Questo topic vuole raccogliere pareri, informazioni, immagini emozioni sulla complicazione denominata "ripetizione minuti" e suoi suoi derivati, la piccola e la grande suoneria.
Non ho dubbi nel ritenere la ripetizione minuti la vera regina delle complicazioni negli orologi da polso, e non solo per la complessità e l'estrema qualità delle componenti e del montaggio che richiede il suo funzionamento, ma anche per un fascino che deriva dal fatto che con essa si sconfina negli aspetti acustici, nell'analisi di una melodia semplice, del ritmo, del volume, della ricchezza e profondità delle note, della qualità del suono, della ricchezza o meno di toni. Tutti aspetti che vanno molto oltre l'ambito strettamente orologiero.
Ci vorrà tempo, anche a me lo anticipo subito, non è argomento semplice, tutt'altro.
La ripetizione minuti è una suoneria. Esistono vati tipi di suonerie: le sveglie (da polso svegliarini, orologi a due corone che ebbero molta fortuna negli anni 50, grazie a JLC e Vulcain, soprattutto), la ripetizione a ore, quella a quarti, quella a cinque minuti, quella minuti, le piccole e grandi suonerie (in ordine crescente di complessità).
La parole "ripetizione" indica che si tratta di un dispositivo a richiesta che batte le ore, i quarti, e i minuti dall'ultimo quarto. In sostanza trasforma in note musicali la posizione delle lancette sul quadrante. Lo scopo è evidente: far conoscere l'ora senza leggerla sul quadrante, al buio, quando non esisteva la luce elettrica.
Infatti se già nel 18° esimo secolo vi erano orologi a ripetizione, il 19° secolo è stato il secolo delle ripetizioni minuti. Breguet diede forma, tra la fine del 700 e l'inizio dell'800 alla ripetizione nel design moderno con cui la conosciamo, con i timbri fatti a sottili fili metallici che circondano il calibro, e su cui battono i martelletti.
La ripetizione a minuti in particolare è assai complessa. Vi sono tre camme a chiocciola di forma molto molto elaborata che si muovono assieme alle lancette dell'orologio, ruotando ad ogni minuto. Quando si aziona la slitta della ripetizione al tempo stesso accadono due cose: si carica una molla supplementare e si dà inizio al complesso e lungo movimento degli ingranaggi dedicati alla suoneria, alimentati dalla molla stessa. Vi sono tre rastrelli che hanno il compito ciascuno di leggere la posizione della camma delle ore, di quella dei quarti e di quella dei minuti. In sostanza, il numero di note eseguito sui di solito due timbri dipende da quale è la distanza con cui il dito dei rastrelli si appoggia a ciascuna delle camme sopracitate, e questo dipende dalla posizione delle stesse, che a sua volta è legata a quella delle lancette. Sull'altro lato dei rastrelli vi sono dei denti che scorrendo muovono dei nottolini che sono collegati ai gong facendo sì che colpiscano i timbri. Naturalmente i primi a colpire un gong sarà il rastrello delle ore, segue quello dei quarti, che deve azionare in sequenza entrambi i timbri, e poi quello dei minuti che aziona il martelletto sul timbro di suono più acuto. Generalmente con due timbri abbiamo: una nota grave ripetuta per il numero delle ore; un suono acuto/grave per segnalare i quarti trascorsi dall'ultima ora, ed infine una nota acuta per segnalare i minuti trascorsi dall'ultimo quarto. Ovviamente se non ci sono quarti essi non vengono suonati(ad esempio alle 8h e 7 minuti, si udiranno 8 note gravi, una pausa, e 7 note acute). Se smontiamo il quadrante di una ripetizione minuti classica, vediamo al centro sotto il centro delle sfere, le tre camme a chiocciola citate, una sull'altra. In cima quella a forma di stella di mare dei minuti, sotto quella dei quarti, e sotto ancora quella delle ore. Perifericamente notiamo i rastrelli citati. Quando spingiamo la slitta a fondo corsa, viene eseguita la posizione di lettura, cioè i rastrelli si posano con le loro dita sulle camme rispettive. Quando rilasciamo la slitta i rastrelli tornano ruotando alla posizione iniziale ma ciascuno deve prima azionare i nottolini dei gong. A seconda di quanti rintocchi sono necessari la molla si carica più o meno, e lo notiamo dalla diversa corsa della slitta.
Tutto questo fa già capire la precisione che è richiesta da questi componenti nella loro realizzazione, e nei loro movimenti ed interazioni. In particolare nelle piccole dimensioni di un orologio da polso le distanze fra un minuto e l'altro sono minime, basta un nonnulla perché l'esecuzione non sia corretta.
