L'inutilità delle parole in questo caso sta nella pretesa di rendere oggettiva una valutazione soggettiva.
E se invece fosse arbitraria la pretesa di rendere "soggettivo" ciò che è - in tutto o in parte - "oggettivo", o che - almeno - può essere oggetto di discussione razionale?
'Sta storia del soggettivo/oggettivo spesso diventa una supercazzola con cui cerca di cavarsela chi è a corto di argomenti (o non ha voglia di argomentare): "è inutile parlare, tanto è soggettivo".
Mi spiego: come dovremmo rispondere alla domanda se siano "meglio i Rolex o i Journe"? (Spero che mi sia risparmiato il rilievo per cui non si giudica la marca ma l'orologio: sto ovviamente semplificando)
Rispondiamo che "la scelta è soggettiva", fine della discussione?
La scelta è
ovviamente "soggettiva", perché varia tra i diversi "soggetti" (persone) che la fanno, perché è legata a diversi parametri; ed è sempre pienamente legittima (figuriamoci).
Ciò non toglie che possano essere oggettivamente (o almeno razionalmente) analizzate le motivazioni che inducono a preferire una tipologia di orologi anziché un'altra.
L'amante dei Rolex potrà essere attratto dalla robustezza, dall'affidabilità del meccanismo, dalla tenuta del prezzo e dalla rivendibilità, dalla riconoscibilità garantita da quegli orologi e dal loro essere
status symbol, dalla sportività delle linee, ecc.
L'amante del Journe potrà essere attratto dall'esclusività e dalla raffinatezza tecnica, dal pregio della lavorazione, dall'eleganza delle linee, ecc.
Tutti elementi che possono essere "utilmente" discussi e analizzati, come tu stesso hai fatto tante volte.
Del resto, hai aperto questo topic con un chilometrico intervento (che io ho letto con interesse) che aveva uno scopo ben preciso: fornire elementi di valutazione "oggettivi" all'idea che sia necessario essere aperti alle novità.
Siccome il tema è ampio, ci sta che possano essere portati argomenti diversi (che per inciso non negano l'importanza delle novità, ma invitano a esaminarle con spirito critico).
Quando leggo i tuoi interventi mi rendo conto che più cerchi di spiegare più rintraccio giudizi e valutazioni che non condivido minimamente.
Appunto. Il problema è che non li condividi.
Gli argomenti che non si condividono possono essere confutati, corretti, annotati, qualora se ne abbia voglia.
Oppure possono essere lasciati lì, al giudizio di chi legge e confronta le diverse posizioni.
Ma lasciamo perdere le supercazzole per cui quello che diciamo noi è segno di apertura mentale e quello che dicono gli altri è "inutile pretesa di rendere oggettivo il soggettivo"...