Orologico Forum 3.0

La scelta di un cronografo

Re:La scelta di un cronografo
« Risposta #45 il: Aprile 25, 2015, 22:57:22 pm »
Uno dei cronografi che mi ha affascinato...da sempre per il suo sistema ( sfera contaminuti grande centrale ) e il Lemania 5100....

Forse perché spesso usato su cronografi militari di varie fogge ed epoche ...
Condivido in pieno ;): leggibilità (data dalla sfera dei minuti crono coassiale a quella della parte solo-tempo) e robustezza (resiste tranquillamente ad accelerazioni fino a 7 g  :) ), insieme all'innesto verticale della funzione cronografica (che evita il "saltellamento" della lancetta dei secondi cronografici, all'avvio della medesima), sono i pregi di questo movimento  8), che in tal modo si fa perdonare una meccanica non proprio bella da vedere , spartana e che include parti in plastica. ;)
P.S. Tra l'altro è un movimento integrato. ;)
P.P.S. Peccato che oggi non venga più prodotto! >:( :'(

Integrato in che senso maximus?
Intendevo dire che, se non dico castronerie, perché adesso il dubbio mi viene  :-[, il calibro dovrebbe avere una costruzione che non presenta due livelli per la parte solo -tempo e quella cronografica, come avviene nei movimenti modulari, in cui ad un movimento solo-tempo si accoppia un modulo cronografico, ottenendo un cronografo con la corona ed i tasti che si trovano lievemente disassati.

 :D
Il Lemania 5100 ha una costruzione particolare.
La parte cronografica è posta dal lato quadrante, ma non è un vero e proprio modulo come i classici bistrattati Dubois Depraz.
Una costruzione simile la troviamo anche nel Centigraph di FPJ ed in alcuni cronografi figli di Buttet e della defunta BNB da cui, poi, è nato Unico di Hublot.

Lemania 5100


FPJ Centigraphe


Unico Hublot

Grazie per il chiarimento, Croix. ;)
<<Non si vede bene che con il cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi.>> (Antoine de Saint-Exupéry)

Re:La scelta di un cronografo
« Risposta #46 il: Aprile 25, 2015, 23:16:43 pm »
La definizione di Papi per me è troppo restrittiva. Nel senso che è vero che se determinate componenti sono sullo stesso livello, se il calibro non può funzionare senza parte cronografica, hai la massima integrazione. Ma ci sono infiniti calibri che pur avendo le componenti su livelli diversi sono nati solo ed esclusivamente per essere cronografi. È questo è ciò che per me in definitiva conta, e differenzia veramente i crono modulari, senza contare che un conto è se tu innesti una platina sotto il quadrante con tutto il cronografo, un conto se devi mettere componenti in diverse parti del calibro; in questo ultimo caso la definizione di modulare mi sembra forzata, e che non colga l'essenziale distinzione significativa fr calibri che nascono cronografi e quelli che nascono solotempo.
Concordo! ;)
« Ultima modifica: Aprile 25, 2015, 23:19:19 pm da maximus 83 »
<<Non si vede bene che con il cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi.>> (Antoine de Saint-Exupéry)

Re:La scelta di un cronografo
« Risposta #47 il: Aprile 25, 2015, 23:43:56 pm »
Però sia il Lemania che il Valjoux in foto (come anche un 7750) possono funzionare virtualmente come base tempo anche senza parte cronografica montata e il sandwich di platine e ponti sono sullo stesso piano, forse è questo che Papi intende. Che poi siano stati concepiti per essere cronografi è vero, ma l'idea è partita da una base tempo funzionante con la conseguente aggiunta di componenti per la funzione cronografica, almeno mi sembra si possa dire così.

Leo, quei calibri nascono, ovvero vengono concepiti per essere dei cronografi.
Che poi funzionino anche senza la sezione cronografica è altro discorso.

Vedi il Simplicity di Dufour che deriva da un crono Valjoux VZ.
Comu lu nonnu!
"La fuffa è l'unico elemento di un orologio che mantiene il suo valore nel tempo." Cit. alanford, 28.11.2016 alle 10:49:55

Re:La scelta di un cronografo
« Risposta #48 il: Aprile 25, 2015, 23:47:46 pm »
Ah, ad averlo questo...  8)

Comu lu nonnu!
"La fuffa è l'unico elemento di un orologio che mantiene il suo valore nel tempo." Cit. alanford, 28.11.2016 alle 10:49:55

Re:La scelta di un cronografo
« Risposta #49 il: Aprile 26, 2015, 04:37:39 am »
Perciò sono tutti e tre veri integrati.
Secondo la filosofia di Papi no.
Se stiamo alla sua idea ci sono un FP il Rolex 4130 e un Seiko.
Ok capisco.

