Io l'ho scritto tante volte e lo ribadisco, per me il problema della proporzione tra misura della cassa e del polso è un falso problema, per svariate ragioni.
La prima è che può essere vero, in parte, solo per orologi che si indossano a braccio nudo, lo sportivo per intendersi. Non certo per orologi classici, che si presume si indossino con giacca e camicia, e che il buon gusto vorrebbe si nascondessero sotto al polsino della camicia non solo per ragioni di anacronistici dress code per altro limitati a poche ed eccezionali situazioni, ma anche perchè con quel tipo di abbigliamento vedere l'orologione , sebbene "proporzionato" alla misura del polso, è un pugno negli occhi. Il submariner in giacca e cravatta, per intendersi, è quanto di più "zarro" esista, indipendentemente dal fatto che si abbia un polso grande o piccolo. E ancor di più lo è un orologione di stampo classico che appare appunto una caricatura alla moda di stilemi d'altri tempi. Questo è il grande limite e difetto di buona parte degli orologi di stampo classico contemporaneo, e anche questo Coyon purtroppo non ne è esente come tanti altri orologi prodotti dagli indipendenti che a mio avviso in questo senso dovrebbero osare molto di più.
La seconda ragione è un fatto di "abitudine", come Alessandro ha potuto constatare. Siamo talmente assuefatti a certi cliche e siamo talmente abituati a vedere certe cose che tutto quello che si discosta dai suddetti stereotipi ci disorienta; abbiamo cioè perso la capacità di valutare criticamente di volta in volta ciò che vediamo senza incosciamente valutarlo in proporzione ad uno stereotipo massificato che ci è stato imposto dall'alto. In certi ambiti resistiamo meglio a certe tentazioni modaiole che ci appaiono e continuano ad apparirci ridicole e dalle quali riusciamo a prendere più facilmente le distanze, nessuno di noi credo andrebbe in giro conciato come un tronista ventenne, con improponibili tagli di capelli e abiti altrettanto grotteschi; in certi altri invece non siamo altrettanto capaci, tanto più quanto conosciamo solo quegli stereotipi e solo a quelli siamo appunto abituati. Chi si è affacciato al mondo degli orologi negli ultimi 15 anni e ha potuto sperimentare solo certe cose, inevitabilmente, ha più difficoltà ad accettare e apprezzare cose che appaiono demodè e solo una grande curiosità e la voglia di sperimentare in questo caso possono far superare certi blocchi psicologici. Non è qualcosa diffusa a tutti, anche in questo ci vuole passione per l'oggetto più che per il suo essere "biglietto da visita" (cito Ermanno
).
Il discorso della proporzione tra misura di cassa e polso è vero, in parte, per orologi sportivi da indossare a braccio nudo ove le eventuali sproporzioni si vedono chiaramente, ed è molto più facile che valga per un orologio troppo grande rispetto al polso dell'uomo medio (non è il cm in più o in meno che tal senso fa la differenza) piuttosto che per un orologio troppo piccolo, se è vero che il rolex daytona (il re degli orologi sportivi commerciali visto sui polsi di ogni razza e misura) è grande appena 38mm e nessuno, almeno fino ad oggi, lo ha mai considerato "piccolo".
In sintesi, parliamo del nulla più assoluto ogni volta che tiriamo fuori sta storia dell'orologio proporzionato al polso, è una balla. Anche perchè ogni orologio, se parliamo di sportivi da indossare a braccio nudo, fa storia a se e veste il polso in modo differente. Un royal oak 15202 per esempio rischia di sembrare molto più grande, al polso, e quasi sproporzionato rispetto ad un submariner 16610 (un esempio tra mille che ho vissuto sulla mia pelle).
Alla fine, anche l'occhio va "addestrato" a riconoscere ciò che ci sta bene da ciò che non ci si addice, e questo lo puoi fare solo con l'esperienza quanto più variegata possibile.
P.s: sarebbe stato bello che almeno qui si fosse evitata la facile ironia sul cognome di Pascal, c'eravamo riusciti ma purtroppo lo scecco di turno non ha resistito. Peccato