Orologico Forum 3.0

Nautilus

ciaca

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Re:Nautilus
« Risposta #45 il: Giugno 04, 2015, 20:56:42 pm »
Ale, sul fatto che sul piano estetico sia facile non essere d'accordo non posso che darti ragione, tema troppo soggettivo (che per questo non amo trattare).
Ma di "banale" nell'accoppiamento di cassa del royal oak non c'è nulla, è talmente originale e anticonvenzionale (quanti orologi erano mai stati concepiti con perni passanti attraverso la carrure e bloccati da boccole filettate dalla parte opposta della cassa?) che le conseguenti scelte su come sono congegnate le guarnizioni e la loro tenuta si è tristemente vista nel corso degli anni in termini di scarsa impermeabilità, come nell'altrettanto originale sistema adottato sul Nautilus.

Di contro è assai "banale" il bracciale del Nautilus, nulla di più ordinario, di quanto non lo fosse l'assai complesso bracciale del royal oak, dove ogni maglia si compone di 4 pezzi e sono lucidati i biselli pure dei due denti che insistono su ciascuna maglia.

Che poi piaccia più l'uno dell'altro, credo, sia fisiologico. Come fisiologicamente diversa sarà la lettura di certe caratteristiche estetiche, per qualcuno quelle anse tagliate con l'accetta saranno gradevoli, per me sono sempre state un elemento disarmonico rispetto al resto :)
« Ultima modifica: Giugno 04, 2015, 21:00:16 pm da ciaca »
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ALAN FORD

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Re:Nautilus
« Risposta #46 il: Giugno 04, 2015, 21:04:32 pm »
Angelo  il termine banale io non lo ho usato, ho usato il termine "scontato" nel senso di più intuitivo,dovrai ammettere che fissare fondo e lunetta in modo verticale è più intuitivo che inventarsi un fissaggio in diagonale all'esterno.
Si il bracciale avendo più pezzi è più lavorato.

mbelt

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Re:Nautilus
« Risposta #47 il: Giugno 04, 2015, 21:05:56 pm »
Abbiamo un'idea del "banale" assai diversa. :)
Ribadisco che non voglio convincerti, ma i dati di fatto sono i seguenti:

Il calibro Chopard è spesso 3,3mm, il calibro RD è spesso 4,5 mm, il calibro GO, come quello L&S, non si può nemmeno definire a microrotore (io parlerei piuttosto di rotore decentrato) ed è spesso 7 mm il primo e 5,6 mm il secondo. Quindi non servono nemmeno le dita di una mano per contare tra i pochi calibri a microrotore mai realizzati quanti eguaglino o superino l'UG66, ne basta uno, per il Piaget 12P che con i suoi 2,3mm e la sua primigenitura (nato nel 60, qualche anno prima dell'UG) è l'unico calibro insieme allo stesso UG a poter vantare determinate caratteristiche di spessore che ancora oggi rappresenta la sfida più ardua e la caratteristica che più di ogni altra distingue un calibro d'alta gamma da uno convenzionale. Altro che "banale".... :)
Non sono per nulla d'accordo, neppure nell'affermare che pochi mm in più definiscono l'alta gamma da una calibro non di alta gamma: se lo facevano già 60 anni fa con quello spessore. su orologi peraltro di medio livello, anche di prezzo, non può essere oggi un elemento che distingue l'alta gamma Angelo, e anche questo è un dato di fatto di cui forse dovresti renderti conto. Dopo 60 anni si può fare, tanto più su un orologio da decine di migliaia di euro, come se in 60 anni nel frattempo non si fossero fatti progressi. Sono d'accordo che un calibro di alto livello debba essere sottile, ma ceteris paribus, perché se poi la sottigliezza si paga con malfunzionamenti che durano da decine di anni, beh allora non ci siamo proprio. E l'alta orologerìa non si valuta solo o prevalentemente sui millimetri, nè della cassa, nè del calibro, altrimenti altri arriverebbero peraltro primi rispetto al 240 Patek, peraltro. Quindi confermo il mio totale disaccordo.
Ci sono nozioni che per me non erano vere neppure 50 anni fa, ma anche se lo fossero state, non avrebbero lo stesso valore oggi.
Infine ci sarebbe un'altro elemento che manca non a caso nella tua analisi. Tu dici: sono pochi i calibri sottili con microrotore. Non pensi che questo dipenda non dalla tecnologia che rende molto ma molto più semplice fare ultrapiatto oggi, ma piuttosto da un gusto che si affermato e che ama l'esatto contrario dell'ultrapiatto, cioè l'orologio grosso, vistoso, tanto eè vero che anche gli ultrapiatti esistenti sono stati messi in casse grandi e spesse ?Quindi non si può far finta che un fatto di gusto per quanto discutibile diventi uno scoglio tecnico inesistente, francamente.
« Ultima modifica: Giugno 04, 2015, 21:26:56 pm da mbelt »
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ciaca

