Il mondo dell'arte è spesso classificato in base al "genere", così accade per esempio nel campo della musica, della letteratura o del cinema.
Un "genere" altro non è che un insieme di canoni che gli artisti si divertono ad adottare, comporre, trasformare, legare tra loro in vario modo.
Con la debita flessibilità e le dovute sfumature anche in orologeria si possono definire dei "generi".
Ognuno di noi, nella musica come nel cinema, nella pittura e in ogni altra forma d'arte (inclusa lorologeria nella misura in cui anch'essa in senso lato può ricondursi al campo dell'opera d'arte), ha una sua naturale propensione verso alcuni generi piuttosto che altri, alcuni li apprezza più di altri, alcuni non li apprezza per nulla.
Questa non è preclusione o preconcetto ma la semplice conseguenza del fatto che siamo tutti diversi e con sensibilità diverse.
A me piace il jazz ma non la classica, piace il prog ma non la lirica, piace il rock ma non la techno-House, ecc ecc.
Ad altri piaceranno Cose diverse dalle mie.
Il fatto che a me non piaccia Prince non mi impedisce di riconoscere in Prince un grande talento, e allo stesso modo il fatto che a me non piacciano le HM di Max Busser non significa disconoscerne le capacità.
Semmai mi rammarico che Prince non faccia la musica che mi piacerebbe facesse e che so potrebbe fare (come dimostra quando compone Purple Rain) come mi rammarico che molti indipendenti non dedichino il loro talento a cose che mi piacerebbe facessero e che sono certo potrebbero fare.
Ne prendo atto e vado avanti senza costringermi a credere che ciò che hanno scelto di fare abbia un valore "assoluto" che trascende il mio apprezzamento, di conseguenza "limitato" secondo questa visione dogmatica del "nuovo".
Molto più semplicemente il valore di un'opera è negli occhi di chi la osserva mentre il talento di chi la crea è oggettivo.
Maria Callas era un talento e nessuno può negarlo, poi ciascuno ne apprezzerà le performance in base al proprio apprezzamento per il genere. E la stessa cosa può dirsi per molti indipendenti, il cui talento non si può discutere mentre la loro opera assolutamente si, senza dover essere tacciati di superficialità o chiusura mentale.
D'altronde queste diatribe snob tra ciò che è commerciale e ciò che non lo è, tra facile e difficile, tra chi si ritiene depositario di sensibilità e percettivItá sopra la media e chi viene tacciato di ignoranza, limitatezza e rozzezza, le sento in tutti i campi da almeno 25 anni. E quante ne ho fatte neanche me lo ricordo più.
Per dire che di "nuovo" nell'approccio a questi temi e nel modo di discutere di chi ritiene di possedere il terzo occhio, non c'è davvero nulla.