Re:La scelta di un cronografo
« Risposta #50 il: Aprile 26, 2015, 09:10:54 am »
Leo, quei calibri nascono, ovvero vengono concepiti per essere dei cronografi.
Che poi funzionino anche senza la sezione cronografica è altro discorso.
Ma certo Antonio infatti l'ho precisato anch'io che nascono per essere dei cronografi, e per linea di principio credo anch'io che sia giusto ritenerli integrati per questo motivo, la mia voleva solo essere una precisazione a mbelt che possono comunque funzionare solo base tempo, infatti quando lo rimonti te ne rendo conto, poi ad esempio ho ridato un'occhiata al rimontaggio del 7750, e se escludiamo il montaggio della massa oscillante che è l'ultima componente da aggiungere, (e cioè dopo aver montato tutta la parte crono) il calibro potrebbe essere rimontato anche lato quadrante, con ruote, minuteria, datario, quadrante e sfere, senza necessità della parte cronografica e funzionerebbe, e questo vale anche per altre basi nate per essere cronografi.
Forse Papi intende, con il termine integrato, una base che nasce per essere cronografo e che non possa funzionare come base tempo se non si integrano al suo interno alcuni componenti destinati alla cronografia, e questi calibri sarebbero quei pochi che avete detto prima. Io credo sia questo il nodo dell'integralismo di Papi, che potrà sembrare un po esagerato ma ha la sua ragion d'essere, tutto qui. :)


Non c'è nulla di nobile nell'essere superiore a qualcun'altro.
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-Samuel Johnson-

mbelt

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Re:La scelta di un cronografo
« Risposta #51 il: Aprile 26, 2015, 12:07:51 pm »
Leo, quei calibri nascono, ovvero vengono concepiti per essere dei cronografi.
Che poi funzionino anche senza la sezione cronografica è altro discorso.
Ma certo Antonio infatti l'ho precisato anch'io che nascono per essere dei cronografi, e per linea di principio credo anch'io che sia giusto ritenerli integrati per questo motivo, la mia voleva solo essere una precisazione a mbelt che possono comunque funzionare solo base tempo, infatti quando lo rimonti te ne rendo conto, poi ad esempio ho ridato un'occhiata al rimontaggio del 7750, e se escludiamo il montaggio della massa oscillante che è l'ultima componente da aggiungere, (e cioè dopo aver montato tutta la parte crono) il calibro potrebbe essere rimontato anche lato quadrante, con ruote, minuteria, datario, quadrante e sfere, senza necessità della parte cronografica e funzionerebbe, e questo vale anche per altre basi nate per essere cronografi.
Forse Papi intende, con il termine integrato, una base che nasce per essere cronografo e che non possa funzionare come base tempo se non si integrano al suo interno alcuni componenti destinati alla cronografia, e questi calibri sarebbero quei pochi che avete detto prima. Io credo sia questo il nodo dell'integralismo di Papi, che potrà sembrare un po esagerato ma ha la sua ragion d'essere, tutto qui. :)
Ma proprio il tuo esempio per me dimostra la sterilità della definizione di Papi. Infatti questi calibri sono nati come cronografi, ma funzionerebbero senza la parte cronografica, quindi secondo  Papi non sarebbero integrati. La definizione di Papi non mi consente di distinguere i calibri che nascono cronografi da quelli a cui il cronografo viene aggiunto dopo. Non solo ma quella definizione non riconsce la differenza tra un Lange cronografo e un AP OS divenuto cronografo con un modulo economico  DD messo sotto il quadrante. A me una definizione così mi sembra incapace di essere significativa.
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Re:La scelta di un cronografo
« Risposta #52 il: Aprile 26, 2015, 13:24:51 pm »
In effetti è così, di contro è anche vero che se si vuole dare un senso al termine "integrato" quella di Papi per quanto estrema è anche l'unica definizione possibile.
La "modularità" poi può essere raggiunta per vie sostanzialmente diverse, ed è chiaro che sovrappore ad una base tempo preestistente un modulo con una sua platina è una soluzione rozza e posticcia oltre che esteticamente sgradevole; non è la stessa cosa di progettare un cronografo i cui organi siano disposti, come nella quasi totalità dei casi, su due livelli differenti sia sul piano spaziale che funzionale, ma comunque in un insieme omogeneo pensato per quella duplice funzione.
Le differenze per altro hanno effetti sull'estetica dell'orologio, in un "panino" i pulsanti della cronografia non sono allineati con la corona di carica, che è il segno tangibile di quanto la soluzione sia "raffazonata".
« Ultima modifica: Aprile 26, 2015, 13:27:47 pm da ciaca »
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Re:La scelta di un cronografo
« Risposta #53 il: Aprile 26, 2015, 19:06:18 pm »
Esatto ciaca, non mi riferisco ai modulari, dove li c'è la costrizione a far diventare cronografo una base tempo, nata e concepita per essere tale e basta, e dove concordiamo tutti credo che tale soluzione sia non troppo apprezzabile da un appassionato di tecnica. :-\
Forse possiamo dividere in più categorie i cronografi come: cronografi, cronografi integrati, cronografi modulari.
Non voglio insistere e poi voi siete più esperti ed anziani(in senso buono ;)) di me, ma se inseriamo in una ipotetica distinzione i cronografi di tutti i tipi nati per essere tali, chiamandoli integrati e mettiamo dall'altra parte solo i modulari, che definizione diamo a quelli concepiti per 'integrati' da Papi, cioè quelli in cui la base tempo non funziona se non si monta anche la parte cronografica o parte di essa.
« Ultima modifica: Aprile 26, 2015, 19:08:52 pm da leolunetta »
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Re:La scelta di un cronografo
« Risposta #54 il: Aprile 26, 2015, 19:28:19 pm »
Da notare che i 3 casi citati da Papi come integrati sono tutti e 3 ad innesto verticale; è cioè il sistema di innesto della cronografia, per come è concepito e realizzato e per come sono quindi disposti gli organi del cronografo nello spazio, a permettere quel tipo di "integrazione" altrimenti di fatto non perseguibile con un sistema di innesto "tradizionale".