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Re:Nautilus
« Risposta #48 il: Giugno 04, 2015, 21:35:34 pm »
Che il calibro ultrapiatto sia ancora oggi una delle maggiori sfide per un orologiaio non sono certo credenze, é lo stesso Giulio Papi ad averlo ammesso pubblicamente.
E non é un caso che in quest'epoca di pochezza tecnica e di produzione industriale se ne facciamo pochi e che calibri di quasi mezzo secolo detengano ancora primati in tal senso.
Evidentemente non é ne così semplice ne così economico farli.

@Ale: Mettere perni in orizzontale o in verticale che differenza fa? La differenza la fa come quei perni "lavorano" e interagiscono con la cassa :)
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Re:Nautilus
« Risposta #49 il: Giugno 04, 2015, 21:37:53 pm »
Io comunque dalla vostra discussione ho maturato una domanda... ma perché secondo voi non li fanno più i calibri ultrapiatti con microrotore o con sistemi alternativi di ricarica?
Non c'è nulla di nobile nell'essere superiore a qualcun'altro.
La vera nobiltà è essere superiore a chi eravamo ieri.
-Samuel Johnson-

ALAN FORD

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Re:Nautilus
« Risposta #50 il: Giugno 04, 2015, 21:41:44 pm »
Io comunque dalla vostra discussione ho maturato una domanda... ma perché secondo voi non li fanno più i calibri ultrapiatti con microrotore o con sistemi alternativi di ricarica?

Chopard lo fa.

ALAN FORD

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Re:Nautilus
« Risposta #51 il: Giugno 04, 2015, 21:51:37 pm »
Citazione
@Ale: Mettere perni in orizzontale o in verticale che differenza fa? La differenza la fa come quei perni "lavorano" e interagiscono con la cassa :)

A me sembra più geniale che taggi'afà? ;D

mbelt

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Re:Nautilus
« Risposta #52 il: Giugno 04, 2015, 22:01:06 pm »
Che il calibro ultrapiatto sia ancora oggi una delle maggiori sfide per un orologiaio non sono certo credenze, é lo stesso Giulio Papi ad averlo ammesso pubblicamente.
E non é un caso che in quest'epoca di pochezza tecnica e di produzione industriale se ne facciamo pochi e che calibri di quasi mezzo secolo detengano ancora primati in tal senso.
Evidentemente non é ne così semplice ne così economico farli.

@Ale: Mettere perni in orizzontale o in verticale che differenza fa? La differenza la fa come quei perni "lavorano" e interagiscono con la cassa :)
Giulio Papi, sentito con le mie orecchie direttamente, diceva che secondo lui si sarebbe riacceso l'interesse sull'ultrpiatto ma non quello del calibro 240 , cioè di 60 anni fa, ma dell'ultrpiatto che sarebbe oggi possibile, cioè molto ma molto più sottile di quanto fatto sino non ad oggi ma fino ad ieri. Il cui primo esempio è l'Octo Finissimo tourbillon di Bulgari....guarda caso appena una azienda decide di battere un record di sottigliezza lo fa alla grande, stabilendo un primato non di due millimetri, ma di molti millimetri.Proprio quell'esempio, le parole di Giulio, l'ovvia comsiderazione che dopo decenni il progresso ci deve essere stato, conferma che oggi lo spessore per essere davvero significativo dovrebbe essere molto inferiore a quello del 240 et similia. Anche perché non doveva essere chissà che se lo faceva la UG quasi fallita negli anni 60 su orologi non di alta orologerìa.
« Ultima modifica: Giugno 04, 2015, 22:02:42 pm da mbelt »
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ciaca

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Re:Nautilus
« Risposta #53 il: Giugno 04, 2015, 22:33:33 pm »
Le parole di Papi, non passibili di interpretazione, sono riportate nero su bianco su altri forum.
In attesa di questa nuova generazione di calibri fenomenali io mi accontento dei vecchietti che allo stato attuale, nuneri e dati di fatto alla mano, sono ancora fenomenali :)

