Orologico Forum 3.0

Roger Dubuis cronografo "la monègasque"

Re:Roger Dubuis cronografo "la monègasque"
« Risposta #60 il: Agosto 14, 2015, 12:30:22 pm »
Ti ringrazio, riesco a comprender meglio in questo modo....la la gabbia del microrotore ha una sua utilità tecnica o è solo decorazione?
Noto che i ponti sono anche meno massicci ed immagino questo richieda anche piu lavoro.
Quando invece scrivi di differenze di anglage da valutare al lentino ti riferisci al fatto che uno potrebbe esser fatto a macchina e l'altro manuale? Quest'ultimo si dedurrebbe dalla irregolarità del lavoro?

Re:Roger Dubuis cronografo "la monègasque"
« Risposta #61 il: Agosto 14, 2015, 12:35:50 pm »
Ti ringrazio, riesco a comprender meglio in questo modo....la la gabbia del microrotore ha una sua utilità tecnica o è solo decorazione?
Noto che i ponti sono anche meno massicci ed immagino questo richieda anche piu lavoro.
Quando invece scrivi di differenze di anglage da valutare al lentino ti riferisci al fatto che uno potrebbe esser fatto a macchina e l'altro manuale? Quest'ultimo si dedurrebbe dalla irregolarità del lavoro?

In questo caso l'utilità della gabbia del microrotore è data dal fatto che ci troviamo in presenza di una struttura su due assi, anziché uno.
Per gli anglage bisogna vedere da vicino, ma quelli manuali in genere risultano più lucidi e regolari di quelli a macchina, quindi l'opposto.
I componenti da lavorare in anglage e finiture credo siano di più sul calibro ad innesto orizzontale, almeno ad occhio.
Non c'è nulla di nobile nell'essere superiore a qualcun'altro.
La vera nobiltà è essere superiore a chi eravamo ieri.
-Samuel Johnson-

ciaca

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Re:Roger Dubuis cronografo "la monègasque"
« Risposta #62 il: Agosto 14, 2015, 12:46:37 pm »
Citazione
E anche il passaggio all'innesto verticale è una semplificazione, tant'è che ormai purtroppo sui nuovi cronografi di alta orologeria tante case hanno ormai due livello: uno base fatto di innesti verticali e calibri automatici, uno più alto, anche come costo fatto di calibri manuali ad innesto orrizontale. Non succede per caso.

Anche questa, scritta così, non é del tutto esatta.
Non é esatto dire che il passaggio ad un crono ad innesto verticale rappresenta una semplificazione tout court, può essere una semplificazione nella quantità e tipologia di alcune finiture qualora queste fossero realizzate in modo artigianale, cosa ormai sempre più rara, viceversa irrilevante ai fini della complessità e dei relativi costi se le finiture sono industriali. Di contro un crono ad innesto verticale é tecnicamente più complesso di uno ad innesto orizzontale, É più complesso nella produzione delle parti di notevolmente più piccole dimensioni, per le tolleranze molto più stringenti, più complesso nel suo montaggio.

E anche la tua seconda affermazione non trova esatta corrispondenza nella realtà, ci sono case che un duplice livello neanche ce l'hanno (Rolex e AP) e utilizzano solo cronografi ad innesto verticale (tralascio i panini AP), altre che ancora usano ebauche vecchie di decenni sia manuali che automatiche a secondo della tipologia di prodotto (Breguet). In generale io vedo, e non da adesso, che i verticali trovano sempre più applicazione nei cronografi più casual e sportivi, quelli che si presume vengano utilizzati con più frequenza, quelli che si presume vengano usati "davvero", dove la carica automatica che vanifica gli aspetti estetici di un laterale ha la sua rilevanza, mentre i laterali manuali di gran pregio trovano sempre più spazio su orologi eleganti e classici (o pseudo tali), dove si presume vengano usati meno e con maggiore cura soprattutto per fare mostra di pregio dal fondello e dove la carica automatica non é un requisito rilevante.

