In questa discussione, da imprenditore che non intraprende più, mi trovo in parte d'accordo con il punto di vista di Alessandro, ma anche con quello condiviso da Marco e altri.
Voglio dire che certamente ha ragione Alessandro a lodare gli S per quello che hanno saputo ottenere, in termini di solidità aziendale; rimanere sul mercato e competere con colossi dalle risorse virtualmente inesauribili e di ordine infinitamente superiore alle tue è già un ragguardevole risultato, indipendentemente dal come è stato ottenuto.
Richemont getta ogni anno immani risorse dentro a L&S per tentare di erodere il primato di PP, e se sul piano del prodotto ci sono evidentemente riusciti (era la cosa più facile) non altrettanto si può dire sul piano commerciale e della percezione del marchio. E richemont è un colosso da miliardi di chf che può permettersi un'azienda in perdita al solo scopo di togliere quote ad un concorrente, al cospetto del quale PP è una cacatina di mosca.
Però ha ragione anche Marco quando dice che forse lo stesso risultato si poteva ottenere, rinunciando a qualcosa in termini di utili, e valorizzando maggiormente la qualità del prodotto. Senza arrivare agli "eccessi" dei soli 7000 orologi di L&S ma restando comunque su un volume di prodotto ben inferiore all'attuale. E che al contrario così facendo si espone comunque l'azienda a rischi di lungo periodo legati proprio alla perdita della propria identità storica, che è quella dell'eccellenza del prodotto che ha costituito il presupposto dell'attuale successo commerciale e che oggi evidentemente è andata quasi completamente perduta.
Quanto può durare la rendita di posizione? Storicamente non è mai durata in eterno, specie nel pieno di una rivoluzione epocale (di prodotto per effetto dello smartwatch e di mercati per effetto della mutata geografia dei consumi) come l'attuale.
In ogni caso, ragionando non più pragmaticamente ma da semplice appassionato, il problema in ultima analisi non sono neanche le case e il loro operato, ma la clientela che glie lo consente premiandolo. Clientela che le case hanno indubbiamente contribuito pesantemente a "formare" in un certo modo, ma che forse è l'unica che poteva garantire a questo settore i quasi 30 anni di vacche grasse di cui ha beneficiato dalla rinascita degli anni 80 ad oggi. Fosse per gli "appassionati" temo che quest'industria sarebbe già andata in malora da molto tempo, e anzi non si sarebbe mai rianimata dalla crisi del quarzo.