Commenti “laconici”, eh?
Se però mi sono permesso di aprire questa discussione, è perché ho constatato che in quasi tutte le altre il dibattito sul tema imperversa, anche con argomentazioni approfondite.
Mi sembrava interessante “concentrarle” in una discussione coerente, che magari potesse chiarire alcune incomprensioni e restare di riferimento per un tema che è senz’altro ricorrente.
Non riuscirete a trascinarmi nell'ennesima diatriba tra diametri, da questo punto di vista ho già dato
Un “bignamino” qui no?
Ad ogni modo, leggendo i commenti pubblicati, c’è chi ovviamente non dà molta importanza alle dimensioni, che vengono chiamate in causa soprattutto per la coerenza col calibro.
Criterio che personalmente ritengo corretto, seppure non dirimente: se mettiamo a confronto due orologi simili, uno 36 e uno 44 mm, possono piacere ugualmente purché abbiano ciascuno un calibro coerente?
A quel punto penso vengano in ballo – più o meno consapevolmente -
altri criteri di giudizio, che magari non si ha interesse a indagare, preferendo considerarli “sensazioni” del momento.
Tra quelli che invece alle dimensioni danno importanza, il criterio prevalente mi sembra quello dell’
indossabilità (anche perché l’importanza della ‘leggibilità’ mi sembra un po’ ridimensionata dallo scambio di pareri): “mi sono fatto un’idea della validità delle misure - per le diverse tipologie di orologio - soprattutto vedendo come mi stanno al polso”.
Questo approccio emerge tanto in quelli affezionati a misure più classiche (erm2833, leolunetta, … il sottoscritto
), quanto in quelli che esigono misure più "moderne", seppure non spropositate (massotto).
Cosicché - come ipotizzavo nel mio post iniziale - mi sembra emergere un diverso concetto di “indossabilità”: la questione è di "stile" in un senso più ampio di quello legato alla linea dei singoli orologi.