Il concetto di "bello e brutto" è soggettivo per definizione, anzi il più soggettivo dei giudizi estetici. Se invece si esce da questa valutazione e si va su valutazioni estetiche ma di tipo diverso, come "equilibrio estetico, classicità, riconoscibilità, etc" allora il giudizio è un po' meno soggettivo, o dovrebbe esserlo.
Amplierei il concetto, che la piacevolezza o meno di un oggetto - qualunque esso sia - possa trascendere dai gusti personali, soprattutto dove gli "equilibri", i rapporti, le linee, le forme, ecc. contengano e mantengano un valore estetico che sia tale indipendentemente dai propri gusti.
Più difficile poi per noi riconoscerne le qualità se si scontrano con i nostri gusti, come tali soggettivi.
Senza andare troppo lontano chi potrebbe disconoscere equilibrio ed armonia in questo orologio, aldilà della piacevolezza personale ?
Alla tua domanda finale è facile rispondere: tantissimi. Tutti quelli che non apprezzano l'ellipse, e a giudicare dal fatto che è uno dei modelli più svalutati della casa direi che sono la stragrande maggioranza.
Al che tutto il tuo ragionamento sul mantenimento del valore estetico al di fuori dei gusti personali e soggettivi, spesso anche contingenti e sempre più condizionati dalle mode, perde consistenza
L'ellipse è solo uno delle migliaia di esempi fattibili, la storia dell'orologeria è piena di modelli "belli" nella loro epoca e per lo più ignorati in questa epoca di gusto completamente differente.
Buona parte dell'orologeria "classica", per esempio, o in oro giallo, che è stata condannata al demodè.
Mode, tendenze, canoni stilistici e gusto personale si condizionano mutuamente e decretano "il bello" come valore strettamente soggettivo.
In orologeria poi c'è un'ulteriore complicazione: le scelte di molti, direi la maggioranza, non sono più nemmeno legate al concetto di "gusto" per effetto di almeno altri due elementi di distorsione: l'orologio inteso come status symbol e/o come investimento, così che il "bello" (per quanto soggettivo) cede il passo a valutazioni che con l'estetica (e ancora meno il pregio) dell'oggetto hanno poco a che vedere.