Questa é una tendenza sviluppatasi sin dagli anni 80 con la diffusione del FP1185 e con la contestuale moria di ebauche in passato usate su tanti cronografi professionali, sportivi e militari.
E diffusasi ancor di più grazie all'evoluzione dei sistemi produttivi che hanno reso meno difficoltosa la costruzione di questo tipo di cronografi (in essere già da tanto tempo come ricordato da Leo per Seiko) e più consistenti le sue performance.

Io credo che la scelta di dotare una certa tipologia di cronografi, comunque di fascia di prezzo elevata, di questa tipologia di calibri non sia necessariamente legata ad una questione di economie, economie per altro tutte da dimostrare e probabilmente più legate alle economie di scala (come nel caso di Rolex che per il suo 4130 ha scelto questa architettura) che non al diverso livello di finiture coinvolte (soprattutto se di tipo industriale come su moltissimi cronografi di qualunque tipologia), quanto al fatto che per efficacia, robustezza e affidabilità nel tempo su certo tipo di orologi i cronografi ad innesto verticale (e automatici), se ben progettati e costruiti, si fanno preferire a quelli ad innesto laterale (e manuali, che oggi vengono tollerati su un orologio come lo speedmaster per ragioni "storiche" ma non avrebbero più alcun senso su un qualunque orologio di stampo casual e sportivo).
« Ultima modifica: Agosto 14, 2015, 12:53:24 pm da ciaca »
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Re:Roger Dubuis cronografo "la monègasque"
« Risposta #63 il: Agosto 14, 2015, 12:59:43 pm »
Ti ringrazio, riesco a comprender meglio in questo modo....la la gabbia del microrotore ha una sua utilità tecnica o è solo decorazione?
Noto che i ponti sono anche meno massicci ed immagino questo richieda anche piu lavoro.
Quando invece scrivi di differenze di anglage da valutare al lentino ti riferisci al fatto che uno potrebbe esser fatto a macchina e l'altro manuale? Quest'ultimo si dedurrebbe dalla irregolarità del lavoro?

In questo caso l'utilità della gabbia del microrotore è data dal fatto che ci troviamo in presenza di una struttura su due assi, anziché uno.
Per gli anglage bisogna vedere da vicino, ma quelli manuali in genere risultano più lucidi e regolari di quelli a macchina, quindi l'opposto.
I componenti da lavorare in anglage e finiture credo siano di più sul calibro ad innesto orizzontale, almeno ad occhio.

Potresti spiegarmene il motivo?

mbelt

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Re:Roger Dubuis cronografo "la monègasque"
« Risposta #64 il: Agosto 14, 2015, 13:08:59 pm »
Citazione
E anche il passaggio all'innesto verticale è una semplificazione, tant'è che ormai purtroppo sui nuovi cronografi di alta orologeria tante case hanno ormai due livello: uno base fatto di innesti verticali e calibri automatici, uno più alto, anche come costo fatto di calibri manuali ad innesto orrizontale. Non succede per caso.

Anche questa, scritta così, non é del tutto esatta.
Non é esatto dire che il passaggio ad un crono ad innesto verticale rappresenta una semplificazione tout court, può essere una semplificazione nella quantità e tipologia di alcune finiture qualora queste fossero realizzate in modo artigianale, cosa ormai sempre più rara, viceversa irrilevante ai fini della complessità e dei relativi costi se le finiture sono industriali. Di contro un crono ad innesto verticale é tecnicamente più complesso di uno ad innesto orizzontale, É più complesso nella produzione delle parti di notevolmente più piccole dimensioni, per le tolleranze molto più stringenti, più complesso nel suo montaggio.

