È un discorso che su altri lidi abbiamo già fatto. Valutiamo un po' la situazione attuale di questo settore per quel che è dato sapere. La vera Orologerìa meccanica è finita con l'era del quarzo. Quella che è ripresa dopo non è più stata una industria viva cioè che ricerca, sviluppa, investe. Ed un prodotto che non evolve è morto, o comunque ha vita effimera.Mi pare di aver compreso che ad un certo punto negli anni 80 seconda metà e prima metà 90 vi era stato qualche tentativo non fortunato di riprendere un cammino fatto di contenuti, materiali ed immateriali. Poi gli svizzeri si sono buttati sulla via facile dell'eldorado, del lusso, del brand, per un pubblico che ha confuso in gran parte l'oorlogeria meccanica, il suo ritorno, con una semplice riproposizione con sempre meno contenuti degli orologi dei decenni precedenti, peraltro con un progressivo degrado estetico. Certo, questo ha riguardato le grandi case in diverso grado, ma di fondo la tendenza è questa. Sempre meno contenuti, sempre più brand, sempre meno finiture, sempre meno innovazione, sempre più dimensioni esagerate. Così si sono creati lentamente dei consumatori che quando acquistano il meccanico nuovo non cerca più nulla se non il brand. Quindi ormai i clienti che queste grandi case hanno cercato e anche creato adesso sono pronti a saltare sullo smartwatch, aspettano solo l'occasione che è sempre più vicina. Sono state loro, le case svizzere grandi a svalutare l'orologio meccanico, ora lamentarsene è tardi. I vari Rolex, Patek Philippe, Audemars Piguet, Richemont, Swatch Group, LVMH, Kering, dovrebbero farsi molti esami di coscienza per la situazione che hanno voluto. Gli indipendenti sono piccoli, fanno tanto e di più, ma non può essere abbastanza. Ora cercano di riciclarsi con questi ibridi, poi vedrai che abbandoneranno anche l'ibrido e andranno sullo smartwatch direttamente, è solo questione di tempo.