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Orologeria indipendente o commerciale?

ALAN FORD

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Re:Orologeria indipendente o commerciale?
« Risposta #105 il: Aprile 25, 2015, 08:31:30 am »

MA forse anche dal prezzo di acquisto di questa "vostra" artigianalità ....  o no ? :o

Magari proponendo prezzi a livello di quelli certamente piu' umani di tanti marchi "importanti" ... molta utenza si proverebbe a spostare su questi oggetti...

Al di là di tutto,,,,, 

Non è che la gente compra orologi da 4/5k solo per la moda o perchè piacciono ...ma perche anche , non deve spenderne il triplo ....

Oggi la battaglia non la si fa solo "tentando/sperando" di convincere che un oggetto , anche se costa 3 volte tanto di u naltro , è certamente sopraffino ...
E ci mancherebbe ....

Proviamo a dire ai maestri di abbassare i prezzi...magari tanti potrebbero permettrsi di provare..

Ma io penso che gli indipendenti che fanno cose straordinarie possono essere messi a confronto con chiaviche da 30-40.000 euro tipo questo sotto non certo con un submariner.
Ossia...con chi ha da spendere, che può decidere per il braccialotto griffato tipo questo OS o un manufatto oggettivamente con un suo valore .


ALAN FORD

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Re:Orologeria indipendente o commerciale?
« Risposta #106 il: Aprile 25, 2015, 08:56:24 am »
Citazione
.nel senso che l'artiguano che fa pochi pezzi l'anno , qualche cliente lo trova sempre e credo si possa permettere di tenere i prezzi 'come vuole lui' .

Non è questione di tenere i prezzi come vuole lui, è proprio fisiologico, è la produzione di serie che permette di abbattere i costi, hai passato la vita in una azienda in cui la serie è d'obbligo e dovresti saperlo.
L'indipendente produce praticamente prototipi, almeno gli indipendenti individuali come dicevamo.

Re:Orologeria indipendente o commerciale?
« Risposta #107 il: Aprile 25, 2015, 12:39:14 pm »
ma io lo ammiro, vende un pò del suo culo a Bulgari e poi costruisce Orologi Stupendi nella sua mansardina......ma di duri e puri non c'è rimasto più nessuno......credimi....

Roth a Bvlgari non ha venduto niente, aveva la minoranza di un pacchetto azionario che THG ha venduto a Bvlgari per un piatto di lenticchie, quindi a Roth è toccato un cucchiaio di lenticchie.
Praticamente i cinesi prima e Bvlgari poi gli hanno di fatto rubato il nome. Per altro senza farsene granchè...
È ripartito da zero e fa 10 orologi all'anno, sperando di insegnare al figlio un po' del suo "mestiere" (non so poi con quali risultati...). Non so se basti a definirlo "duro e puro", so che molti di questi orologiai sono stati di fatto estromessi a pedate nel sedere da questo settore in cui le holding del lusso non sanno che farsene e men che meno intendono pagarli.
Gente come Roth o Dufour non dovrebbero mica stare chiusi nelle mansarde, dovrebbero avere il loro posto dentro alle grandi aziende a fare grandi orologi per grandi aziende, come era sempre accaduto finchè l'orologeria è stata una cosa seria (negli anni 50/60 mica esistevano gli indipendenti, l'alta orologeria la facevano le grandi aziende che avevano nei loro organici i grandi orologiai). Oggi che è solo un circo pieno di aria fritta il grande orologiaio o si mette in proprio o scalda una sedia in qualche salotto...
Se Daniel Roth fosse ancora alla guida di Breguet ne vedremmo delle belle, se non ci fosse mai approdato non avremmo neanche il bello che ci ha lasciato, immaginate una Patek guidata da un Journe...

