Nell'attesa della spiegazione di Antonio io approfitto di quella dello stesso Roth, che parte sempre dall'idea che le scelte "meccaniche" devono sempre essere funzionali all'estetica dell'orologio (e viceversa).
Analizzando i 30 anni e passa di evoluzione dei tourbillon fatti da quest'orologiaio troviamo un fil rouge che li accomuna tutti.
Con il primo, quello per Breguet, l'idea di partenza è quella di sfruttare la gabbia per l'affissione dei secondi, e tutto l'orologio è congegnato attorno alla scelta di adottate un rivoluzionario sistema di affissione dei secondi tramite triplice sfera che indica i secondi su una scala a 20 secondi tre volte in un minuto.
Nel tourbillon a marchio proprio del 1990 Daniel Roth evolve tale concetto superando i limiti di parziale leggibilità dei secondi riscontrabili nel tourbillon di breguet. La triplice sfera assume misure differenti per indicare tutti e sessanta i secondi su tre archi di cerchio sovrapposti.
Infine, con il tourbillon a due minuti, la lettura dei secondi avviene in modo ancora più semplice, su un unico semicerchio, grazie ad una doppia sfera che percorre appunto sessanta secondi in mezzo giro della gabbia del tourbillon, con un ponte dello stesso appositamente congegnato per rendere leggibile tale scala senza andare a sovrapporsi al quadrante principale dell'orologio con il quale al contrario lo stesso ponte si integra al punto da divenirne parte integrante.