@Leo: Qualcosa si fa, Marco ha citato il finissimo di Bulgari (che é un manuale e con la discussione c'entra poco), ma ricordo anche il nuovo calibro VC, cronografo rattrapante con rotore periferico. Spettacolare...ma l'orologio costa solo mezzo milione di euro ;D
« Ultima modifica: Giugno 04, 2015, 22:39:20 pm da ciaca »
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Re:Nautilus
« Risposta #54 il: Giugno 04, 2015, 23:30:26 pm »
Benissimo, dopo aver letto tutti gli interventi ed avere un quadro molto più chiaro sulla genesi e l'evoluzione di questo orologio vi chiedo secondo voi all'epoca, circa 50 anni fa, il nautilus, nel panorama orologiero dell'epoca, fu una novità al pari di un capolavoro impressionista? E se il nautilus, nonostante la sua forte identità, ha tratto ispirazione dal R.O (così come tutti gli orologi con le medesime caratteristiche che ne sono seguiti), si potrebbe paragonare ad una corrente come lo fu quella impressionista? Cioè , intendete questo quando scrivete che oggi manca davvero qualcosa di nuovo, attraente ed originale..?
Nel 76 avevo la bellezza di 23 anni.
Ed ero abituato a veder circolare orologi per casa.
Quando mio padre mi mostro' il Nautilus rimasi a bocca aperta.
La caratteristica che piu' mi colpi' fu il colore del quadrante:un blu scintillante che nulla ha a che vedere con i quadranti dei Nautilus moderni,tutta un'altra classe.
Ricordo anche il Royal Oak anche se non riesco a collocarlo bene temporalmente.Penso fossimo intorno alla meta' degli anni 80.E credo non fosse un 5402.
Questo per dire che agli occhi di un ragazzo cresciuto,ma ignorante nel campo,il Nautilus faceva molto piu' effetto.

La "rivoluzione Genta",come sta giustamente emergendo dalla discussione,non fu tanto il design fine 
a se stesso quanto l'aver ideato per 5402,3700 e 222 tre sistemi di chiusura della cassa assolutamente inediti (considerazione che feci in altra sede nella discussione che porto' alla catalogazione storica dei 222).

Filosoficamente considero i 3 profondamente diversi:elegante e sobrio il 222,elegante e sfacciato il Nautilus,elegante e aggressivo il 5402.

Re:Nautilus
« Risposta #55 il: Giugno 05, 2015, 10:58:15 am »
Il Nautilus e' uno solo.
Costa un'enormita',e' vero,ma e' il dazio che deve pagare chi l'ha scoperto tardi.
Comunque se si ritiene alto il prezzo del 3700 come si puo' giustificare quello del 5711 o peggio del 5712?
Personalmente ho un G.Perregaux che monta lo stesso movimento del 5712,ha le stesse complicazioni esclusa
la riserva di carica,ha cassa in oro,e' stato prodotto nel 1981 in 100 esemplari (costava allora 8000
Sfr),quadrante in smalto e l'ho pagato 1500 euro.
Come la mettiamo?

che modello è il G.P. ?
Appartiene alla collezione Chronometrie.
Decisamente classico.
Stesso UG 66 dei vari 3712 e 5712.
Il piccolo particolare e' che usato contro usato costa 20 (venti) volte meno dei suddetti.
Come potrei io acquistare uno dei due Patek?

Grazie.  ;)

ciaca

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Re:Nautilus
« Risposta #56 il: Giugno 05, 2015, 14:45:57 pm »
Io comunque dalla vostra discussione ho maturato una domanda... ma perché secondo voi non li fanno più i calibri ultrapiatti con microrotore o con sistemi alternativi di ricarica?

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Re:Nautilus
« Risposta #57 il: Giugno 05, 2015, 17:05:34 pm »
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Re:Nautilus
« Risposta #58 il: Giugno 05, 2015, 17:55:55 pm »
Io comunque dalla vostra discussione ho maturato una domanda... ma perché secondo voi non li fanno più i calibri ultrapiatti con microrotore o con sistemi alternativi di ricarica?

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Dovremo gridare al "miracolo"!
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Re:Nautilus
« Risposta #59 il: Giugno 05, 2015, 18:18:21 pm »
Io comunque dalla vostra discussione ho maturato una domanda... ma perché secondo voi non li fanno più i calibri ultrapiatti con microrotore o con sistemi alternativi di ricarica?

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Pure Valfleurier per Panerai, se é per questo :)
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Ed é il 1208, diretta evoluzione del 12P già citato la cui produzione è ormai cessata da anni :)
E gira e rigira siamo sempre la, basta un solo dito di una sola mano per contare i movimenti a microrotore più sottili del Patek240/UG66, il che di fatto ne fa un calibro eccezionale e fuori dal comune al pari di pochi altri. ;D
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