Re:Orologeria indipendente o commerciale?
« Risposta #108 il: Aprile 25, 2015, 12:39:45 pm »
O da Dufour... ;)

Re:Orologeria indipendente o commerciale?
« Risposta #109 il: Aprile 25, 2015, 12:42:02 pm »
O da Dufour... ;)

In quel caso farebbero davvero Orologi e Orologeria.
Non tutta la produzione mediocre odierna.
Comu lu nonnu!
"La fuffa è l'unico elemento di un orologio che mantiene il suo valore nel tempo." Cit. alanford, 28.11.2016 alle 10:49:55

ciaca

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Re:Orologeria indipendente o commerciale?
« Risposta #110 il: Aprile 25, 2015, 12:44:32 pm »
Esatto Michele, questo sarebbe l'ordine naturale delle cose in un settore che avesse ancora un capo e una coda. I grandi orologi, da sempre, li hanno fatti i grandi orologiai con i mezzi delle grande case. Se separi le risorse mettendo i grandi orologiai nelle condizioni di non avere più i mezzi per fare i grandi orologi, e le case nelle condizioni di essere solo contenitori vuoti di fuffa e paccottiglia industriale, uccidi la ragion d'essere di un intero settore che resta in balia di qualunque vaccata modaiola venga in mente a qualche venditore di creme.

Quanto alla questione del prezzo sollevata da mass8, è relativa; i prezzi dell'orologeria indipendente sono allineati e in molti casi inferiori a quelli della presunta alta orologeria di marca, grandi marchi come Patek per intenderci.
Chi ha soldi da spendere in questo tipo di orologi ce li ha per l'uno come per l'altro, non stiamo parlando del salariato che compra il moonwatch a rate, sono prodotti per altri mercati, fatti da altre tipologie di clienti.

Che possono scegliere se spendere 100k in un crono perpetuo Patek o in un tourbillon de bethune, perchè è a questo tipo di orologeria "commerciale" che Antonio Croix de Malte faceva riferimento, non certo all'assemblato valjoux 7750 da 1000 euro.
Poi ci sono i casi estremi come quello di Pascal Coyon che ti da un oggetto con un livello di pregio semi-artiginale al prezzo di un submariner usato, a dimostrazione che si può fare buona orologeria di livello anche tenendo bassa la produzione e usando una cura del dettaglio propria di un laboratorio artigiano più che di una catena di montaggio. E che dimostra che certamente, anche nel campo dell'alta orologeria indipendente, i livello dei prezzi medio è esagerato oltremodo, ma sempre meno di quanto non lo sia nel campo dell'alta orologeria commerciale dove le tirature sono più elevate e i sistemi di produzione a basso contenuto artigianale (quindi costi unitari molto minori) e buona parte del prezzo pagato (molto più che non per gli indipendenti) è un tributo al marchio e al marketing necessario a sostenerlo.

E infine c'è la galassia del secondo polso dove questo tipo di orologeria (quella indipendente) svaluta in moltissimi casi tantissimo, e si puó acquistare a prezzi decisamente più bassi al punto che il confronto si sposta non sui prezzi dei pluricomplicati delle grande case ma su quelli dei solo tempo, quelli di un Nautilus per intenderci.

I motivi per i quali una parte della potenziale utenza di questo tipo di orologeria ne rimane comunque lontana dall'acquisto sono altri che c'entrano poco o nulla con il prezzo; sono la distribuzione assai limitata specie in mercati depressi come il nostro, al punto che l'acquisto o anche solo la visione dell'oggetto diventano "un lavoro" a se, le incognite legate alla possibile assistenza futura quasi certamente non alla portata di un qualsiasi orologiaio e in alcuni casi alla portata solo di pochissimi, ed in generale tutto quel carico di "incoscienza" che ci vuole per avventurarsi in un acquisto che per cifre comunque molto importanti non è un fatto scontato senza quella rete di "sicurezze" che offre la grande casa commerciale.
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"

mbelt

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Re:Orologeria indipendente o commerciale?
« Risposta #111 il: Aprile 25, 2015, 13:28:34 pm »
Esatto Michele, questo sarebbe l'ordine naturale delle cose in un settore che avesse ancora un capo e una coda. I grandi orologi, da sempre, li hanno fatti i grandi orologiai con i mezzi delle grande case. Se separi le risorse mettendo i grandi orologiai nelle condizioni di non avere più i mezzi per fare i grandi orologi, e le case nelle condizioni di essere solo contenitori vuoti di fuffa e paccottiglia industriale, uccidi la ragion d'essere di un intero settore che resta in balia di qualunque vaccata modaiola venga in mente a qualche venditore di creme.

