Una ben percepibile e netta differenza, spesso si ha anche fra chi apprezza la non conformità di un orologio e chi apprezza quasi esclusivamente la classicità .. Io sto ancora cercando di capire, da tempo, se ci sia un punto in comune fra le due differenti visioni ...
Si Michele, c'è; e il papillon che ho citato prima (e che so essere anche di tuo gradimento) ne è un perfetto esempio. Potrei citarne molti, ma rischierei di attirarmi i facili giudizi di Marco perchè alcuni li possiedo o li ho posseduti in passato.
Non conformità non deve per forza trascendere in negazione stessa del concetto di orologio da polso, il che per inciso è anche molto più semplice e semplicistico di riuscire ad essere anticonformisti pur rimanendo nell'alveo della "forma orologio" senza sovvertirne completamente il concetto e senza violarne alcuni vincoli fondamentali (il primo dei quali è l'indossabilità nel contesto preposto).
A materializzare in una caricatura di orologio qualunque parto della propria fantasia per quanto bislacco sia, forti di una capacità manifatturiera eccezionale legata oggi più che mai all'evoluzione dei sistemi produttivi e alle inimmaginabili possibilità offerte, non ci vuole particolare "arte" almeno sul piano del design. Ne coraggio, quando il proprio target ben si presta a certi esperimenti.
Ci vuole arte a fare ciò che fanno alcuni orologiai, ossia sforzarsi di proporre innovazione e pregio, non solo meccanico ma anche stilistico, senza tradire il concetto stesso di orologio da polso e la sua ragion d'essere, seppur costretti a piegarsi in varia misura e sempre troppo e troppo spesso alle leggi del mercato e alle sue regole. E ancora più arte, e soprattutto coraggio, ci vuole a farlo badando il meno possibile alle mode del mercato.
Se per esempio guardo allo sforzo in tal senso fatto da Journe, pur non apprezzandone alcune scelte stilistiche, non posso non vedere l'abisso che lo separa da altri indipendenti che amano proporsi come visionari innovatori ma che, a conti fatti, non hanno saputo proporre e dimostrare nemmeno una piccola frazione di ciò che invece l'egocentrico maestro francese, pur con tutti i suoi limiti caratteriali che si riflettono anche su certe scelte estetiche, ha saputo fare anche sul piano della rivisitazione stilistica di certi canoni classici; come in passato lo avevano già fatto, secondo me anche meglio e più compiutamente, altri prima di lui.
È la profonda differenza tra chi ha qualcosa da dire e nulla da dimostrare, e chi cerca solo di stupire proprio per dimostrare.
Se poi chi ha "sete" di novità è disposto anche a rinunciare alla "forma orologio" pur di placare la "noia" che gli infonde oltre un secolo di orologeria da polso, al punto da travisare l'oggettivo e ribaltarlo a proprio consumo, al punto da rendere indossabile e aggraziato, leggiadro ed elegante, ciò che è oggettivamente inadeguato ad essere allacciato al polso senza trascendere nel grottesco, forse il "problema" è suo che non ha sufficientemente esaurito la ricerca di cose già fatte (o ancora fattibili) ritenendo di conoscere più di quanto in effetti non conosca un fin troppo vasto repertorio.
Legittime scelte che, tuttavia, non possono essere il pretesto per sparare ad alzo zero su chiunque non si allinei ad un acritico giubileo di questa alta orologeria 2.0