Importante: ho esaurito lo spazio di 2000 caratteri del post di apertura, quindi le ulteriori note mancanti le metto qui.
FP Journe Souverain Resonance, o ro rosa, 40 mm. Con il tourbillon, il Vagabondage, il Resonance è il capolavoro di Journe, un orologio che è pure poesia. È l'unico orologio da polso al mondo che funziona con due bilancieri che si correggono a vicenda grazie alla risonanza. È stato il mio primo Journe. E la cosa bella è che...funziona! Giulio Papi lo sottopose a severi test per capire come e se funzionava davvero, è il responso fu positivo. Scopri anche che la risonanza in questo orologio si verifica attraverso l'aria, non la platina come si poteva ipotizzare. In sostanza a sono due microcalibri con due bariletti distinti,medie treni del tempo, due bilancieri molto vicini , la cui distanza millimetrica è regolata da una curiosa vite di regolazione. Qui sta il bello. Cosa succede se un urto fa accelerare uno dei due bilancieri? Che grazie alla risonanza l'altro bilanciere, quello più lento comincia ad accelerare mentre l'altro rallenta fino a raggiungere dopo un arco di tempo di diversi secondi a battere alla stessa frequenza. Sono micro scambi di energia che avvengono tra i due bilancieri. La difficoltà di realizzazione è immensa, la delicatezza anche. Infatti affinché la risonanza ci sia tra i due bilancieri occorre che lo scarto tra le frequenze dell'uno e dell'altro siano comprese entro limiti molto ma molto ridotti, altrimenti non può funzionare . Immaginate come possa essere facile regolarlo, solo Journe conosce come farlo, un qualsiasi orologiaio no. La corona che carica i bariletti è unica, e quando carichi da orologio fermo, vedi prima la partenza di un bilanciere, poi solo dopo parte il secondo, poi armonzzano la frequenza di funzionamento.Capolavoro vero.
Lange Zeiwerk oro rosa, 41 mm circa. Quando ebbi in mano un prototipo, anzi una maquette, dello Zeitwerk provai una forte emozione. La sua ricetta di base è quasi identica al suo contemporaneo Journe Vafgabondage II. Ma solo come formula perché poi le differenze sono tante. Iniziamo con i difetti, poi andiamo ai pregi. I difetti sono quelli legati alle dimensioni: fosse più piccolo di un paio di mm di diametro e di spessore sarebbe meglio e si leggerebbe anche meglio. Non si può infatti evitare di dire che la disposizione dei minuti ai lati opposti di una linea di diametro trasversale, determina la scomodità di scostare tutto il polsino quando guardi l'ora. La cassa è poi un po' massiccia: in questo il Journe è molto avanti. Anche la velocità di avanzamento dei dischi, qui più grandi, è più lenta, senza contare che 5 secondi prima dei 60 secondi il disco delle unità dei minuti ha un leggero movimento, cosa assente sul Journe. Qui poi decine ed unità dei minuti sono su piani diversi e un po' si vede. Detto questo nel confronto con Journe si può apprezzare gli opposti di queste due realtà orologiere: uno tende a fare orologi molto piatti, e vezzosi, l'altro tende al massiccio, uno tende a nascondere la meccanica, l'altro la fa vedere. Diverso è poi il remontoir d'égalité usato da Lange, molto ingegnoso, che svolge anche la funzione di dare l'impulso all'aggiornamento ogni 60 secondi dell'indicazione oraria. Le finiture di solito su Lange sono più curate, ma in questo caso non so quanto sia vero perché quel Journe è mediamente molto più curato di altri .
Minerva Cronografo ref. 1335, calibro 13-20CH, 1945. Classico calibro cronografico di manifattura Minerva, anzi il suo calibro più famoso ed apprezzato, il 13-20CH che è stato costruito a partire circa dalla fine degli anni 10 del secolo scorso. Raro invece il quadrante nero con radio, di stile quasi militare, senza contatori. Molto buone le finiture su questo esemplari con leve di un certo spessore, e buon anglage manuale. Superiore a Minerva cronografi del periodo Gnutti. Calibro raffinato forse solo leggermente inferiore al 13ZN Longines contemporaneo.