E anche la tua seconda affermazione non trova esatta corrispondenza nella realtà, ci sono case che un duplice livello neanche ce l'hanno (Rolex e AP) e utilizzano solo cronografi ad innesto verticale (tralascio i panini AP), altre che ancora usano ebauche vecchie di decenni sia manuali che automatiche a secondo della tipologia di prodotto (Breguet). In generale io vedo, e non da adesso, che i verticali trovano sempre più applicazione nei cronografi più casual e sportivi, quelli che si presume vengano utilizzati con più frequenza, quelli che si presume vengano usati "davvero", dove la carica automatica che vanifica gli aspetti estetici di un laterale ha la sua rilevanza, mentre i laterali manuali di gran pregio trovano sempre più spazio su orologi eleganti e classici (o pseudo tali), dove si presume vengano usati meno e con maggiore cura soprattutto per fare mostra di pregio dal fondello e dove la carica automatica non é un requisito rilevante.

Questa é una tendenza sviluppatasi sin dagli anni 80 con la diffusione del FP1185 e con la contestuale moria di ebauche in passato usate su tanti cronografi professionali, sportivi e militari.
E diffusasi ancor di più grazie all'evoluzione dei sistemi produttivi che hanno reso meno difficoltosa la costruzione di questo tipo di cronografi (in essere già da tanto tempo come ricordato da Leo per Seiko) e più consistenti le sue performance.

Io credo che la scelta di dotare una certa tipologia di cronografi, comunque di fascia di prezzo elevata, di questa tipologia di calibri non sia necessariamente legata ad una questione di economie, economie per altro tutte da dimostrare e probabilmente più legate alle economie di scala (come nel caso di Rolex che per il suo 4130 ha scelto questa architettura) che non al diverso livello di finiture coinvolte (soprattutto se di tipo industriale come su moltissimi cronografi di qualunque tipologia), quanto al fatto che per efficacia, robustezza e affidabilità nel tempo su certo tipo di orologi i cronografi ad innesto verticale (e automatici), se ben progettati e costruiti, si fanno preferire a quelli ad innesto laterale (e manuali, che oggi vengono tollerati su un orologio come lo speedmaster per ragioni "storiche" ma non avrebbero più alcun senso su un qualunque orologio di stampo casual e sportivo).
Non siamo per nulla d'accordo. E' infatti innegabile che se prendiamo case di medio livello, Hublot, Breitling, Rolex, Tag Heuer, quando presentano un crono di medio o basso livello presentano un crono ad innesto verticale, mai orrizontale. La ragione è che ammesso che abbia qualche pezzo in più (che comunque incide a livello zero sui costi visto che i pezzi sono sempre fatti a macchina) richiede meno regolazioni, leve meno lunghe per il cronografo (che sono da rifinire ad anglage e costa) ed è talmente economico che il  blocco frizione lo si sostituisce direttamente a livello di manutenzione con uno nuovo. D'altro canto anche altre case hanno guarda caso a listino versioni economiche con l'automatico ad innesto verticale, e versioni più costose con l'innesto orrizontale, più raffinate sia nella realizzazione dei dettagli (vedi ruota a colonne sui Patek)  sia nelle finiture, con orologi dai prezzi superiori. Poi vi è anche un maggior costo nella regolazione che nell'innesto laterale deve essere nettamente più precisa per minimizzare il fenomeno del salto all'avvio e per avere innesti dolci. Quindi no, direi che l'evidenza mi porta a concludere nel modo esattamente contrario a quanto ritieni.
Contro ogni talebanismo, ora e sempre

ciaca

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Re:Roger Dubuis cronografo "la monègasque"
« Risposta #65 il: Agosto 14, 2015, 13:11:53 pm »
Claudio, Il motivo é insito nel modo in cui le superfici degli anglage (che sono smussi lungo il profilo definiti da due superfici incidenti, una orizzontale e una verticale, di un ponte o di una leva) vengono lucidate.
La lucidatura "a macchina" altro non é che una fresa con testa rotante e pasta abrasiva, la cui caratteristica per quanto accurata sia, se non successivamente rifinita a cabrone (bastoncino di legno di Bosso) e olio di gomito, é quella di mostrare delle striature verticali legate alla non perfetta uniformità della lucidatura stessa eseguita dalla macchina.
Ci sono altri indizi di un grossolano lavoro industriale sugli anglage, ma questo é il più facile da distinguere.