Peró, paradossalmente, i cronografi realmente "integrati" (ossia appunto quelli ad innesto verticale) sono anche quelli che sul piano estetico sono i meno apprezzabili.
L'innesto verticale ha diversi vantaggi, non ultimo quello di permettere spessori ridotti (anche se la recente creazione di VC, con rotore periferico, dimostra come anche su architetture più tradizionali si possano contenere gli spessori) e di limitare al minimo l'impatto della cronografia sulla prestazione cronometrica.

L'aspetto visuale dei cronografi manuali tradizionali, al contrario, viene esaltato dall'architettura dei ponti e delle leve che ben si prestano agli anglage e a quelle finiture che spesso rendono queste macchine così affascinanti :)

Anche in questo la recente creazione di VC, che con il suo rotore periferico lascia sgombero il resto del movimento esponendolo alla vista, apre interessanti scenari rispetto ad un'architettura, quella tradizionale, che finora sembrava giustificata (per i suddetti aspetti estetici) sui soli cronografi manuali.



Si può dire, credo senza timore di smentite, che questo sia il più bel cronografo automatico mai concepito  8)

Il caso del modulo apposto integralmente su una base tempo preesistente è ovviamente un caso estremo come detto brutto, rozzo, penalizzante sia sul piano estetico (vedasi tasti e corona non allineati) che su quello tecnico (per gli impatti spesso rilevanti sulla cronometria di un movimento in origine non progettato per gli assorbimenti supplementari di energia legati al funzionamento del modulo). E non è un caso che questo tipo di soluzioni siano tutte a carica automatica visto che il "modulo" fu concepito proprio per dare vita al primo cronografo automatico, dove fino a ieri l'aspetto estetico è sempre stato penalizzato :)
Fino a ieri, appunto, prima che VC tirasse fuori questa meraviglia.
« Ultima modifica: Aprile 26, 2015, 19:32:30 pm da ciaca »
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Re:La scelta di un cronografo
« Risposta #55 il: Aprile 26, 2015, 19:38:42 pm »
Spettacolare davvero, peccato per il braccio monco! ;D
Ma lo spessore del movimento e quello complessivo dell'orologio quanto sono?

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Re:La scelta di un cronografo
« Risposta #56 il: Aprile 26, 2015, 19:47:29 pm »
Da notare che i 3 casi citati da Papi come integrati sono tutti e 3 ad innesto verticale; è cioè il sistema di innesto della cronografia, per come è concepito e realizzato e per come sono quindi disposti gli organi del cronografo nello spazio, a permettere quel tipo di "integrazione" altrimenti di fatto non perseguibile con un sistema di innesto "tradizionale".

Peró, paradossalmente, i cronografi realmente "integrati" (ossia appunto quelli ad innesto verticale) sono anche quelli che sul piano estetico sono i meno apprezzabili.
L'innesto verticale ha diversi vantaggi, non ultimo quello di permettere spessori ridotti (anche se la recente creazione di VC, con rotore periferico, dimostra come anche su architetture più tradizionali si possano contenere gli spessori) e di limitare al minimo l'impatto della cronografia sulla prestazione cronometrica.