Ma non basta quanto descritto per comprendere come funziona la ripetizione minuti. Esiste un dispositivo chiamato sorpresa, che si attiva ogni volta che devono essere battuti 14 minuti, per impedire al rastrello di finire al quarto successivo, e che si disattiva quando si arriva al nuovo quarto. Poi vi è un meccanismo regolatore che ha il compito di regolare lo svolgimento della molla della ripetizione, che altrimenti si scaricherebbe troppo velocemente. Il ritmo va rallentato e reso costante, in genere e tradizionalmente si usa una ancora a questo scopo, ma come vedremo esistono regolatori a volano inerziale, e altri ancora più sofisticati.
Questo gioco di camme e di rastrelli si trova generalmente sotto il quadrante, mentre sul retro solitamente si vedono i martelletti e sovente si intravvedono i timbri, ma come vedremo molte altre soluzioni sono possibili.
Ma non abbiamo ancora esaurito la complessità della realizzazione di questo meccanismo. Infatti per avere un buon suono, note cristalline, bisogna accordare i timbri. Essi sono realizzati in una lega di acciaio la cui esatta composizione è un segreto di ciascuna casa. Una volta aver ricavato ciascun timbro, a mano bisogna asportare lentamente materiale finché non si ottiene la nota desiderata. Ovviamente questo procedimento è lungo, basta asportare troppo materiale per dover rifare tutto da capo, e soprattutto lo deve fare un orologiaio dotato di "orecchio assoluto", diciamo di una particolare sensibilità alle note musicali, che poche persone hanno. I martelletti poi sono un'altra sfida realizzativa: essi sono solitamente lucidati a specchio, e devono colpire i timbri in modo secco,e rapidissimo, con debole forza. I timbri devono essere perfettamente fissati altrimenti il risultato acustico è pessimo. Poi è evidente che dimensioni, materiale, e forma della cassa hanno un ruolo fondamentale sul risultato acustico. È noto che il platino è il peggiore dei metalli che si usano in orologeria, perché la sua alta densità assorbe il suono. Molto meglio l'oro rosa, ma ancora meglio è l'acciaio, e meglio ancora il titanio. Ciò nonostante per ragioni commerciali la più parte delle ripetizioni da polso sono in platino, perché è difficile spiegare ai clienti che un orologio tanto costoso sia un metallo meno nobile. Questo è un tipico esempio di deriva commerciale a giudizio di chi scrive.
In genere i ripetizione minuti non sono protetti dall'umidità, proprio per non smorzare troppo il suono già debole in una cassa di un orologio da polso. Ovviamente con le maggiori dimensioni di un orologio da tasca si ottiene un risultato migliore in termini di suono e di volume dello stesso. La velocità dei rintocchi deve essere regolata in modo da essere conteggiati con facilità da chi ascolta, ma senza impiegare troppo tempo (in genere ci vogliono una ventina di secondi per il numero di battute superiori, cioè alle 12.59).
Naturalmente con un tasto rispetto alla slitta aumenta la complessità. Perché i casi sono due:1) l'orologio, magari perché ha anche una Sonnerie grande e petite, ha un suo bariletto già carico assieme a quello del treno del tempo, e questo comporta una serie di problemi che vedremo in seguito; 2) oppure, come il JLC nuovo Master Ripetizione fly tourbillon extrapiatto presentato a Ginevra a gennaio di questo anno, l'azione sul tasto deve anche caricare la molla della suoneria...non facile ed infatti molto raro.
Più facile l'azionamento della suoneria tramite rotazione della lunetta ( esempio il Roger Dubuis Excalibur 45 perpetuo istantaneo, ripetizione minuti, tourbillon, ora non più in porduzione, ma anche altri orologi).
Un'altra variazione è la ripetizione decimale: in questo caso si suonano le ore, le decine di minuti ed in ultimo i minuti dall'ultima decina.
Da questa base poi si possono aggiungere ulteriori complicazioni. Dalla descrizione sommaria del meccanismo fatta sarà già chiaro che muovere le lancette dell'orologio mentre è in funzione la suoneria significa danneggiare seriamente il meccanismo. Per questo già molte ripetizioni minuti, le prime penso di AP, hanno un meccanismo che inibisce la regolazione dell'ora mentre la suoneria è in funzione.
Poi vi sono ripetizioni minuti ( sempre AP, ma anche JlC) che annullano la pausa quando non vi sono quarti da battere. Altre ripetizioni minuti sono dette a carillon, perché hanno almeno tre martelletti e tre timbri, cioè tre note, che in genere si ascoltano tutte quando si battono i quarti. Ci sono pure ripetizione con i timbri "cattedrale". I timbri cattedrale sono come quali normali ma più lunghi. In questo modo si ottiene una maggiore risonanza. Ovviamente questo comporta una dimensione maggiore dell'orologio ( uno dei primi con questa soluzione deve essere stato il Patek 5074, con cassa di 42 mm). A me la ripetizione con timbri cattedrale non piace come suono, troppo prolungato, e ho scoperto che non piace neppure a Philippe Stern.