P.s: Marco, il fatto che si butti e si sostituisca il blocco frizione non significa che sia più economico realizzarlo, semmai che sia più oneroso ripararlo che sostituirlo, tenendo conto di quanto incidono percentualmente i difetti sul totale del prodotto. Quanto al resto ho l'impressione che se le finiture di cui parli sono quelle fatte sbrigativamente a macchina che sempre più spesso si vedono, la loro incidenza sulla "complessità" del prodotto finito sia molto più bassa della complessità intrinseca al sistema stesso, che è molto minore su un cronografo a bascual laterale.
Considerazioni che dovremmo comunque raffrontare alle esperienze di chi nel settore opera e conosce meglio di noi le criticità connesse alla produzione.
Sul piano del funzionamento per certa tipologia di cronografi la scelta è ormai consolidata, tu puoi legittimamente ritenere che sia solo una scelta economica, io ritengo che ci siano dei requisiti, abbastanza evidenti, che fanno preferire quel tipo di cronografi su quel tipo di orologi se non altro perchè prodotti in quei volumi oggi non potrebbero in alcun modo sopportare la quantità di rientri legati alla non esaltante affidabilità e robustezza di quella soluzione, virtualmente ormai abbandonata da tutti, in quella specifica tipologia, a favore del pignone oscillante (fascia bassa=valjoux 7750) e dell'innesto verticale (fascia alta=fp1185).
Un innesto laterale, per di più manuale, oggi più che mai ha per me senso solo su un orologio dal forte sapore classico, in cui le curve e la profusione di finiture proprie di un manuale a innesto laterale possono ancora avere un senso, più "edonistico" che non "pratico".

Che poi gli orologi su cui l'innesto verticale si fa preferire, sportivi e casual, abbiano listini mediamente inferiori a quelli di stampo classico, in metallo nobile, e crono manuale a bascula laterale, più che al diverso costo dei due tipi di innesti e delle eventuali finiture credo sia legato a ben altro, a partire dai differenti segmenti di mercato, per tipologia di orologio e numeri di produzione, e le scelte conseguenti in relazione al tipo di macchina da adottare.
« Ultima modifica: Agosto 14, 2015, 14:09:13 pm da ciaca »
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"

mbelt

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Re:Roger Dubuis cronografo "la monègasque"
« Risposta #66 il: Agosto 14, 2015, 13:41:58 pm »
Claudio, Il motivo é insito nel modo in cui le superfici degli anglage (che sono smussi lungo il profilo definiti da due superfici incidenti, una orizzontale e una verticale, di un ponte o di una leva) vengono lucidate.
La lucidatura "a macchina" altro non é che una fresa con testa rotante e pasta abrasiva, la cui caratteristica per quanto accurata sia, se non successivamente rifinita a cabrone (bastoncino di legno di Bosso) e olio di gomito, é quella di mostrare delle striature verticali legate alla non perfetta uniformità della lucidatura stessa eseguita dalla macchina.
Ci sono altri indizi di un grossolano lavoro industriale sugli anglage, ma questo é il più facile da distinguere.

P.s: Marco, il fatto che si butti e si sostituisca il blocco frizione non significa che sia più economico realizzarlo, semmai che sia più oneroso ripararlo che sostituirlo, tenendo conto di quanto incidono percentualmente i difetti sul totale del prodotto. Quanto al resto ho l'impressione che se le finiture di cui parli sono quelle fatte sbrigativamente a macchina che sempre più spesso si vedono, la loro incidenza sulla "complessità" del prodotto finito sia molto più bassa della complessità intrinseca al sistema stesso, che è molto minore su un cronografo a bascual laterale.
Considerazioni che dovremmo comunque raffrontare alle esperienze di chi nel settore opera e conosce meglio di noi le criticità connesse alla produzione.
Sul piano del funzionamento per certa tipologia di cronografi la scelta è ormai consolidata, tu puoi legittimamente ritenere che sia solo una scelta economica, io ritengo che ci siano dei requisiti, abbastanza evidenti, che fanno preferire quel tipo di cronografi su quel tipo di orologi se non altro perchè prodotti in quei volumi oggi non potrebbero in alcun modo sopportare la quantità di rientri legati alla non esaltante affidabilità e robustezza di quella soluzione, virtualmente ormai abbandonata da tutti, in quella specifica tipologia, a favore del pignone oscillante (fascia bassa=valjoux 7750) e dell'innesto verticale (fascia alta=fp1185).
Un innesto laterale, per di più manuale, oggi più che mai ha per me senso solo su un orologio dal forte sapore classico, in cui le curve e la profusione di finiture proprie di un manuale a innesto laterale possono ancora avere un senso, più "edonistico" che non "pratico".