L'aspetto visuale dei cronografi manuali tradizionali, al contrario, viene esaltato dall'architettura dei ponti e delle leve che ben si prestano agli anglage e a quelle finiture che spesso rendono queste macchine così affascinanti :)

Anche in questo la recente creazione di VC, che con il suo rotore periferico lascia sgombero il resto del movimento esponendolo alla vista, apre interessanti scenari rispetto ad un'architettura, quella tradizionale, che finora sembrava giustificata (per i suddetti aspetti estetici) sui soli cronografi manuali.



Si può dire, credo senza timore di smentite, che questo sia il più bel cronografo automatico mai concepito  8)

Il caso del modulo apposto integralmente su una base tempo preesistente è ovviamente un caso estremo come detto brutto, rozzo, penalizzante sia sul piano estetico (vedasi tasti e corona non allineati) che su quello tecnico (per gli impatti spesso rilevanti sulla cronometria di un movimento in origine non progettato per gli assorbimenti supplementari di energia legati al funzionamento del modulo). E non è un caso che questo tipo di soluzioni siano tutte a carica automatica visto che il "modulo" fu concepito proprio per dare vita al primo cronografo automatico, dove fino a ieri l'aspetto estetico è sempre stato penalizzato :)
Fino a ieri, appunto, prima che VC tirasse fuori questa meraviglia.
In realtà c'è chi ha fatto prove di assorbimento dell'energia, e ha scoperto che i cronografi con innesto laterale assorbono più o meno come quelli ad innesto verticale. Allora la domanda è: dove è il loro vantaggio? Il vantaggio sta in questo: che quelli ad innesto verticale per come sono costruito possono funzionare senza particolare usura sempre con cronografo inserito, a differenza di quelli ad innesto laterale, che si usurano, e sono fatti per funzionare normalmente con il cronografo disinnestato. In realtà si usurano anche gli innesti verticali, ma meno velocemente, e poi in genere la sostituzione è economica, perché si cambia tutto l'innesto. Il fatto di poter funzionare a cronografo sempre inserito consente alle case di regolarli con appunto la funzione inserita. Quindi su questi cronografo ad innesto verticale la migliore resa cronometrica si ha proprio a cronografo inserito. Comunque è una soluzione che non mi piace quella dell'immesto verticale. Non mi piace da alcun punto di vista, estetico e tecnico.
« Ultima modifica: Aprile 26, 2015, 20:00:52 pm da mbelt »
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Re:La scelta di un cronografo
« Risposta #57 il: Aprile 26, 2015, 19:58:05 pm »
Il movimento, che è un rattrapante, è spesso solo 5,2 mm. Il frederic Piguet 1186, come termine di paragone, è spesso 6,9mm
L'orologio 8,2mm.
« Ultima modifica: Aprile 26, 2015, 20:02:03 pm da ciaca »
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Bertroo

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Re:La scelta di un cronografo
« Risposta #58 il: Aprile 26, 2015, 20:26:00 pm »
Per quel che mi riguarda l'1185 incarna tutto ciò che cerco in un chrono...sottile...automatico...ruota a colonne...innesto verticale...start e reset morbido...affidabile...facilmente riparabile da un bravo orologiaio...concepito per essere solo un chrono e pienamente integrato...per quel che riguarda il moderno sinceramente non c'è nulla che mi stuzzica...sul passato o vintage beh...i soliti noti di BP secondo me son quelli che meglio incarnano lo spirito del FP...185 e 2185 splendidi. Ovviamente il RO in qualsiasi sua declinazione, ultimissimo modello escluso.



Re:La scelta di un cronografo
« Risposta #59 il: Aprile 26, 2015, 20:56:14 pm »
In realtà c'è chi ha fatto prove di assorbimento dell'energia, e ha scoperto che i cronografi con innesto laterale assorbono più o meno come quelli ad innesto verticale. Allora la domanda è: dove è il loro vantaggio? Il vantaggio sta in questo: che quelli ad innesto verticale per come sono costruito possono funzionare senza particolare usura sempre con cronografo inserito, a differenza di quelli ad innesto laterale, che si usurano, e sono fatti per funzionare normalmente con il cronografo disinnestato. In realtà si usurano anche gli innesti verticali, ma meno velocemente, e poi in genere la sostituzione è economica, perché si cambia tutto l'innesto. Il fatto di poter funzionare a cronografo sempre inserito consente alle case di regolarli con appunto la funzione inserita. Quindi su questi cronografo ad innesto verticale la migliore resa cronometrica si ha proprio a cronografo inserito. Comunque è una soluzione che non mi piace quella dell'immesto verticale. Non mi piace da alcun punto di vista, estetico e tecnico.
Questa di Marco è una interessante disquisizione sulla cronometria dei cronografi che non conoscevo.
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