sportivo
Ecco la
parola magica.
Prendo spunto perché credo sia la ragione per la quale questa topologia di orologi é generalmente poco apprezzata.
Quelli fatti
all'antica hanno tutti fregi e decori molto classici, quelli più moderni non a caso sono più semplici, meno decorati, più misurati con geometrie semplici e linee tese, ma non hanno fascino perché chiaramente frutto delle macchine a controllo numerico e dei moderni sistemi di produzione.
Questa idiosincrasia per il
classico che si è sedimentata nel gusto contemporaneo al punto da svalutare e squalificare tutto ciò che non sembra coerente coi 200 all'ora del buon Masotto e che piuttosto tende a far convergere il concetto di classico con quello di vecchio e desueto è un fenomeno sociologico e di costume che andrebbe studiato
svuotare un movimento, per di più uno già estremo come un ultrapiatto, era una delle arti dell'orologeria svizzera come lo era ogni altra decorazione e finitura. Ha un qualche senso cercare la
sportività in questo genere di manufatti con questo genere di
arti che fanno della inutile quanto pregevole ridondanza la loro ragion d'essere?! Ha senso cercare il minimalismo e la semplicitá
sportiva in manufatti così concepiti?! Per me è un evidente controsenso, uno dei tanti ai quali questa assuefazione ai 200 all'ora tende ad esporci.
Come il subacqueo col fondello trasparente e il punzone di Vattelapesca, lo scheletrato sportivo tagliato con il laser o l'orologio formale grande quanto un professionale e rigorosamente in oro bianco o platino perché colorato fa troppo cerimonia
Questa ricerca ossessiva dell'informalitá, della sportività, in ogni cosa che riguarda l'orologeria da polso (e in genere tutto ciò che ha a che vedere con l'immagine della persona), ha i caratteri di un conformismo mai visto prima. Inquietante per quanto è diffuso, generalizzato e ormai sedimentato nel gusto estetico ai 4 angoli del pianeta.