Orologeria indipendente o commerciale?
Sobrietà o, spesso, sfarzo?
Prendiamo il discorso da un lato diverso stavolta, poiché nel topic chiuso c’è stato chi ha capito male, chi non ha capito, chi ha fatto finta di non capire, chi ha travisato addirittura il concetto che si voleva esporre.
Anzi, a questo proposito, pregherei la moderazione di censurare subito quei comportamenti arroganti, istiganti e provocatori che dovessero pervenire.
Da parte mia, prometto che non cadrò in provocazione.
Come accennato nell'altro topic, non apprezzo affatto tutta la fuffa che gira attorno ai marchi commerciali blasonati ed alle Holding che li controllano e questo è chiaro e assodato ormai.
Tutto quel contorno, che diverrà poi salato nei listini ma completamente insipido nella sostanza, lo trovo un disgustoso spreco di risorse.
Apprezzo invece l’umiltà degli orologiai-imprenditori che hanno vita meno facile ma più stimolante, sia per loro che per l’appassionato di orologeria.
Ho scritto appassionato di orologeria e non di orologi, io distinguo le due, prima di creare equivoci.
L’orologeria indipendente vive grazie alle straordinarie capacità dei suoi protagonisti.
Le loro idee geniali, il loro modo di applicarle, la loro genuina e smisurata artigianalità, il loro Savoir-faire, la loro immensa cultura e amore nel settore.
Non fanno pubblicità invasiva come fanno invece i marchi commerciali, non organizzano feste costose e non adottano lo sfavillante sfarzo nelle loro presentazioni per creare la domanda sul loro prodotto.
I loro budget sono contenuti quindi dietro le loro realizzazioni c’è anche il loro massimo sforzo.
Promuovono la vera arte dell’orologeria lontano dai riflettori di incalcolabili consumi di KiloWatt.
Certo, i prezzi non sono sempre commerciali, magari il più delle volte fuori portata del comune mortale.
Anzi, sfatiamo questo mito che vede l’orologeria indipendente per forza “irraggiungibile” a prezzi proibitivi.
Ce ne sono per tutte le tasche, tutti possono sognare e (quasi) tutti possono avere le loro creazioni.
Ma, anche considerando questo falso mito del costo proibitivo, ciò basta per non amarli o far finta che non esistano o addirittura parlarne male come se fossero dei portatori di morbi?
L’orologeria indipendente, a mio avviso, è quella che davvero fa sentire l’esclusività dell’oggetto.
Esclusività, quella definizione che tanti altri adottano e di cui spesso se ne fa grande abuso.
Ci può essere, invece, esclusività nei marchi commerciali?
Attenzione, non parlo di rarità, perché qui è il collezionismo ad abusarne.
L’esclusività, con la giusta accezione, non la si misura con i numeri come spesso molti, in errore, fanno. L’esclusività è ben altro valore, l’esclusività è raffinatezza qualificante, ricercatezza e distinzione.
Molti marchi commerciali parlano di esclusività, serie limitate ecc. che poi si ripetono irrimediabilmente.
Che senso ha tutto ciò?
Forse l’esclusività è proprio li dove gli indipendenti non possono arrivare?
Ai loro budgets, alle loro feste, al loro sfarzo, alla loro ridondanza pubblicitaria con testimonials che spesso neanche sanno cosa indossano?
Ora, come nell’altro topic, non voglio parlare di scelte nostre o di altri, parlo di attenzione.
Chi, visto quanto esposto, meriterebbe più attenzione e considerazione?
Chi con grandi sforzi e sacrifici riesce nella vera esclusività e nell’eccellenza tecnico-meccanica o chi con meno fatica, ma con più visibilità, riesce nel commercio globalizzato?
Lo sforzo economico che chiede un indipendente all’appassionato interessato, è commisurato allo sforzo di realizzazione finale dell’oggetto. Non è previsto altro se non il minimo sindacale ovvio, è il loro mestiere e ci devono vivere. Lo fanno per passione, con passione, ma non siamo in una fiaba.
Dall’altra parte, invece, lo sforzo che i marchi commerciali chiedono al cliente copre, per più della metà, le spese di marketing, pubblicità, testimonial, serate, feste ecc ecc.
Come c’è da sentirsi pensando a questo?
Non credete che un marchio commerciale dovrebbe guardare più alla sostanza che all’immagine di se stessa?
Non dico abbattere quella metà abbondante, ma diminuirla per essere più vicino all’appassionato a cui si offre poco o nulla in relazione a prelibatezze tecniche ed estetiche che offrono i Veri Orologiai.
Infine una domanda, quale preferite dei creatori indipendenti e perché?
E dei marchi commerciali?