Svizzera, sta ritornando conveniente l'acquisto?

[guagua72]

Egregi, mi giungono voci che, dopo la batosta valutaria di qualche tempo fa e il calo delle vendite, molti reseller svizzeri stiano diventando convenienti. Addirittura ho avuto modo di assistere alcuni clienti i quali mi dicono che, a causa della recente fuoriuscita di denaro da quel paese, vi siano molti commercianti che scontino moltissimo alcuni pezzi di gran pregio . Avete avuto modo di constatare questo fatto?

[ciaca]

Non ho notizie in tal senso.

[Kerik]

Sentito niente nemmeno io.

[leolunetta]

Magari fosse!

[Istaro]

Anche se - in mancanza di riscontri diretti - non voglio mettere in dubbio ciò che ti hanno riferito, tuttavia mi pare strano... 

Il franco si è apprezzato del 13% sull'euro: ragionevole che i venditori abbiano deciso di abbattere i loro margini per compensare in parte (o addirittura in toto) questo incremento, non che abbiano potuto addirittura giungere a prezzi più convenienti di prima!

Peraltro è poco realistico che si possa giungere a sconti consistenti con uno sforzo esclusivo dei resellers, senza un intervento a monte delle case.

[guagua72]

Sinceramente,  in un mercato ormai globale, credo che i prezzi tendano ad uniformarsi e laddove abbiamo più offerta si può assistere anche ad un calo di prezzo

[guagua72]

Questo è quanto si scrive del mercato  orologiero: "Guardando ai primi dieci mercati, si possono vedere per febbraio le flessioni marcate di Hong Kong, Giappone, Emirati Arabi, e la contrazione più contenuta della Germania. Segno positivo invece per Usa, Cina, Italia (+17,6%), Regno Unito (+54,2%), Singapore, Francia.
Per quel che riguarda l’arco intero dei primi due mesi 2015, i dati della federazione dell’industria orologiera svizzera mostrano che l’export è stato nel complesso di 3,3 miliardi di franchi (3,1 miliardi di euro).

Hong Kong nel bimestre è a -9,5%, gli Usa a +5%, la Cina a +5,7%, l’Italia a +14,4%, Singapore a +8,7%, la Germania a -3,9%, il Regno Unito a +37%, gli Emirati Arabi a -10,2%, il Giappone a -17,2%, la Francia a +2,3%"

Scusate , Italia più 17,6%  ??

[mbelt]

Questo è quanto si scrive del mercato  orologiero: "Guardando ai primi dieci mercati, si possono vedere per febbraio le flessioni marcate di Hong Kong, Giappone, Emirati Arabi, e la contrazione più contenuta della Germania. Segno positivo invece per Usa, Cina, Italia (+17,6%), Regno Unito (+54,2%), Singapore, Francia.
Per quel che riguarda l’arco intero dei primi due mesi 2015, i dati della federazione dell’industria orologiera svizzera mostrano che l’export è stato nel complesso di 3,3 miliardi di franchi (3,1 miliardi di euro).

Hong Kong nel bimestre è a -9,5%, gli Usa a +5%, la Cina a +5,7%, l’Italia a +14,4%, Singapore a +8,7%, la Germania a -3,9%, il Regno Unito a +37%, gli Emirati Arabi a -10,2%, il Giappone a -17,2%, la Francia a +2,3%"

Scusate , Italia più 17,6%  ??

Questi dati dovrebbero essere del mercato orologiero nel suo complesso, ma il segmento del lusso ha andamenti diversi. Poi sono le quantità o i valori?

[Bonimba]

Do per scontato che nella valutazione della convenienza si tenga conto dell'IVA da pagare alla dogana al rientro in Italia.

[ciaca]

Il franco si è apprezzato del 13% sull'euro: ragionevole che i venditori abbiano deciso di abbattere i loro margini per compensare in parte (o addirittura in toto) questo incremento, non che abbiano potuto addirittura giungere a prezzi più convenienti di prima!

In linea teorica avresti ragione, non ci sono ragioni evidenti di un eventuale calo dei prezzi e il rafforzamento del chf semmai sarebbe una ragione dei loro aumenti (come infatti sono aumentati i listini in Euro).
Di fatto però la rete di vendita ha margini così ampi che può liberamente scegliere cosa fare anche in condizioni sfavorevoli come quelle del chf troppo forte, quindi non mi stupirei se i rumors fossero confermati.
Perché é evidente che ci sono in giro troppi orologi, troppi modelli, di troppi marchi a fronte di una domanda che non sta crescendo come preventivato e che anzi in taluni casi sta crollando.
E la legge della domanda e dell'offerta dice che quando la seconda é troppo elevata rispetto alla prima i prezzi calano. Se non calano quelli dei listini calano comunque quelli reali di vendita; é il modo in cui le case scaricano il problema sulla rete di vendita .

Le case hanno avuto un atteggiamento miope, prima hanno invaso il mercato di pezzi saturandolo contestualmente ad una indiscriminata corsa al rialzo dei listini, confidando nella crescita a doppia cifra dei mercati più prolifici. Ora che questa crescita non si sta realizzando si ritrovano con listini credibili come quelli dei pneumatici (in molti casi con sconti che poco ci manca arrivino al 50%), con marchi iper inflazionati, con fenomeni di commercio parallelo che ne incrinano ulteriormente l'allure di "esclusività" (ci sono più Patek del 175° in vendita da reseller che non in concessionarie ufficiali) con una rete vendita ufficiale sempre più in difficoltà (costretta a lavorare come grossisti sul parallelo) alla quale stanno ribaltando il problema tagliandogli i margini reali, le consegne e in alcuni casi le stesse concessioni.
Case nelle mani di venditori di creme e acque profumate....

[Istaro]

A me suona strana solo una riduzione dei prezzi che, quale conseguenza immediata e diretta di un apprezzamento valutario, vada addirittura oltre lo stesso e non si limiti a compensarlo.

Poi può accadere che il rincaro valutario inneschi una vera e propria crisi del mercato, giudicata dai rivenditori (e dalle case) preoccupante al punto da indurre a una più radicale revisione delle politiche dei prezzi.
I margini senz'altro li hanno.

Siamo in questa situazione?