(Avvertenza d’uso: questo post contiene corsivi. Somministrare con cautela - e sotto la supervisione di un adulto - a bambini, persone “ingenue” e facilmente irritabili )Io mi permetto di insistere sul fatto che
la questione “novità”, in sé, è scarsamente rilevante.
Tutto ciò che esiste, e ci piace, è stato a suo tempo una novità. Una novità che si è inserita nel solco di una tradizione o è stata di rottura.
Ma è altrettanto vero che la stragrande maggioranza delle novità, accolte magari con stupore e interesse, sono cadute nel dimenticatoio.
Toulouse-Lautrec, agli esordi, presentava le sue opere in mostre collettive con la corrente degli
Artistes Incohérents. Chi erano costoro? Di qualcuno si conserva memoria come artista minore, di molti si è perso anche il nome…
Insomma: se è insensato mostrare rigetto verso ogni novità, cercando rassicurazione solo nel già noto (atteggiamento che ho definito “infantile”), lo è altrettanto manifestare facile entusiasmo verso la novità, lasciarsi andare alla cultura del “
wow! ”, inseguire le mode (atteggiamento che considero “adolescenziale”).
Al centro della nostra attenzione "adulta" dovrebbero esserci la qualità, il significato, la profondità.
Non è facile, perché spesso non sono oggetto di una nostra riflessione compiuta; ci rifugiamo in giudizi istintivi, che riteniamo essere espressione del nostro “gusto” personale, quando in realtà questo risente dei condizionamenti del mercato (e parlo innanzitutto per me stesso, che ho visto crescere e mutare i miei “gusti” sulla base di nuove conoscenze, esperienze, riflessioni).
Mi piacerebbe anche approfondire il parallelo arte contemporanea-orologeria avviato da Angelo (di cui sottoscrivo le considerazioni), ma ho già superato le otto righe…
P.S.: a Marco, che si ostina a chiamarmi in causa con giudizi personali, faccio nuovamente presente che il suo considerarmi protagonista di una “campagna contro l'orologeria contemporanea” è una sua proiezione mentale, priva di ogni riscontro. Sarebbe come dire che Toulouse-Lautrec, di cui ho citato – condividendolo
in toto – il pensiero, faceva una campagna contro la pittura dei suoi contemporanei…
La questione è esattamente opposta: è il buon mbelt che è impegnato in una sua campagna di promozione dell’orologeria contemporanea. Che sarebbe pure cosa legittima e interessante, se fosse condotta col garbo e la cultura di un Michele (Palombaro). Invece Marco ne fa un’ossessione, e considera “nemici” tutti quelli che spendono due parole a contraddire gli aspetti più paradossali di certa orologeria sperimentale ed effimera.
Insomma: scrive di essere “contro ogni talibanismo”… indossando il giubbetto esplosivo!
Ma se anche fosse vero che io o qualcun altro abbia un’avversione di principio verso certi orologi (o pittori o automobili, ecc.), a Marco sfugge che
non è buona educazione formulare giudizi sulle persone (mi è scappato addirittura un corsivo sottolineato, sono mortificato…
). Ognuno legge e valuta da sé.
Senza contare che
questa mancanza di rispetto si estende a tutti gli altri forumisti, considerati ingenui e gonzi da mettere continuamente sull’avviso contro i “pericoli” dei nemici delle novità.