Quanto alla questione del prezzo sollevata da mass8, è relativa; i prezzi dell'orologeria indipendente sono allineati e in molti casi inferiori a quelli della presunta alta orologeria di marca, grandi marchi come Patek per intenderci.
Chi ha soldi da spendere in questo tipo di orologi ce li ha per l'uno come per l'altro, non stiamo parlando del salariato che compra il moonwatch a rate, sono prodotti per altri mercati, fatti da altre tipologie di clienti.

Che possono scegliere se spendere 100k in un crono perpetuo Patek o in un tourbillon de bethune, perchè è a questo tipo di orologeria "commerciale" che Antonio Croix de Malte faceva riferimento, non certo all'assemblato valjoux 7750 da 1000 euro.
Poi ci sono i casi estremi come quello di Pascal Coyon che ti da un oggetto con un livello di pregio semi-artiginale al prezzo di un submariner usato, a dimostrazione che si può fare buona orologeria di livello anche tenendo bassa la produzione e usando una cura del dettaglio propria di un laboratorio artigiano più che di una catena di montaggio. E che dimostra che certamente, anche nel campo dell'alta orologeria indipendente, i livello dei prezzi medio è esagerato oltremodo, ma sempre meno di quanto non lo sia nel campo dell'alta orologeria commerciale dove le tirature sono più elevate e i sistemi di produzione a basso contenuto artigianale (quindi costi unitari molto minori) e buona parte del prezzo pagato (molto più che non per gli indipendenti) è un tributo al marchio e al marketing necessario a sostenerlo.

E infine c'è la galassia del secondo polso dove questo tipo di orologeria (quella indipendente) svaluta in moltissimi casi tantissimo, e si puó acquistare a prezzi decisamente più bassi al punto che il confronto si sposta non sui prezzi dei pluricomplicati delle grande case ma su quelli dei solo tempo, quelli di un Nautilus per intenderci.

I motivi per i quali una parte della potenziale utenza di questo tipo di orologeria ne rimane comunque lontana dall'acquisto sono altri che c'entrano poco o nulla con il prezzo; sono la distribuzione assai limitata specie in mercati depressi come il nostro, al punto che l'acquisto o anche solo la visione dell'oggetto diventano "un lavoro" a se, le incognite legate alla possibile assistenza futura quasi certamente non alla portata di un qualsiasi orologiaio e in alcuni casi alla portata solo di pochissimi, ed in generale tutto quel carico di "incoscienza" che ci vuole per avventurarsi in un acquisto che per cifre comunque molto importanti non è un fatto scontato senza quella rete di "sicurezze" che offre la grande casa commerciale.
Le sicurezze, Angelo, di essere trattati male dalla grande casa commerciale, come avviene puntualmente per l'assistenza...
Contro ogni talebanismo, ora e sempre

ciaca

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Re:Orologeria indipendente o commerciale?
« Risposta #112 il: Aprile 25, 2015, 14:17:51 pm »
Si Marco, ma questo chi non ci passa non lo sa  ;)
E comunque una rete di assistenza che ti permette di lasciare l'orologio al concessionario sotto casa per una eventuale riparazione, è qualcosa che pur con tutte le storture del caso ti da una "sicurezza" (vera o presunta che sia) che un indipendente necessariamente non ti può offre.

Poi c'è tutto il tema della manutenzione ordinaria, quella che in molti casi puoi far fare all'orologiaio di tua fiducia e che in questo caso invece non puoi. Sono aspetti di cui un potenziale cliente tiene inevitabilmente conto, non tutti vanno a pranzo con Giulio Papi e possono rivolgersi a Felix Baumgartner in persona per farsi revisionare l'orologio  ;D

In questo per esempio FPJ, che si è strutturato come una piccola azienda, offre già maggiori garanzie.
Io credo che ci voglia un pizzico di incoscienza ad avventurarsi in questo mondo alle cifre di ingresso che esso richiede, quel pizzico di incoscienza che di solito si accompagna ad una passione forte.
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"

Re:Orologeria indipendente o commerciale?
« Risposta #113 il: Aprile 26, 2015, 12:40:10 pm »
Senza considerare che le grandi case ti possono tirare il pacco vero, mettiamo che tra vent'anni il silicio venga bandito per chissà quale ragione economico/ambientale o quello di alcuni Ulysse Nardin creati durante l'epoca d'oro della casa e su cui nessuno li in UN sa più mettere le mani...
Finchè è tutto meccanico e metallico qualcuno potrà sempre ripararlo, anche dopo un apocalisse nucleare...
Certo io preferisco fare uno squillo a Peter se il mio Serpent Calendar mi da problemi ;)

