Abbiamo più volte dibattuto la questione del valore intrinseco degli orologi, nessun orologio "vale" da nuovo il prezzo che costa, molti nemmeno da usati dove il 23% di iva è già stato elargito allo "stato".
Il differenziale tra "valore" e prezzo come abbiamo scritto in altro topic, è per lo più contenuto nella "fuffa", quell'insieme di cose intangibili che si accompagnano al marchio e che per alimentare le quali le case spendono tanti soldi in marketing, promozione, comunicazione (in sintesi, mignotte e festini
).
Non c'è solo "ignoranza", molto spesso l'acquirente acquista consapevolmente quella "fuffa" perchè è quella che conferisce all'orologio proprietà di status symbol che all'orologio si richiede.
Il processo non è esclusivo del solo orologio, ma è comune a tutto il settore del lusso griffato di cui l'orologeria è ormai parte.
Il "consumatore di lusso", che è cosa diverso da quello che siamo abituati a considerare un "conoisseur" o un amante delle cose "belle", utilizza l'orologio, la borsa, od ogni altro oggetto "griffato", per proiettare al mondo un immagine non di se ma del proprio stato socio-economico ritenendo tale proiezione rilevante per ragioni di carattere sociologico che esulano dall'oggetto del topic.
La controprova di tutto questo? Le valutazioni di quegli orologi che, in quanto demodè, hanno perso buona parte del loro contenuto di status symbol e riconoscibilità, ossia di fuffa che ne giusitifichi il sovraprezzo.
Tornando all'argomento proposto da Marco, le bugie sulle quotazioni e la reperibilità di certi orologi, fanno parte del processo di lievitazione della fuffa. Un orologio acquista un contenuto di "esclusività" maggiore (maggiore fuffa) tanto più quanto è, agli occhi dei fuffaioli, meno facilmente reperibile e maggiormente sovraprezzato. Che poi lo sia davvero, poco reperibile e sovraprezzato, non conta. Il volgo si convince che così è, e tanto basta; ed in ciò giocano un ruolo determinante i tre principali volani della fuffa, le aste, la stampa e la rete di vendita ufficiale delle case.
Che poi l'oggetto in questione di fatto non si riesca a vendere a prezzi ben più bassi di quelli "dichiarati" in tutto questo giochino diventa irrilevante, l'importante è che l'idea (falsa) della scarsa reperibilità e delle "quotazioni" alle stelle si sia fatta strada tra il volgo, e che l'oggetto abbia così il suo bel contenuto di esclusiva fuffosità.