchio, l'altro come orologiaio…..

Ecco, semplicemente una valutazione equilibrata....ne servirebbe qualcuna in più ogni tanto....
E pensare che ho scritto delle cose di buon senso e innegabili. Sto ancora aspettando da Angelo che mi dica quali sono le iniziative dell'AHCI che avrebbero fatto più conoscere gli indipendenti degli Opus. Ma mi sa che sarà una attesa lunga....
Per Ermanno: tu gli Opus non li conoscevi perché dell'orologeria moderna e di avanguardia non te ne è mai interessato nulla, come d'altronde ad Angelo. Solo poiché entrambi siete afflitti da ego ipertrofico non vi rendete conto che le vostre sono lacune che per fortuna altri non hanno. Come se io mi mettessi a discutere sui vintage, ma non lo faccio perché a differenza vostra non mi rendo ridicolo con tesi assurde. MA se uno conosce Halter, Journe o altri, stai tranquillo che conosce anche gli Opus di HW. Ma garantito al 100 per cento.
« Ultima modifica: Maggio 10, 2016, 17:14:36 pm da mbelt »
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Re:AHCI
« Risposta #58 il: Maggio 10, 2016, 17:18:45 pm »
Citazione
Sto ancora aspettando da Angelo che mi dica quali sono le iniziative dell'AHCI che avrebbero fatto più conoscere gli indipendenti di AHCI.

La presenza sulla stampa specializzata che i singoli indipendenti da soli non avrebbero mai potuto permettersi.
A questo serve l'associazionismo in qualunque settore, a unire forze, fare sistema e sviluppare anche relazioni. E questo ha fatto l'ahci.

Se ci sono Halter, Preziuso, Journe, Van Der Klaw, Dufour e compagnia cantante sugli annuari degli anni 90 e sugli articoli delle riviste di settore attraverso i quali chi si interessava agli orologi in quegli anni ha potuto conoscerli, in un'epoca in cui l'orologeria indipendente era molto meno popolare di quanto non lo sia poi divenuta in seguito, grazie alla rete, ai blog e ai forum, lo dobbiamo proprio all'ahci.
Chi come te si è avvicinato allotologeria nell'epoca dei forum e dei blog queste cose non può saperle, ma almeno farebbe bene ad ascoltare chi è arrivato molto tempo prima.

Che d'altronde se l'ahci non servisse a nulla non avrebbe la lunga fila di orologiai desiderosi ancor oggi di entrare a farvi parte proprio per acquisire credibilità e visibilità.
« Ultima modifica: Maggio 10, 2016, 17:22:46 pm da ciaca »
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Re:AHCI
« Risposta #59 il: Maggio 10, 2016, 18:06:17 pm »
Citazione
Sto ancora aspettando da Angelo che mi dica quali sono le iniziative dell'AHCI che avrebbero fatto più conoscere gli indipendenti di AHCI.

La presenza sulla stampa specializzata che i singoli indipendenti da soli non avrebbero mai potuto permettersi.
A questo serve l'associazionismo in qualunque settore, a unire forze, fare sistema e sviluppare anche relazioni. E questo ha fatto l'ahci.

Se ci sono Halter, Preziuso, Journe, Van Der Klaw, Dufour e compagnia cantante sugli annuari degli anni 90 e sugli articoli delle riviste di settore attraverso i quali chi si interessava agli orologi in quegli anni ha potuto conoscerli, in un'epoca in cui l'orologeria indipendente era molto meno popolare di quanto non lo sia poi divenuta in seguito, grazie alla rete, ai blog e ai forum, lo dobbiamo proprio all'ahci.
Chi come te si è avvicinato allotologeria nell'epoca dei forum e dei blog queste cose non può saperle, ma almeno farebbe bene ad ascoltare chi è arrivato molto tempo prima.

Che d'altronde se l'ahci non servisse a nulla non avrebbe la lunga fila di orologiai desiderosi ancor oggi di entrare a farvi parte proprio per acquisire credibilità e visibilità.
A differenza tua Angelo io la stampa specializzata continuo a comprarla. Ci sono stati 14 Opus da quando è iniziata al serie. Ebbene, a parte Journe, che ogni tanto compare in qualche articolo di presentazione di novità, ogni tanto ma raramente, e molto più raramente Urwerk, degli altri e sugli altri io non ricordo un solo articolo. Su Revolution qualche volta è uscito qualcosa di Voutilainen, ma molto molto raramente. Gli Opus, soprattutto alcuni Opus, oltre a valere oggi molti soldi, sono orologi che chi conosce ed apprezza l'orologeria contemporanea e non guarda solo dallo specchio retrovisore conosce. Quindi se dovessero essere gli articoli a misurare i risultati dell'AHCI direi che si potrebbe dire che i risultati sono zero, o forse meno di zero. A parte il fatto che non c'è prova che i pochi articoli siano usciti per merito di Ahci piuttosto che dei singoli orologiai. Peraltro tutti i nuovi orologiai ambiscono ad entrare all'Ahci anche se questa non fa niente per loro...perché comunque è un segno di prestigio, qualcosa che si può mettere su un curriculum scarso. Ma della sua utilità da quello che so io è meno che zero.
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