Re:Orologeria indipendente o commerciale?
« Risposta #114 il: Aprile 26, 2015, 12:42:27 pm »
Che poi adesso vende pure da Harrods con tanto di marchettona di Pierce Brosnan col suo faccione molto inglese che campeggia nello stand...poveri noi...

ciaca

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Re:Orologeria indipendente o commerciale?
« Risposta #115 il: Aprile 26, 2015, 13:39:54 pm »
http://www.starluxetv.com/#!olivier-bernheim-raymond-weil/cfog

Intervista a Olivier Bernheim, CEO Reimond Weil, che spiega più di mille parole ciò di cui dissertiamo in questo topic.
La cosa che fa "impressione" agli occhi di un appassionato di orologeria è l'apparente candore con il quale questa gente, di fatto, dichiara con orgoglio di vendere pubblicità e fuffa griffata piuttosto che "orologi".
Sono loro stessi, insomma, a renderlo pubblico; a dimostrazione di quanto il "mercato" sia anestetizzato.
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"

mbelt

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Re:Orologeria indipendente o commerciale?
« Risposta #116 il: Aprile 26, 2015, 15:31:50 pm »
Senza considerare che le grandi case ti possono tirare il pacco vero, mettiamo che tra vent'anni il silicio venga bandito per chissà quale ragione economico/ambientale o quello di alcuni Ulysse Nardin creati durante l'epoca d'oro della casa e su cui nessuno li in UN sa più mettere le mani...
Finchè è tutto meccanico e metallico qualcuno potrà sempre ripararlo, anche dopo un apocalisse nucleare...
Certo io preferisco fare uno squillo a Peter se il mio Serpent Calendar mi da problemi ;)

E quando Peter ahimè non sarà più ? Che fai ? A chi squilli ? 😀
Se Peter non ci sarà più, e non ci sarà più la casa che porta il suo nome (non è automatico) si andrà da un bravo orologiaio, e se proprio indispensabile cambiare pezzi si farà rifare un pezzo nuovo da un artigiano. Cosa che rischia di essere impossibile se l'orologio ha parti in silicio, non è una differenza da poco, ed infatti io se posso lo evito. Il metallo si rifà sempre.
Contro ogni talebanismo, ora e sempre

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Re:Orologeria indipendente o commerciale?
« Risposta #117 il: Aprile 26, 2015, 15:59:43 pm »
Senza considerare che le grandi case ti possono tirare il pacco vero, mettiamo che tra vent'anni il silicio venga bandito per chissà quale ragione economico/ambientale o quello di alcuni Ulysse Nardin creati durante l'epoca d'oro della casa e su cui nessuno li in UN sa più mettere le mani...
Finchè è tutto meccanico e metallico qualcuno potrà sempre ripararlo, anche dopo un apocalisse nucleare...
Certo io preferisco fare uno squillo a Peter se il mio Serpent Calendar mi da problemi ;)

E quando Peter ahimè non sarà più ? Che fai ? A chi squilli ? 😀
Se Peter non ci sarà più, e non ci sarà più la casa che porta il suo nome (non è automatico) si andrà da un bravo orologiaio, e se proprio indispensabile cambiare pezzi si farà rifare un pezzo nuovo da un artigiano. Cosa che rischia di essere impossibile se l'orologio ha parti in silicio, non è una differenza da poco, ed infatti io se posso lo evito. Il metallo si rifà sempre.

Che poi voi non lo sapete ma io che lo sopporto da anni vi informo che lui è un ferreo sostenitore degli indipendenti, ce le ha fatte a peperini con Zaccarelli che gli costruisce gli orologi e glieli garantisce a vita!

ciaca

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Re:Orologeria indipendente o commerciale?
« Risposta #118 il: Aprile 26, 2015, 18:51:34 pm »
Zaccarelli? La mitica mezz'ala del Toro?  ;D
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Re:Orologeria indipendente o commerciale?
« Risposta #119 il: Aprile 26, 2015, 18:55:57 pm »
Zaccarelli? La mitica mezz'ala del Toro?  ;D
E chi sarebbe costui? Dai Massotto, informaci!
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