Che poi gli orologi su cui l'innesto verticale si fa preferire, sportivi e casual, abbiano listini mediamente inferiori a quelli di stampo classico, in metallo nobile, e crono manuale a bascula laterale, più che al diverso costo dei due tipi di innesti e delle eventuali finiture credo sia legato a ben altro, a partire dai differenti segmenti di mercato, per tipologia di orologio e numeri di produzione, e le scelte conseguenti in relazione al tipo di macchina da adottare.
Non avendo dati esatti, che solo chi fa gli orologi potrebbe fornire, se io vedo che mai costruzioni di alto livello sono associate con crono ad innesto verticale ma sempre a costruzioni ad innesto orrizontale, se vedo che sempre le costruzioni ad innesto verticale sono associate a finiture più modeste, se so che in assistenza cambiano tutto, se so che i crono orrizontali richiedono più regolazioni per funzionare bene, io penso che sia semplice capire quale sia la più economica. E non credo proprio che a nessuno importi veramente tenere il crono sempre in funzione, se non forse per i più giovani avere una lancetta centrale sempre in funzione dei secondi. E il fatto che guarda caso RD fa un crono con finiture meno costose e passi da innesto laterale a quello verticale è in fatto che si aggiunge ai tanti indizi che vanno in quel senso. A me la superiorità dell'innesto verticale non mi risulta funzionalmente: ci sono pro e contro, non proprio piccoli.
Contro ogni talebanismo, ora e sempre

ilcommesso

Re:Roger Dubuis cronografo "la monègasque"
« Risposta #67 il: Agosto 14, 2015, 14:08:35 pm »
Il duometre di JLC non ha questi "problemi", esatto?
La famosa quadratura del cerchio: ognuno ha il suo motore indipendente  8)

ciaca

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Re:Roger Dubuis cronografo "la monègasque"
« Risposta #68 il: Agosto 14, 2015, 14:16:39 pm »
Teoricamente dovrebbe essere così anche se, cito...

Citazione
How much more accurate the watch might be is difficult to define, and frankly, I am not even sure how one would measure that. Since mechanical watches are no longer strictly necessary for accuracy, the watch industry is more interesting in a successful execution of the concept rather than its "real world" implications. I believe that, knowing the brand, the Jaeger-LeCoultre Duomètre à Chronographe is probably more accurate over time with and without the chronograph running as compared to similar watches - albeit if only marginally.

C'è poi un altro aspetto, il duometre non mi sembra uno di quei calibri propriamente indicati per un orologio di cui si voglia fare un certo tipo d'uso, infatti sui nuovi cronografi di stampo sportivo hanno anche loro scelto una più convenzionale soluzione ad innesto verticale. :D

Ci sarebbe poi un rilievo di tipo più concettuale, come quello relativo alla ridondanza di parti, complessità e potenziali fonti di guasti che si paga anche in termini di volumi e, perché no, estetica generale.

