Ora il perchè gli oli e i calibri si sarebbero comportati in modo diverso nel tempo appare chiaro.
Tutto sembrerebbe dipendere dall'uso o usura dell'orologio, cioè da quanto (e come!) viene usato.
Quando diamo seguito ad un periodo prolungato di utilizzo dell'orologio, in linea di massima questo
subisce alcuni attacchi, uno di questi sono le infiltrazioni di particelle di polvere ed umidità, pensate
solo a quante volte in 10 anni può capitare che l'orologio sia fermo e vada caricato, oppure il
rimettere l'ora o la data, magari in estate dove il polso suda nei pressi dell'attacco della corona, dove
ci sono i peli del braccio e dove nella sua estrazione-inserimento si può portare all'interno del materiale
e delle molecole, anche se in misura minimale e non sempre percepibile all'occhio.
Infiltrazioni varie si possono riscontare anche dal fondello, che soprattutto il tipo a pressione (ma anche quello con le viti) trattiene
con difficoltà negli anni l'accumulo di sudore e sporcizia che tende a penetrare all'interno nonostante
la chiusura e la guarnizione, anch'essa soggetta ed essiccamento nel lungo periodo.
Abbiamo anche un altro limite degli oli, che sarebbe da verificare caso per caso, ma che senz'altro
può determinarne l'efficacia e la durata, come quello del mutare la loro densità al variare delle
temperature.
Un olio denso(ma anche il fluido) ad esempio, col calore diventa più liquido, stato che ne mette a dura
prova l'adesione perchè l'olio se più fluido tende a non restare al suo posto e scivolare via, mentre con
l'avvento della stagione fredda tale olio tende di nuovo ad addensarsi.
Ora in questo passaggio che consideriamo normale, l'olio, pur se di ottima qualità dovrebbe mantenere
nel tempo le sue caratteristiche si adesività e viscosità, si ma per quanto?
Per quanto tempo questo può subire un cambiamento nella densità, e quindi passare per anni da uno
stato più solido ad uno stato più liquido senza che le sue caratteristiche di base vengano alterate, o rese
meno efficaci?
Questo problema di stabilità alle diverse temperature dell'olio si viene a combinare nel tempo con l'infiltrazione di
microparticelle di polvere, aria umida, piccoli detriti metallici dovuti alle microusure e anche ai movimenti dell'albero
di carica.
Oltre a ciò consideriamo che non tutti hanno un uso attento e meticoloso dell'orologio, anzi.
Ci sono molti esempi di usi impropri, ricordando che in genere solo gli appassionati o chi conosce i limiti dei
propri orologi tende a farne un uso coscienzioso e a volte neanche loro.
Non è infrequente quindi che con i Wr 50 mt. ci si faccia il bagno in mare o in piscina, con rischi alti di
infiltrazioni di acqua o sabbia, dove il proprietario distratto non sa neanche(o lo dimentica) che l'orologio
dopo il bagno in mare andrebbe anche sciacquato con acqua dolce ed asciugato con cura.
La mia ipotesi, suffragata anche da qualche prova sul campo come questa oggetto del topic, tende ad evidenziare come gli oli in realtà svolgano ancora un compito arduo all'interno dell'orologio e che la loro efficacia e durata sembra legata all'utilizzo dell'orologio, più che alla qualità del lubrificante applicato, che comunque contribuisce ad allungare i tempi di revisione rispetto al passato, ma le sue azioni restano limitate, e le loro buone caratteristiche sono inversamente proporzionali al periodo in cui l'orologio viene indossato, dove oltre un certo tempo intervengono fattori che anche con la buona qualità dell'olio hanno poco a che fare e che sembrano l'artefice principale di uno stato accelerato di bisogno di manutenzione.