La cosa è comune a tAnti settori.
Faccio due esempi:
- strumenti musicali elettrici: la produzione di massa é delocalizzaTa la dove costa meno produrre, le serie "professionali" che richiedono appunto un "fine tuning" su body, manico, meccaniche ed elettronica, vengono ancora fatte in House.
Una squier stratocaster fatta in oriente costa la metà di una Fender stratocaster fatta sempre in oriente che a sua volta costa 1/10 di una "vera" stratocaster fatta "su misura".
- impianti hi-fi: un amplificatore "di massa" fatto in Cina costa 1/10 o anche meno di un componente hi-fi prodotto e "calibrato" in House.
In entrambi i casi le due cose "suonano" in modo totalmente differente, solo che per accorgersene ci vuole l'orecchio (e a volte non basta nemmeno l'orecchio perché se il tutto non è inserito in una catena di pari livello non lavora al meglio, e così una ottima chitarra elettrica non suonerà al meglio senza un amplificatore di pare livello e un amplificatore hi-fi di ottimo livello non suonerà al meglio senza una coppia di diffusori di pari livello).
Siccome le esigenze della massa non sono tali da richiedere certo tipo di finezze ne tanto meno lo sono le finanze necessarie a pagare quelle finezze, le case giustamente distinguono la fascia di prodotto "consumer" che va benissimo per il 99% degli utenti e ha ragione di essere fatto in modo industriale e massificato senza alcun intervento "di fino", quindi beneficiando delle economie di scala e di delocalizzazione senza che queste inficino la qualità del prodotto finale, dalla fascia c.d. "High end" che al contrario per la cura richiesta in fase di costruzione e messa a punto del singolo pezzo, oltre che per gli esigui numeri di prodotto realizzato, non ha senso produrre all'estero non comportando ciò alcuna economia e anzi solo inutile dispendio di risorse.
Ma le economie, che siano di scala o di localizzazione produttiva, non sono necessariamente un male perché permettono di avere un segmento di prodotti consumer che per quanto "economici" sono anche accessibili a prezzi irrisori e garantiscono comunque un buon livello prestazionale soddisfacente e in molti casi anche sovrabbondante rispetto alle richieste degli utenti.
In fotografia, per esempio, per avere la qualità e le prestazioni di una normale punta e scatta economica attuale fino a 10 anni fa occorreva spendere cifre decisamente più elevate e decisamente meno accessibili.
Il segmento consumer rende accessibili a tutti tecnologie che altrimenti, limitate alla nicchia High end, quasi a nessuno sarebbero fruibili.
Le tecnologie che per esempio aveva messo a punto Pioneer nei propri schermi al plasma capaci di garantire neri assoluti irraggiungibili al resto della concorrenza sarebbero rimaste confinate in prodotti che mediamente costavano 10 volte quelli della concorrenza più economica se Panasonic non avesse rilevato Pioneer e non avesse trasferito quelle tecnologie su prodotti consumer. Qualitativamente inferiori ai vecchi Pioneer di 6 anni fa ma che globalmente hanno fatto fare un balzo di dieci anni a tutto il settore (che sui neri ha iniziato a investire mettendo a punto decine di altre tecnologie concorrenti a quella al plasma).
In sintesi, un prodotto consumer pensato per offrire buone prestazioni ma accessibile ad un ampio numero di clienti, quindi da produrre in modo totalmente industriale e in grande serie senza alcun intervento specifico su ciascun pezzo, ha senso che venga realizzato come e dove ci sono le migliori economie che comunque nulla rilevano sulla qualità e le caratteristiche del prodotto realizzato rispetto alle specifiche di come è stato concepito.
Per cui che quella macchietta comprata da Alessandro sia fatta in Cina, in Giappone o nei laboratori della NASA, non cambia assolutamente nulla e nulla rileva sulle sue caratteristiche che sono quelle di progetto ovunque le macchine la sfornino. Farebbe comunque le stesse identiche (più che soddisfacenti) foto nello stesso identico modo ovunque fosse ubicata la catena di produzione che la realizza.