A me per esempio l'estetica "leggera" del 680 piace di più di quella del vecchio RD a bascula laterale, la trovo appunto più razionale, meno confusionaria e per certi aspetti anche meno ridondante. Sempre apprezzata la semplicità delle cose quando é sinonimo di ingegno e non di banalità ...
E se sul piano estetico per me l'assenza della gabbia sul micro rotore é un vantaggio perché mi permette di vedere meglio in funzione questo elemento peculiare di questa tipologia di calibri, anche sul piano tecnico vedo qualche scelta magari meno originale e più convenzionale ma anche improntata ad una maggiore affidabilità, come il differente sistema di vincolo del micro rotore stesso, connessa alla rimozione della suddetta gabbia. Forse pivotare il micro rotore su rubini come nel vecchio calibro non era una soluzione ideale.
« Ultima modifica: Agosto 14, 2015, 15:05:37 pm da ciaca »
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"

Re:Roger Dubuis cronografo "la monègasque"
« Risposta #69 il: Agosto 14, 2015, 14:25:21 pm »
Se posso dare il mio piccolo contributo tecnico(pratico) sull'innesto verticale, ci sono un paio di cosette che volevo far presenti: in fase di revisione di un orologio o intervento tecnico nel dover estrarre le sfere dall'innesto verticale, all'orologiaio comporta più rischi per la struttura stessa della ruota a frizione verticale, l'estrazione delle sfere va fatta con una doppia spinta, mentre si estrae si deve premere sull'alberino ospitante, questo perché il lavoro che svolge il componente in fase di innesto avviene proprio in verticale e se non si applica una controspinta la possibilità che i componenti interni tra cui l'anellino (ma anche il rubino) subiscano dei danni da schiacciamento è piuttosto alta, e bloccare il movimento della ruota in verticale la preserververebbe meglio dal danno.
Un danno qualsiasi alla ruota a frizione e il componente diventa inservibile, poiché è composto di parti mobili, ma non separabili tra loro e la sostituzione in toto diventa obbligata., le dovute precauzioni vanno prese anche in fase di rimessa delle sfere dove bisogna bloccare la ruota dall'altro lato che ci consente di fare la giusta pressione minizzando il rischio di rottura.
Ora volevo fare anche presente che chi lavora un pò sugli orologi come il sottoscritto sa bene che l'inserimento e l'estrazione della/e sfere non si fa solo una volta nel lavoro, ma è possibile che per trovare la posizione corretta di allineamento si inseriscano e tolgano diverse volte, tutto ciò non fa che aumentare i rischi di cui si parlava sopra.
Non c'è nulla di nobile nell'essere superiore a qualcun'altro.
La vera nobiltà è essere superiore a chi eravamo ieri.
-Samuel Johnson-

Re:Roger Dubuis cronografo "la monègasque"
« Risposta #70 il: Agosto 14, 2015, 15:50:30 pm »
Se posso dare il mio piccolo contributo tecnico(pratico) sull'innesto verticale, ci sono un paio di cosette che volevo far presenti: in fase di revisione di un orologio o intervento tecnico nel dover estrarre le sfere dall'innesto verticale, all'orologiaio comporta più rischi per la struttura stessa della ruota a frizione verticale, l'estrazione delle sfere va fatta con una doppia spinta, mentre si estrae si deve premere sull'alberino ospitante, questo perché il lavoro che svolge il componente in fase di innesto avviene proprio in verticale e se non si applica una controspinta la possibilità che i componenti interni tra cui l'anellino (ma anche il rubino) subiscano dei danni da schiacciamento è piuttosto alta, e bloccare il movimento della ruota in verticale la preserververebbe meglio dal danno.
Un danno qualsiasi alla ruota a frizione e il componente diventa inservibile, poiché è composto di parti mobili, ma non separabili tra loro e la sostituzione in toto diventa obbligata., le dovute precauzioni vanno prese anche in fase di rimessa delle sfere dove bisogna bloccare la ruota dall'altro lato che ci consente di fare la giusta pressione minizzando il rischio di rottura.
Ora volevo fare anche presente che chi lavora un pò sugli orologi come il sottoscritto sa bene che l'inserimento e l'estrazione della/e sfere non si fa solo una volta nel lavoro, ma è possibile che per trovare la posizione corretta di allineamento si inseriscano e tolgano diverse volte, tutto ciò non fa che aumentare i rischi di cui si parlava sopra.

