Mi sembra interessante condividere qui un articolo intercettato da Claudio:
http://www.markcho.com/201905-the-ideal-watch-size-survey-report.
Si tratta dell’analisi dei risultati di un sondaggio condotto a livello mondiale, tra appassionati del settore, sul tema di questa discussione: le dimensioni “ideali” di un orologio (con tutti i limiti che questo tipo di semplificazione porta ovviamente con sé).
La platea dei partecipanti è statisticamente abbastanza significativa, sia per il numero (quasi 1.000 persone) sia per la distribuzione geografica (d’altronde, quello degli orologi è un mercato globale).
Forse è meno rappresentativa per l’età, dato che in maggioranza si tratta di appassionati al di sotto dei 34 anni (ovviamente più avvezzi ai
social e ai canali
on line); anche se questo dato, come vedremo, rende ancor più interessanti i risultati del sondaggio.
Ognuno può leggere l’articolo da sé, al link che ho indicato (i traduttori
on line aiutano anche chi non mastica l’inglese
).
Qui mi limito a riepilogare i dati essenziali.
La circonferenza media del polso dei partecipanti risulta essere di 17,1 cm (6,74 pollici).
Il diametro medio ideale dell’ “orologio primario” è indicato dai partecipanti in 37,77 mm (anche se la misura che ha ottenuto la maggioranza relativa di preferenze è quella di 36 mm).
Il diametro medio ideale del “secondo orologio” (sportivo per il fine settimana) è indicato in 39,28 mm.
Sembrerebbe così trovare conferma l’impressione che
l’offerta delle maisons, centrata quasi esclusivamente sui grandi diametri - anche se negli ultimi anni sembra esserci stata una timida inversione di tendenza -
non è perfettamente allineata alle richieste (e qui è interessante ricordare l’età del campione: dai giovani viene normalmente un gradimento per dimensioni più importanti e sportive…).
Per gli orologi che il sondaggio definisce "primari", nel
range fino ai 37 mm ci sarebbe lo spazio per soddisfare una richiesta potenziale di quasi il 40% del mercato...
A questo punto emerge un’apparente contraddizione: come mai alcune case produttrici che avevano in catalogo diametri contenuti li hanno eliminati (presumibilmente per scarsità della richiesta)?
Evidentemente c’è un
disallineamento tra la richiesta potenziale (l’orologio dalle misure “ideali”) e quella effettiva.
Per quali motivi, dunque, alcuni appassionati/acquirenti scelgono orologi più grandi di quelli che ritengono adatti al proprio polso?
(Sottolineo “alcuni”, cioè la quota di appassionati il cui comportamento è oggetto della nostra attenzione;
è ovvio che molti altri comprano orologi grandi esattamente perché li gradiscono di quelle dimensioni )
Per me questi motivi si possono riassumere così:
1) Non è solo l’offerta che si adegua alla richiesta, ma anche il contrario: le persone comprano spesso quello che il mercato offre. E se il mercato degli orologi offre soprattutto grandi dimensioni, si finisce anche con l'adattarsi: perché “oggi si usa così”, perché “non bisogna essere rigidi”, perché “sarebbe un peccato rinunciare a un capolavoro per questioni di pochi millimetri”, ecc.
Valeva probabilmente il discorso inverso quando si producevano in prevalenza orologi più piccoli.
2) A mano a mano che si sale col valore degli orologi, entrano in “conflitto” due aspirazioni: quella a indossare un orologio che vesta bene, proporzionato, e quella a indossare un orologio che si faccia notare, che assolva il suo ruolo di
status symbol (“se spendo tutti questi soldi, che almeno si veda…”).
3) Nell’acquisto del nuovo si tiene conto della rivendibilità: si ha paura a investire molti soldi in un orologio che sarebbe più difficile da rivendere rispetto ad altri di diametro maggiore, e quindi subirebbe un maggior deprezzamento.
4) Ci sono anche gli acquirenti che considerano gli orologi di pregio soprattutto come “investimento” e li indossano pochissimo (o mai). In questi casi il diametro fa poca differenza.
Si aggiunga che la richiesta di diametri contenuti è indebolita anche da coloro che, pur esigenti nelle dimensioni e restii ad adattarsi a diametri eccessivi, finiscono con l’orientarsi sul mercato dell’usato (che di diametri non esagerati ha una discreta offerta).
Si innesca insomma un circolo vizioso, per cui la scarsa offerta di orologi dai diametri contenuti “spiazza” e indebolisce ulteriormente la domanda (spingendola su dimensioni maggiori o sull’usato).
Le
maison in parte sono la causa del fenomeno (quando concentrano l'offerta su un certo
range dimensionale), in parte vi si adeguano (quando, con il circolo vizioso avvitato su se stesso, rinunciano a mantenere un'offerta diversificata).