Poi ci sono ripetizioni con altre differenze. Vi sono ripetizioni minuti che si attivano con un tasto anziché con la slitta.
Ma non è finita. Infatti negli ultimi anni abbiamo visto ripetizioni da polso con leveraggi di disegno diverso, soprattutto a livello di rastrelli mentre le camme sono sempre le stesse. Vi è chi come Journe, ma anche JLC, per fare due esempi, ha modificato la forma dei timbri, piatti, e la forma dei gong (martelletti) e li ha collegati a vista sul quadrante, con i timbri a contatto del vetro zaffiro. In questo modo sembra che il suono arrivi ad un volume maggiore all'orecchio, anche con orologio al polso, in quanto non vi è di mezzo il calibro.
E ora veniamo alle suonerie, grande e piccola. La grande e piccola suoneria sono ripetizioni minuti che si possono azionare in genere con un tasto, ma che suonano volendo automaticamente all'ora e ai quarti. La grande e la piccola suoneria differiscono proprio dal fatto che la piccola batte le ore allo scoccare dell'ora, e batte i quarti ad ogni quarto, senza ripetere il numero delle ore. Esistono in genere due interruttori: uno comanda la ripetizione minuti, l'altro è un selettore che consente di scegliere tra "grande", "piccola" suoneria, e "silenzio".Non stupirà che design sia quello di una ripetizione minuti, rispetto alla quale però vi sono due problemi molto molto difficili da risolvere:1) energetico. Infatti, poiché suona automaticamente, non si può usare una slitta che carica una molla al momento della richiesta, ma occorre una molla già caricata; 2) di resistenza, il meccanismo deve poter dover battere ore e quarti molte volte al giorno.
Ovviamente il vero problema è il primo, soprattutto con le dimensioni ridotte di un orologio da polso. E allora le soluzione sono due: o ci si dota di un secondo generoso bariletto per far fronte alle esigenze della suoneria che si carica preventivamente a mano, singolarmente o in contemporanea con il bariletto del treno del tempo, oppure se si usa un unico bariletto bisogna che sia molto generoso, e rimane il problema di una energia della molla sufficiente ad assicurare una buona cronometria. Qui, FPJourne ha adottato una soluzione notevole che ha portato ad una decina di brevetti: usa un unico bariletto, ma prende l'energia da due punti diversi dello stesso, dall'albero del bariletto, e dal bariletto. Una soluzione che poi ha utilizzato con lo stesso scopo anche sul Centigraphe. In questo modo, sostiene Journe, non si inficia la cronometria dell'orologio, si ha uno spessore ridotto, e comunque come quasi tutte le suoneria con un solo bariletto vi è un meccanismo che sotto un certo livello di carica inibisce la suoneria, per non fare fermare l'orologio.
Le grandi e piccole suonerie si diffusero tra le seconda metà dell'ottocento e i primi 30 anni del novecento, su orologi di grandissima complicazione, ovviamente.
Ci sono poi due suonerie di JLC che meritano di essere citate per la straordinarietà tecnica. Una è lo splendido Duomètre à Grande Sonnerie di JLC, noto anche come Hybris Mechanica Grande Sonnerie. Quì il sistema di camme e rastrelli è stato sostituito e raggruppato in una unica torre, detta "torre infernale ", quindi in verticale, con un disegno tutto nuovo. Vi sono poi la bellezza di otto tombri e martelletti, per ottenere la melodia di Westminster. Se poi si considera che ovviamente è anche una ripetizione minuti, ma vi è pure un calendario perpetuo istantaneo, il tutto in una cassa spessa poco più di 12 mm, per 44 mm di diametro, vi è da togliersi letteralmente il cappello
Poi a Ginevra ha debuttato l'undicesimo pezzo dell'Hybris Mechanica di JLC. E' un tourbillon volante a carica automatica con rotore periferico su lato quadrante, con una ripetizione minuti azionata da tasto, con soppressione dello spazio di silenzio quando non ci sono quarti da battere, il tutto in una cassa in platino di meno di otto millimetri di spessore. Un capolavoro.
Ma ora che ho apparentemente esaurito la parte tecnica veniamo ad altro, di non minore interesse.
La mia ripetizione minuti preferita? E' da polso (e spiegherò il perché) ed è un solo tempo, anche se non è la più sofisticata. Si tratta del Patek Phillippe 5078P.
Perché? Perché è il fascino di avere un orologio all'apparenza semplice il più possibile, altamente complicato, ma privatamente complicato, solo per chi sa e può vedere la slitta esterna a sinistra della cassa. Certo il costo è alto, troppo alto, ma lo preferisco al 3939H, non fosse altro per il minore spessore e la scritta tourbillon di quest'ultimo e che rompe un po' la descrizione. (continua)