Vabbè Leo, me ne vado a fare un bagno va!  :D  :D  :D
Lo sai che hai fatto? Mi ci vorrà un mese per tradurre quel che hai scritto con tanto di ricerche  e continue verifiche su schemi!!
E le mie vacanze durano solo una decina di giorni ancora.....immagino mia moglie e mia figlia te ne saranno molto "grate"!  :D

Re:Roger Dubuis cronografo "la monègasque"
« Risposta #71 il: Agosto 14, 2015, 16:12:46 pm »
Se posso dare il mio piccolo contributo tecnico(pratico) sull'innesto verticale, ci sono un paio di cosette che volevo far presenti: in fase di revisione di un orologio o intervento tecnico nel dover estrarre le sfere dall'innesto verticale, all'orologiaio comporta più rischi per la struttura stessa della ruota a frizione verticale, l'estrazione delle sfere va fatta con una doppia spinta, mentre si estrae si deve premere sull'alberino ospitante, questo perché il lavoro che svolge il componente in fase di innesto avviene proprio in verticale e se non si applica una controspinta la possibilità che i componenti interni tra cui l'anellino (ma anche il rubino) subiscano dei danni da schiacciamento è piuttosto alta, e bloccare il movimento della ruota in verticale la preserververebbe meglio dal danno.
Un danno qualsiasi alla ruota a frizione e il componente diventa inservibile, poiché è composto di parti mobili, ma non separabili tra loro e la sostituzione in toto diventa obbligata., le dovute precauzioni vanno prese anche in fase di rimessa delle sfere dove bisogna bloccare la ruota dall'altro lato che ci consente di fare la giusta pressione minizzando il rischio di rottura.
Ora volevo fare anche presente che chi lavora un pò sugli orologi come il sottoscritto sa bene che l'inserimento e l'estrazione della/e sfere non si fa solo una volta nel lavoro, ma è possibile che per trovare la posizione corretta di allineamento si inseriscano e tolgano diverse volte, tutto ciò non fa che aumentare i rischi di cui si parlava sopra.

Vabbè Leo, me ne vado a fare un bagno va!  :D  :D  :D
Lo sai che hai fatto? Mi ci vorrà un mese per tradurre quel che hai scritto con tanto di ricerche  e continue verifiche su schemi!!
E le mie vacanze durano solo una decina di giorni ancora.....immagino mia moglie e mia figlia te ne saranno molto "grate"!  :D
:D
Detta così sembra difficile da capire Claudio, ma ti assicuro che all'atto pratico non lo è, e tutto si capisce con maggiore facilità, ma come detto... all'atto pratico o magari con degli schemi, ammesso che poi questo possa avere una qualche utilità sulla scelta di un innesto anziché un altro, ma credo di no... ;)
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Re:Roger Dubuis cronografo "la monègasque"
« Risposta #72 il: Agosto 14, 2015, 16:35:00 pm »
Se proprio devo trovare un "difetto" a questo calibro direi che è il suo spessore: 6,3mm per un calibro a microrotore sono decisamente troppi, tenendo conto dei soli 5,5mm di un FP1185 con massa di carica di tipo tradizionale.
In questo 680 quindi il microrotore ha solo benefici estetici legati alla visibilità della macchina, ma nessuno in termini di contenimento dello spessore.
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Re:Roger Dubuis cronografo "la monègasque"
« Risposta #73 il: Agosto 14, 2015, 16:40:41 pm »
in effetti il FP 1185 ha una massa oscillante tradizionale che prende spazio, un microrotore per come è congegnato no, direi che lo spessore di 6,3mm all'atto pratico non è poco.
Non c'è nulla di nobile nell'essere superiore a qualcun'altro.
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Re:Roger Dubuis cronografo "la monègasque"
« Risposta #74 il: Agosto 14, 2015, 17:30:45 pm »
Volevo confrontarlo con un più recente Omega 9300 del quale la casa non dichiara lo spessore e che ha fama di essere anch'esso piuttosto spesso, e mi sono imbattuto in un dato di soli 5,5mm che mi desta qualche perplessità. Qualcuno sa esattamente quanto è spesso 'sto 9300?
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