Invece Marco sto invecchiando, lo dice l'anagrafe
Il fatto è che bene o male siamo tutti "vittime" più o meno consapevoli del nostro tempo. Tu hai iniziato ad approfondire questa passione in un tempo relativamente recente, altri (come il sottoscitto) in altre "epoche" (perchè anche se sono passati "pochi anni", circa 25, in orologeria davvero di epoche diverse si tratta).
Epiche in cui il trionfo dell'eccellenza era appunto questa sovrapposizione, e la corsa alla complicazione (che oggi si fa con meccanismi sempre più sofisticati oltre il limite, in alcuni casi, della ridondanza) come sigillo d'arte si concretizzava in queste pluricomplicazioni affastellate l'una sull'altra, sui quadranti come sui movimenti.
Un vero e proprio "trend" che veniva tradotto anche sulle produzioni "di serie" e di primo prezzo al punto che aziende come Kelek o IWC avevano nell'offerta di pluricomplicati "economici" la loro ragion d'essere. Un'epoca in cui si è passati dal semplice calendario perpetuo al tourbillon, e da questi alle triple o grandi complicazioni, come vertice della sofisticatezza, nel giro di pochissimi anni. Una corsa un po' folle e isterica a chi lo faceva più "complicato".
Ogni orologio è figlio del suo tempo, come figlio del suo tempo è l'orientamento e la percezione del cliente "più o meno consapevole".
Poi passa il tempo, approfondisci, sperimenti, impari e cambi i registri di valutazione delle cose.
E questo, purtroppo, significa anche "invecchiare"
Per questo oggi, dopo 25 anni, tendo ad apprezzare di più un solo tempo classico ben rifinito e "semplice" piuttosto che un sofisticatissimo e avveniristico esempio di alta orologeria contemporanea, un "banale" Coyon con il suo buon livello di finitura e la sua estetica sobria piuttosto che un ultramoderno e sofisticato Grönefeld (che pur mi piace), una piccola ripetizione a minuti in cassa lillipuziana piuttosto che un Bird repeater (che pur mi esalta).